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CONSIGLIO PAT * INCENERITORE: « GLI AMBIENTALISTI AI CONSIGLIERI PROVINCIALI, ” STOP E DIAMOCI 5 ANNI PER CAMBIARE SISTEMA ” »

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16.16 - martedì 9 maggio 2023

Con passione e pacatezza, quattro rappresentanti di diciassette associazioni ambientaliste si sono rivolti oggi al presidente Walter Kaswalder e a cinque consiglieri provinciali (Dalpalù, Degasperi, Manica, Rossato e Zanella), rinnovando i loro già noti appelli sul tema della chiusura del ciclo dei rifiuti in Trentino.

Pietro Zanotti, per il Tavolo di coordinamento tra questo network di organizzazioni, è stato ben chiaro nel chiedere alla Provincia 5 anni di moratoria sulla scelta di costruire un inceneritore, un lasso di tempo utile a non commettere errori irreparabili e a rimuovere tutti gli ostacoli a una raccolta rifiuti che non abbia più bisogno dell’impianto tecnologico finale.

La riduzione dei rifiuti prodotti: il recente Addendum al piano rifiuti provinciali non se ne occupa – ha detto Zanotti – e invece dev’essere la prima preoccupazione, con un nuovo approccio sistemico che aiuti il sistema produttivo e distributivo a generare meno imballaggi e scarti.

La raccolta differenziata: oggi siamo solo al 74%, dal 2016 – ha giudicato Zanotti – si è persa l’attenzione, ad esempio non si è provveduto a rendere omogeneo ovunque il sistema di raccolta. Va preso spunto da esempi virtuosi (Rovereto appena approdata all’83%, Tenno balzata in poco tempo all’87%) per puntare decisamente a quota 85% per tutto il Trentino. Non solo: la raccolta va migliorata qualitativamente, lo scarto della differenziata può essere ridotto dall’attuale, eccessivo 20% (nel rifiuto differenziato oggi si rinviene un 17,8% di plastica, anche la frazione organica spesso è da buttare perché separata male all’origine). Obiettivo: “risparmiare” 15-20.000 tonnellate di residuo all’anno.

Le tecnologie buone: altre 7 mila tonnellate all’anno di rifiuto possono essere recuperate se solo si va ad ammodernare e utilizzare al meglio l’impianto di trattamento meccanico biologico già esistente a Rovereto.

Le discariche attuali: a domanda di Kaswalder sulla situazione limite di Ischia Podetti (che fare dell’enorme montagna di rifiuti, vicina tra l’altro al corso dell’Adige?) Zanotti ha risposto che purtroppo c’è stato negli ultimi anni un utilizzo eccessivo del sito, che ha generato l’oggettivo stato di emergenza attuale. Gli ambientalisti suggeriscono di credere nelle bonifiche, sull’esempio di quella in corso alla Maza di Arco, dove si prevede di compattare e ridurre a un terzo il volume di rifiuti stoccato a mezza costa.

I costi dell’inceneritore: si parla di 154 milioni di euro, per un impianto che ragionevolmente non avrà da “digerire” più di 60 mila tonnellate all’anno di rifiuto. Un’enormità evitabile, tenendo conto tra l’altro che prevedere 24 milioni l’anno di ricavi dell’impianto cozza contro il dato bolzanino (11 milioni l’anno con ben 125 mila tonnellate di rifiuti annui trattati).

Con Zanotti erano presenti all’incontro con i consiglieri Giuliana Speranza di Legambiente, Franco Tessadri di Mountain Wilderness e Mauro Nones di Pan Eppaa, sempre a rappresentare il più ampio tavolo di coordinamento. Li ha ringraziati il consigliere Manica, che ha espresso in ogni caso una preferenza per l’opzione di piccoli gassificatori rispetto a quella del grande termovalorizzatore.

 

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