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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * III COMMISSIONE: « VIA LIBERA CON TRE VOTI DI ASTENSIONE AL DDL 81 DI TONINA SU AMBIENTE E RINNOVO CONCESSIONI IDROELETTRICHE »

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18.11 - lunedì 1 marzo 2021

Via libera in III Commissione con tre voti di astensione al ddl 81 di Tonina su ambiente e rinnovo concessioni idroelettriche. L’assessore “apre” alla possibilità di società miste pubblico-privato. Manica preannuncia la sostituzione del proprio ddl, respinto, con un emendamento a quello di Tonina. Decise le audizioni per il ddl di Coppola sulla tutela degli animali selvatici. L’assessora Zanotelli anticipa il no della Giunta.

Nel pomeriggio la III Commissione presieduta da Ivano Job ha approvato il disegno di legge 81 proposto dalla Giunta con l’assessore Tonina dedicato a svariati temi legati all’ambiente e all’energia, con particolare riferimento alle concessioni per le medie derivazioni idroelettriche. A favore hanno votato i 4 commissari della Lega (Job, Cavada, Paoli e Savoi) mentre si sono astenuti Coppola (Misto), Manica (Pd) e Ossanna (Patt). Subito dopo l’organismo ha respinto con 4 voti contrari, 2 favorevoli (Coppola e Manica) e l’astensione di Ossanna del Patt, il ddl 8 di Manica per limitare la possibilità di accordare concessione per derivazioni idroelettriche a soggetti privati. Manica ha peraltro preannunciato che ritirerà e non presenterà quindi in aula questo testo per l’esame finale, per proporre al suo posto un “emendamento di sintesi” al ddl della Giunta da concordare con l’assessore Tonina. In precedenza la Commissione ha “aperto” il ddl 9 firmato da Lucia Coppola che l’ha illustrato, e dall’ex consigliere di Futura Paolo Ghezzi, per modificare la legge provinciale sulla caccia del 1991 in modo da assicurare maggiore tutela alle specie animali protette e in particolare ai grandi carnivori. Proposta contro la quale si è espressa l’assessora Zanotelli perché – ha spiegato – già esistono apposite norme che proteggono questi animali selvatici.

 

La discussione degli articoli e degli emendamenti del ddl dell’assessore.

Sul maxi-emendamento all’articolo 3, particolarmente complesso e votato quindi per parti separate, Alessio Manica (Pd) ha motivato sia la sua contrarietà alla norma sulla disposizione che manda a gara le medie concessioni, che a suo avviso è un errore, sia la sua astensione sulla parte relativa alle concessioni per grandi derivazioni, nella quale vi sono passaggi che indeboliscono le possibilità di ricorso a modalità diverse dalla gara per l’assegnazione delle concessioni.

 

Le dichiarazioni di voto. Manica e Ossanna auspicano che il testo migliori in aula.

Manica ha apprezzato il metodo adottato dalla Commissione per permettere un esame non frettoloso di un ddl articolato come questo e la disponibilità data dall’assessore in questa direzione. In ogni caso per il consigliere l’iter del provvedimento ha dimostrato che non è accettabile lo strumento della “legge omnibus”, che mescola tematiche troppo diverse impedendo ai soggetti invitati alle audizioni di affrontare tutte le norme inserite nel testo. Secondo il consigliere un ddl deve avere un argomento omogeneo, mentre in questo caso tutti si sono concentrati sulla questione delle concessioni per le derivazioni idroelettriche. Nel merito del testo Manica ha apprezzato i miglioramenti apportati dall’assessore che ha anche accolto alcune richieste di correzione. Resta a suo avviso il dubbio di fondo sull’opportunità di disciplinare in questo momento le concessioni idroelettriche “dentro i lacci interpretativi troppo stretti delle norme che ci governano”, e mandandone a gara il rinnovo prima di qualsiasi altro territorio e senza verificare la possibilità di adottare altre soluzioni. Soluzioni che siano diverse dalla gara. Nel ddl la preferenza accordata allo strumento della gara per le grandi concessioni è stato introdotto dalla Giunta con un emendamento. Vero che l’assessore sembra intenzionato a correggere il testo su questo punto, ma ora – ha osservato Manica – lo strumento della gara sulle grandi concessione è considerato primario. Il consigliere ha giudicato favorevolmente l’impegno che l’assessore Tonina si è assunto di approfondire la richiesta arrivata anche dal Consiglio delle autonomie locali di valutare l’utilizzo di società miste pubblico-privato. Per Manica inoltre andrà anche soppesata prima dell’aula la questione delle nuove concessioni che in passato si rilasciavano facilmente, mentre oggi la carenza d’acqua dei torrenti e l’emergenza ambientale pongono domande diverse, che esigono una verifica straordinaria. Si tratta di capire se sia opportuno rinnovare le concessioni e mantenerne nei prossimi 30 anni tenuto conto della vivibilità biologica di certi corsi d’acqua. Poter costruire su questo passaggio una gestione maggiormente pubblica per rendere partecipi anche i Comuni rispettando la natura di bene pubblico dell’acqua diventa più difficile. Per questo Manica ha preannunciato la sua astensione su questo ddl pur votando contro alcuni alcune norme. E ha auspicato che da qui aall’esame finale in aula porti ad alcune modifiche migliorative del testo.

