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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA: FUGATTI, « PER L’EMERGENZA COVID NELLE PROSSIME ORE SI SAPRÀ IL COLORE DEL TRENTINO / POLEMICHE DI ALCUNI CONSIGLIERI SULL’OBBLIGO DELLE MASCHERINE A SCUOLA »

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16.09 - giovedì 19 novembre 2020

Consiglio, Fugatti: nelle prossime ore si saprà il colore del Trentino. Polemiche di alcuni consiglieri della minoranza nei confronti del Garante dei minori per la sua presa di posizione sull’obbligo delle mascherine a scuola.

Mattinata di intesa discussione sulle comunicazioni sulla situazione Covid fatta dall’assessora Segnana e dal presidente Fugatti, il quale ha detto che nelle prossime ore, più probabilmente domani, si saprà in che fascia verrà collocato il Trentino. Sempre nella seduta della mattina è stata in parte approvata una risoluzione di Luca Zeni (Pd) sulle misure urgenti per far fronte alla seconda ondata e da parte di alcuni esponenti della minoranza sono venute critiche severe al Garante dei minori per la sua presa di posizione sull’obbligo delle mascherine a scuola.

Il Consiglio si è aperto con la comunicazione sulla situazione Covid dell’assessora Segnana, la quale ha affermato che ci sono segnali che le misure di mitigazione iniziano a funzionare, ma va tenuta alta la guardia. Aumenta il tasso di occupazione ospedaliera ovunque. L’Rt in Trentino è all’1,32; il tasso occupazione dei reparti ospedalieri è al 59% e quello delle terapie intensive al 47%, il che significa che ci sono 436 pazienti ricoverati e 38 in rianimazione. Si sta lavorando per ampliare l’offerta di letti, fino a 80, negli ospedali privati, la Solatrix, Villa Bianca e Camiliane. L’assessora ha ricordato il protocolli firmati negli ultimi giorni con i comuni che mettono a disposizione gli spazi per i tamponi e l’accordo con i medici di medicina generale per i test rapidi.

In sintesi il rischio anche in Trentino è alto, come in tutte le regioni, per questo, nei giorni scorsi, è stata emanata una nuova ordinanza restrittiva con l’istituzione delle zone Rosse a Castel Tesino e Pinè.

Per ciò che riguarda la burocrazia ci sono novità per il certificato di isolamento che viene inviato a chi risulta positivo o lo si può scaricare si scarica alla piattaforma Fast Trek o dal sito dell’Apss. Sulla questione del test antigenici l’assessora ha ricordato che la PaT ha chiesto nuovamente al Governo di computarli e si attende una risposta.
L’assessora si è soffermata inoltre su una ricerca effettuata in primavera dal Istituto superiore di sanità (Iss) e la Pat hanno svolto un’analisi su 5 comuni ad alta diffusione per conoscere i tempi di mantenimento dell’ immunità. Nella prima fase a maggio sono esaminate circa 3 mila persone e ricontrollate in una seconda indagine dopo 4 mesi con risultati interessanti e importanti, da poco elaborati, per la realizzazione dei vaccini.

Infine, Stefania Segnana, ha ricordato le linee guida delle Rsa e quelle che si stanno elaborando per l’ assistenza domiciliare degli anziani Domani in Giunta, ha detto infine, per quanto riguarda l’ assegno di cura verrà adottata la delibera per prorogare fino al 31 marzo la presentazione della documentazione.

 

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Ore decisive per conoscere il colore del Trentino.

