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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA: « APPROVATO IL DDL FUGATTI CHE INTRODUCE MODIFICHE PER LO SNELLIMENTO DEGLI APPALTI E I COMMISSARI PER LE OPERE STRATEGICHE »

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13.46 - mercoledì 25 novembre 2020

Consiglio, sì al ddl Fugatti sui commissari per gli appalti delle grandi opere.

Approvato in mattinata il ddl Fugatti che introduce modifiche per lo snellimento degli appalti e i commissari per le opere strategiche.

Il presidente Walter Kaswalder, in apertura di seduta, ha ricordato che oggi è la giornata contro la violenza delle donne. In Consiglio è stato posto un simbolo per ricordare l’impegno delle e nelle istituzioni per affrontare questo dramma sociale e umano.

Si è passati quini al ddl 72, approvato con 23 sì e 8 astenuti, che introduce i commissari straordinari per le opere strategiche. Ugo Rossi (Patt), prima della relazione della Giunta, ha ricordato che il ddl è legato a una norma nazionale richiede un’interlocuzione con Governo per capirne la costituzionalità. La norma, per quanto utile, è a chiaro rischio di un ricorso alla Consulta e quindi ha chiesto quali risposte sono venute da Roma e, inoltre, se è previsto un emendamento per coinvolgere i comuni interessati dalle opere.

Il presidente Fugatti, nella breve presentazione del ddl, ha affermato che al testo del ddl, stando alle interlocuzioni col Mit, è stata dato un sostanziale via libera. Anche se la validazione di un ddl è più complessa, si può avere fiducia che non ci saranno problemi costituzionali. Al Tavolo degli appalti provinciale, ha ricordato Fugatti, è stata condivisa la scelta dell’offerta economicamente più vantaggiosa che servirebbe a velocizzare le gare.

Lucia Coppola (Futura) ha sottolineando la rilevanza dell’introduzione di questi commissari, così come è fondamentale l’individuazione dei progetti strategici; quale significato si vuol dare a questo termine perché si rischia di definire strategiche opere che non lo sono affatto. La norma poi non può diventare l’occasione per ulteriore cementificazione. L’esponente di Futura ha richiamato l’attenzione sulla centralità del rispetto del territorio. Perché, ha aggiunto, è importante la ripresa del lavoro ma non a scapito della correttezza della procedura e dell’equilibrio ambientale. Lucia Coppola ha chiesto infine controlli sulla qualità e la sicurezza del lavoro.

Alessio Manica (Pd), sottolineando che il passaggio, seppur in procedura d’urgenza, in commissione è servito a migliorare il ddl, ha ricordato che l’articolo 3 sui commissari è stato riscritto specificandone meglio i poteri e che tipo di opere abbiano realmente un rilevante impatto economico sociale e di complessità tecnica amministrativa. Si è ristretto quindi il campo e ci si limita agli appalti pubblici negando la possibilità, prevista dalla prima stesura del ddl, di espropri di privati.

E’ stato poi previsto un passaggio in commissione dove la Giunta dirà quali opere saranno commissariate. La norma è una norma straordinaria, che deroga ad un impianto normativa, quindi l’introduzione (con un emendamento di Manica) di un termine di 180 giorni dall’entrata in vigore è una buona cosa. Nonostante ciò il consigliere Pd ha manifestato alcuni dubbi sulla tenuta costituzionale. Se questa norma verrà usata per alcune opere da sbloccare sarà utile, ma non dovrà diventare un veicolo per mettere in attuazione il grande numero delle opere previste dalla Giunta. Inoltre, a fronte delle semplificazioni burocratiche, servono controlli nei cantieri a partire dalla sicurezza sul lavoro e al rispetto dei contratti. Una posizione, ha ricordato, condivisa dal presidente Ance e anche dai sindacati.

Ugo Rossi ha detto che un interlocuzione con il ministero dei Lavori pubblici non basta, perché i problemi possono sorgere con quello delle Regioni. Perché se Roma avrà il sospetto che la norma si potrebbe applicare per opere che straordinarie non sono, lo Stato solleverebbe sicuramente questioni di legittimità e la legge, che è condivisibile, potrebbe fare una brutta fine. Quindi, sui progetti serve prudenza per non suscitare reazioni e va comunque recuperato un certo grado di ruolo statale per evitare ricorsi alla Consulta.

Anche Alex Marini (Misto) ha detto che i profili critici del ddl sono molti. Vero che il decreto nazionale, prevede l’individuazione di opere regionali ma non la nomina di commissari. Per questo si dovrebbe lavorare anche sulla normativa statale per riconoscere nella legge spazi di manovra anche per la Pat. Marini, riguardo le audizioni in commissione, ha detto di aver chiesto di ascoltare l’Anac o perlomeno di chiedere un parere di questo organismo sul ddl. Richiesta bocciata, ha ricordato, perché la Giunta ha detto che l’Anac ha già espresso un parere sul decreto nazionale. Parere, ha detto il consigliere, nel quale l’autorità anti corruzione ha chiesto di non introdurre deroghe alle norme ma, invece, di potenziare l’autonomia delle stazioni appaltanti con assunzioni e sistemi informatici e di non saltare le procedure di trasparenza. Inoltre, ha continuato, la stessa Ance ha chiesto cautela nell’uso dei commissari per non sottrarre il settore alla concorrenza. Anche il coordinamento imprenditori ha chiesto garanzie sulla trasparenza e il Cal, ha sottolineato Marini, ha chiesto con forza un testo unico per gli appalti a livello Pat.