Il presidente Fugatti ha ringraziato i consiglieri per il tono collaborativo e costruttivo e ha ricordato che oggi pomeriggio ci sarà una conferenza Stato – Regioni nella quale di discutono i parametri per definire il colore delle zone. In questa sede si porrà il tema dei test antigenici per arrivare a una classificazione omogenea. Il dottor Rezza, direttore del dipartimento prevenzione del ministero della Sanità, ha ricordato Fugatti, ha detto che il tema è in discussione al ministero e va trattato in modo scientificamente accertato dall’Iss. Il Governo pare che non intenda modificare l’impostazione sui criteri ma siamo comunque alla vigilia della nuova classificazione delle regioni. Tra oggi e venerdì si conoscerà come i parametri sono stati classificati e sui parametri ci sono interlocuzioni tra Iss e Apss. Il presidente ha detto che ci sono parametri in miglioramento a fronte di altri più critici rispetto alla scorsa settimana. Ad oggi, ha aggiunto, non è scontato che tra oggi e venerdì ci sia un nuovo colore per il Trentino. Ci sono dati in peggioramento, nessuno nega la criticità della situazione ma si deve attendere Governo. Ma non c’è la necessità di diventare rossi, ha affermato Fugatti, (anche se magari il governo ci classificherà lo stesso) come poteva esserci nelle prossime settimane. Quindi in serata o più probabilmente domani avremo notizie. La Giunta, comunque, analizza i dati e può anche prendere decisioni più restrittive. Ma questo, ha detto infine, dipenderà dai dati nei prossimi giorni. Sula questione degli aiuti all’Alto Adige il presidente ha etto che non è stata chiesta alcuna disponibilità, quindi il tema non esiste e la collaborazione non manca e non mancherà.

Serve chiarezza sui dati dei tamponi.

Luca Zeni (Pd) si è soffermato sui metodi di conteggio che hanno consentito alle regioni di portare avanti linee strategiche diverse e ha ricordato che ci sono analogie tra Alto Adige e Trentino, solo che a Bolzano adottando un conteggio sia con i tamponi rapidi che molecolari ha scelto una strada più rigida, mettendo in campo una sperimentazione con i test a tappeto. Noi abbiamo fatto una scelta diversa, ha detto Zeni, abbiamo tutelato un po’ più l’economia ma si vedrà se il calo della curva sarà più lungo. Quindi serve un’analisi sull’andamento dell’epidemia e sulle ricadute economiche e per questo è importante avere piena chiarezza sulla situazione reale contando tamponi rapidi e molecolari. Il Pd, ha ricordato Zeni, ha presentato due risoluzioni. La prima chiede, a sua firma, chiede appunto una maggiore trasparenza, e al tempo stesso di aumentare il numero di tamponi coinvolgendo il Cibio e l’Istituto zooprofilattico delle tre Venezie e i laboratori privati. Altro tema è quello della comunicazione e l’automazione delle certificazione e la semplificazione delle procedure burocratiche anche per far guadagnare giorni lavorativi ai quarantenati. Inoltre, ha continuato il consigliere Pd, si deve dare la possibilità alle persone di poter parlare con qualcuno in grado di spiegare le procedure. Sulle cure domiciliari si sta lavorando bene, ma vanno incrementati gli strumenti tecnologici. Bene anche il coinvolgimento dei medici di medicina generale e i pediatri in libera scelta. Tra i punti importanti contenuti nella risoluzione la garanzia delle cure per i pazienti non Covid.

Perché così tanti decessi e ricoveri?

Ugo Rossi (Patt) ha detto che queste informative andrebbero allegati anche numeri per capire bene quello che si sta facendo, anche per non banalizzare lo sforzo che il governo della Pat sta mettendo in atto per dare una risposta efficace alla seconda ondata. Le difficoltà degli ospedali, ha sottolineato, sono serie e forse si potevano aggiungere prima i posti letto delle cliniche convenzionate. Sulla prevenzione e il tracciamento Rossi ha che in molte case di riposo ci sono difficoltà perché i tamponi devono passare per la sorveglianza Covid facendo così perdere uno o due giorni di di lavoro o di presenza nelle strutture degli infetti. Rossi ha chiesto poi quanti sono i tamponi molecolari di conferma sui tamponi antigenici e perché, con un numero ufficiale di positivi inferiore rispetto all’Alto Adige, ci sono così tanti decessi e ricoveri. Grave, per Rossi, il fatto che il personale dell’Apss non abbia potuto andare in Alto Adige per aiutare a fare i test, malgrado i comunicati che parlano di collaborazione con Bolzano e Innsbruck.