Giorgio Tonini (Pd) ha sottolineato, chiedendo una spiegazione, che la relazione tecnica al ddl dice che non c’è un impatto finanziario, ma ci sono alcuni istituti, come la nomina dei commissari, che invece avranno un onere perché riceveranno un compenso. Quindi, si dovranno verificare le coperture. Richiesta di chiarimento che non ha avuto risposta.
Filippo Degasperi (Onda civica Trentino) ha esordito ricordando che nel 1997 si parlava già di commissari per gli appalti in arrivo. Ma s’è visto come è andata. Il ddl Fugatti introduce una importante deroga alle norme locali e nazionali, quindi, ha aggiunto, di fatto si trasforma la deroga in norma. L’obiettivo di sciogliere i nodi delle opere pubbliche è condivisibile, ma, ha affermato, con la legge del 1997 si prevedevamo 159 opere da commissariare e oggi sono invece 600. Immaginare che i commissari abbiano poteri taumaturgici è, quindi, un’illusione vista l’esperienza storica. Il ddl, inoltre, adotta i ritornelli che dicono che le regole sono un ostacolo alla velocità delle opere pubbliche.

Ma il problema vero è quello di scrivere le regole in modo corretto. Col ddl, invece, si deroga il codice degli appalti del 2006 composto da 278 articoli, 38 allegati e 1400 commi. Norma modificata più di 500 volte e trattata per migliaia di volte da Tar e Consiglio di Stato. Il nuovo codice ha 230 articoli nei quali sono stati riscontrati 221 errori. La stazioni appaltati in Italia erano 15 mila a metà anni ‘90 e sono cresciute fino 35 mila anche se Renzi disse di volerle ridurre a 32. Anche in Trentino, ha detto Degasperi, abbiamo stazioni appaltanti ovunque. Come dimostra il caso di Cognola, dove il Corpo Vvff ha fatto una gara per 206 mila euro per acquistare un’autobotte. Numeri che pesano sulla snellezza delle procedure. Degasperi ha concluso citando un mafioso che, rispondendo a un magistrato che gli chiedeva qual sia il miglior sistema antimafia, disse: una buona amministrazione. Buona amministrazione, ha detto il consigliere, che sia in grado di applicare una sentenza, come nel caso del Not. Inoltre, ritirando un odg in materia, ha ricordato che in Trentino ci sono decine di opere finanziate e mai partite, alcune risalenti al lontano 2007.
Lorenzo Ossanna (Patt) sui commissari ha detto che il passaggio più delicato è l’individuazione delle opere che deve scaturire da un’analisi attenta sul loro reale peso strategico. Si deve poter esercitare la nostra autonomia, ma sapendo gestire le regole introdotte da questo ddl.

Il presidente Fugatti ha concluso affermando che in materia di appalti il Trentino è andato avanti ma ci deve essere il coraggio di cercare nuovi spazi di autonomia in quelli non ancora coperti dallo Stato. Poi può succedere un no della Corte ma l’esperienza dice che sugli appalti c’è una normativa in continua evoluzione che può offrire opportiunità.

Gli ordini del giorno.

Alessio Manica (Pd)
Aumentare i controlli
nei cantieri pubblici
L’odg di Manica, approvato all’unanimità, impegna la Giunta ad approvare entro sei mesi il regolamento dell’articolo 33 della legge 2 del 2016 che prevede la verifica della correttezza delle retribuzioni per gli appalti pubblici. Altro impegno quello di superare la logica dei controlli a campione aumentando il numero del personale addetto in modo da controllare la maggior parte i lavori pubblici di interesse provinciale.

Alex Marini (Gruppo Misto)
Favorire il dibattito pubblico
per le grandi infrastrutture (respinto)
L’odg di Marini, respinto, mirava a impegnare la Giunta all’attivazione, in base alle norme provinciali e nazionali, del dibattito pubblico sugli studi di fattibilità sulle infrastrutture come il collegamento ferroviario Rovereto – Riva e la funivia del Bondone anche per ridurre la conflittualità sociale; a coinvolgere le amministrazioni comunali interessate a queste opere anche attraverso strumenti di partecipazione popolare previsti dagli statuti. Il presidente Fugatti ha espresso il parere contrario.

Alex Marini (Gruppo Misto)
Sì ai protocolli di legalità
per le opere pubbliche
L’odg Marini, approvato all’unanimità, impegna la Giunta a predisporre, in accordo con altri organismi pubblici, protocolli di legalità vincolanti per le ditte che si aggiudicano i lavori pubblici, assicurando quindi la massima trasparenza sui commissari e pubblicando tutti gli atti sul sito della Pat.

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