 

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La poca chiarezza sui dati induce a comportamenti irresponsabili.

Lucia Coppola (Futura), dichiarando il sì di Futura alla risoluzione Zeni, ha ricordato che queste proposte rappresentano la volontà di procedere in modo unitario. Sulla centrale Covid bene il potenziamento e l’appello del presidente dell’Ordine dei medici ai pensionati è un segno molto positivo anche per incrementare il rapporto con le categorie più fragili. Le modalità differenti tra Trento e Bolzano sono comprensibili ma vanno tenuti i rapporti e vanno guardate con attenzione le sperimentazioni che stanno mettendo in atto. Secondo Lucia Coppola andrebbe rafforzato l’ambito informativo perché la scelta di trattare i dati dei tamponi molecolari e antigenici ha creato tra i cittadini una situazione che non va bene. Perché induce a sospettare una mancanza di trasparenza, dall’altra provoca un atteggiamento troppo rilassato come si è visto nel fine settimana a Trento. Coppola non ha condiviso la presa di posizione del Garante dei minori che ha preso le parti dei genitori “no mask” quando si sa che i bambini sono un vettore importante dell’infezione. Infine, va fatta una riflessione sulla necessità di avere dati chiari e la garanzia che venga fatto un tampone molecolare di conferma.

 

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Attenzione all’impatto sui pazienti non Covid.

Filippo Degasperi (Onda civica Trentino) ha chiesto quali sono le conseguenze sulle chiusure di reparti, come la cardiologia di Rovereto che ha dimezzato gli spazi, e l’impatto della dilazione delle operazioni, con pazienti che si sono visti rimandare per cinque volte un intervento programmato. Sono comprensibili le difficoltà del momento, ha aggiunto, ma la concentrazione quasi esclusiva sul Covid rischia di far dimenticare gli altri fronti. Sui dati se non manca correttezza manca però completezza perché una parte dell’informazione non viene garantita. La necessità di dover confermare i test rapidi è evidente, ma la quarantena standard di 21 giorni va nella direzione opposta e denota disorganizzazione. Serve una spiegazione sul dato di ricoveri anomalo rispetto ai positivi, sottolineato dal Presidente dell’Ordine, e dubbi vengono dal fatto che sembrano scarseggiare negli ospedali le mascherine Ffp2. Inoltre, Degasperi ha ricordato che va interrotta la diaspora del personale dalle Rsa all’Apss. La soluzione di sospendere i passaggi è solo un’azione di emergenza quando la soluzione è invece la parificazione dei trattamenti. Sulle Usca si è detto che ne sarebbero necessarie 20 ma sono solo 13. Vero che c’è una scarsità di medici ma questa deriva dal demenziale numero chiuso di medicina e delle specializzazioni.

 

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Il Garante dei minori avrebbe fatto meglio ad intervenire sulla Dad.

Vanessa Masè (La Civica) è intervenuta sull’intervento dei garante dei minori affermando di essere rimasta stupita dal suo intervento sulle mascherine. Un appoggio dei genitori “no mask” che Masè ha ritenuto inopportuno. L’obbligo della mascherina non fa piacere, ma ha un motivo fondato. Sarebbe stato più opportuno un intervento del Garante sulle conseguenze della dad.

 

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I rinvii degli interventi programmati sono una dolorosa necessità.

L’assessora Segnana ha detto che con l’Alto Adige c’è la massima disponibilità e non sono mai arrivate richieste di aiuto. Sulla situazione ospedaliera ha risposto che le terapie intensive vanno concentrate nei principali ospedali dove c’è il personale idoneo e la strumentazione. La programmazione dei ricoveri viene fatta a steps e in base alle esigenze dettate dall’andamento dell’epidemia e di conseguenza si è costretti a chiudere i reparti. Purtroppo, ha aggiunto, addolorano i rinvii degli interventi ma sono purtroppo inevitabili a causa della necessità di spazi. Segnana ha ricordato che è aumentata tantissimo la possibilità di fare test molecolari e rapidi anche con l’aiuto dell’Esercito. Test rapidi che hanno attendibilità del 90% nei sintomatici e del 50% sui non sintomatici. Prezioso l’aiuto dei medici pensionati per collaborare con la centrale Covid e sono partiti i corsi per i farmacisti per i tamponi, e quelli per le Usca i medici di medicina generale e le guardie mediche. Le Usca sono 16, ha ricordato, il numero assegnato dal ministero e ha ricordato che si tratta di medici neolaureati che quando entrano in specializzazione si licenziano. I 21 giorni di isolamento è il periodo massimo entro il quale si considerano i pazienti non più contagiosi. Sulle Rsa, i ritardi nella comunicazione dei tamponi è stata segnalata anche alla Apps, e anche se la media è di 1,5 giorni, è chiaro che ci sono criticità alle quali va posto rimedio.

 

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Le repliche e la discussione sulla prima risoluzione.

Ugo Rossi ha sottolineato che non è venuta una risposta su quanti tamponi di controllo sugli antigenici non è stata data. Sul rapporto con Bolzano ha ricordato che personale dell’Apss voleva andare nel fine settimana ad aiutare e non lo hanno potuto fare perché l’Azienda ha detto che non c’è la convenzione che però si potrebbe fare in un attimo.

L’assessora ha chiesto la votazione separata della prima risoluzione per il no della Giunta alla premessa perché non riconosce a sufficienza l’impegno messo in campo per affrontare l’emergenza no anche al punto due 2 (aumentare il numero di tamponi) al 9 (effettuare i sette giorni un’analisi epidemiologica con la valutazione dell’impatto di misure di chiusura rigorose) e all’11 (garantire le migliore cure ai malati non Covid). Sì invece dalla Giunta al punto 1 (promuovere un chiarimento sui testo rapidi e molecolari); sul 3 (più informazione e semplificazione delle procedure della quarantena); il 4 (potenziamento del centro Covid); il 5 (potenziare il personale per le cure domiciliari); 6 (definire il ruolo dei medici di base); 7 (promuovere con le associazioni la raccolta di sangue per la donazione di plasma iperimmune); 8 (offrire collaborazione con Bolzano); 10 (promuovere anche durante l’epidemia una campagna sui corretti stili di vita). I punti che hanno avuto il no della Giunta sono stati bocciati con 14 sì e 19 no; glia altri sono stati approvati all’unanimità.

 

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Si stanno dimenticando gli insegnanti.

Lucia Coppola ha dichiarato il sì a tutte e due le mozione e su quella di Sara Ferrari (Pd) sulla scuola (discussa nel pomeriggio ndr) e ha richiamato l’attenzione sulla situazione degli insegnanti sia quelli che lavorano in presenza che in dad. Molti insegnanti e personale scolastico si stanno ammalando e ci sono molte difficoltà soprattutto nelle scuole piccole a fronte di graduatori praticamente esaurite. Il virus è nelle scuole e in modo pesante ma di questo si parla poco. Coppola ha chiesto di ascoltare in assemblea delle minoranze il Garante dei minori perché quanto è avvenuto è molto grave.

 

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Gli infermieri di famiglia non ci sono.

Paola Demagri (Patt) ha dichiarato il sì alla risoluzione Zeni che rappresenta anche un aiuto alla Giunta. Sul punto che parla di cure domiciliari la consigliera ha detto che non si vedono gli infermieri di famiglia e oggi gli utenti assistiti a domicilio positivi rischiano di dover affrontare un cambio, per molti anziani traumatico, dell’operatore. Oggi, ha ricordato, il personale infermieristico delle cure domiciliari in capo ai distretti è impiegato soprattutto per fare tamponi o prelievi.

 

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Serve uno screening sugli insegnanti.

Pietro Degodenz (UpT), dichiarando il suo sì alle due risoluzioni Pd, ha sottolineato l’importanza della disponibilità dei medici in pensione per potenziare la centrale Covid che è uno dei punti dolenti del sistema. Sulla risoluzione della scuola di Sara Ferrari Degodenz si è soffermato sulla necessità di uno screening degli insegnanti ogni due o tre settimane con un tampone obbligatorio. Anche Degodenz ha definito inopportuno e fuori luogo l’intervento del Garante dei minori sulle mascherine a scuola. Un intervento sbagliato, per il consigliere UpT. Infine, ha sottolineato la necessità di collaborazione con il Sud e Nord Tirolo.

 

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Con i dati non chiari preoccupa la politica degli interventi.

Zeni, sulla sua risoluzione, ha detto di accettare il voto separato. Si è poi soffermato sull’intervento di Fugatti sottolineando la preoccupazione su come l’analisi dei dati orienta la politica di intervento. E ha ricordato che il punto 9 della risoluzione chiedeva di approfondire proprio questo. Il no all’appoggio dell’Istituto zooprofilattico, secondo il consigliere Pd, risponde ad una volontà politica e non tecnica.

 

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Il garante è un autorità indipendente e ha diritto di parola.

Alex Marini (Gruppo Misto) sul Garante dei minori ha detto che si tratta di figure indipendenti e non devono rispondere a chi li ha nominati. Se ci sono perplessità si ha l’obbligo di capire il senso delle sue affermazioni anziché criticarle. Inoltre, c’è la libertà di opinione e la prospettiva del Garante è quello di tutelare il minore, anche dal punto di vista psicologico. Se ci fosse stata una commissione permanente sull’emergenza tutto sarebbe stato più semplice invece ora si dovrà convocare una seduta ad hoc. Il Garante ha comunque argomentato il suo ragionamento e ha parlato di rischio di conseguenze psicologiche. Tra l’altro, ha ricordato Marini, invoca interventi per mettere nelle condizioni insegnanti e ragazzi di lavorare in sicurezza. Il consigliere del Misto ha infine ricordato che lo Stato ha distribuito 74 milioni per migliorare gli spazi scolastici, fondi che non sono stati chiesti dalla Pat.

 

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Il Garante dei minori non è un portavoce della minoranza.

Anche Degasperi ha ricordato che il Garante non è il portavoce della minoranza e gli interventi su una sua presunta non “ortodossia” non convincono di certo. Pretendere che questa figura sia costretto a esprimere le opinioni di chi lo ha proposto non ha senso. Inoltre, ha detto ancora Degasperi, si è espresso con pacatezza e chiedere una sorta di comitato di salute pubblica è come minimo fuori luogo. Sulle risposte dell’assessora Segnata, che ha definito lacunose, ha sottolineato che grazie alla “lungimiranza” di chi ha gestito la sanità a livello nazionale e europeo siamo costretti a mandare al fronte o i neolaureati o a richiamare in servizio i pensionati. Inoltre, il consigliere, ha definito un sequestro di persona i 21 giorni di quarantena. Può essere un limite massimo, ha concluso, ma da evitare.

 

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Niente “tribunali” per il Garante.

Claudio Cia (Agire) ha detto di condividere le posizioni di Marini e Degasperi sul Garante dei minori. Garante che ha ben poco da riferire, visto il suo equilibrio e la sua esperienza. Si tratta di una figura di garanzia che non deve essere certo sottoposto a tribunali di sorta. Non ha fatto nulla di grave, ha espresso un giudizio del quale non può essere chiamato a rispondere.
Anche Vanessa Masè (La Civica), pur ritenendo inopportuna la presa di posizione che potrebbe essere strumentalizzata, ha detto che può esserci un’interlocuzione ma nulla di più.
Giorgio Leonardi (FI) ha sottolineato che il Garante dei minori è una figura terza e quindi ha diritto di intervenire. Quindi, no a delucidazioni e a suoi interventi in commissione.

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