Lorenzo Ossanna (Patt) ha ricordato che con questo ddl, anche se la parte del leone l’ha fatta il tema delle concessioni per derivazioni idroelettriche, si introducono anche altre norme importanti su temi ambientali diversi che consentiranno una semplificazione e velocizzazione delle procedure ad esempio nei settori della rottamazione, del catasto, delle barriere architettoniche. Norme sulle quali Ossanna si è detto favorevole. Quanto al tema dell’idroelettrico il consigliere ha riconosciuto la determinazione con cui l’assessore ha portato avanti modifiche che la Provincia avrebbe dovuto introdurre in passato, visto che già nel 2014 si sapeva che diverse concessioni sarebbero scadute e che occorreva affrontare il problema delle grandi derivazioni. Ossanna ha apprezzato che l’approccio al tema sia stato migliorato grazie al lavoro della Commissione, alle audizioni e al dibattito cui sono seguiti gli emendamenti di Tonina. Ossanna ha ringraziato anche Manica per il contributo portato alla discussione. E ha motivato il proprio voto di astensione con l’auspicio che il testo sia ulteriormente migliorato da qui all’aula con emendamenti che tengano conto anche delle proposte presentate dal Consiglio delle autonomie locali.

 

Tonina: necessario avviare un’interlocuzione con il nuovo governo.

L’assessore Tonina è intervenuto dopo il voto finale sul ddl per ringraziare i commissari dei contributi portati nel corso dell’esame del provvedimento che non a caso è stato migliorato dopo gli approfondimenti voluti da Manica con importanti emendamenti. Tonina ha confermato che il ddl è frutto di una viarie esigenze giunte al suo assessorato per garantire una semplificazione di molteplici procedure in materia ambientale. “Strada facendo – ha ricordato – si è aggiunto anche l’emendamento sul rinnovo delle concessioni che ha fatto molto discutere e che non era possibile evitare perché suggerito dai tecnici del dipartimento e dall’Agenzia competente. Emendamento sul quale si sono ovviamente concentrate le audizioni che hanno permesso di raccogliere il prezioso parere di studiosi esperti in materia come i professori Manica e Florenzano. Per questo la Commissione ha voluto apposite audizioni e dalle osservazioni emerse da esperti come i professori Sandro Manica e Damiano Florenzano. Da questi pareri sono scaturite le migliorie apportate al ddl con appositi emendamento presentate anche questa mattina. Per l’assessore anche i tre voti finali di astensione sono l’espressione della volontà di elaborare nel tempo che rimane da qui all’esame conclusivo dell’aula ulteriori emendamenti che perfezionino il testo, anche per quanto riguarda la possibilità di prevedere società miste pubblico-privato. Sull’approfondimento di questo punto Tonina si è preso un impegno preciso, come anche sulla valutazione dell’opportunità di rinnovo delle medie concessioni in rapporto ad esigenze ambientali diverse rispetto al passato. Tonina ha spiegato che per lui non era possibile sottrarsi alla responsabilità di presentare un ddl sulle grandi concessioni ma ha aggiunto che su questo tema andrà ora ricercata una “interlocuzione con il nuovo governo. Perché – ha proseguito – non è vero che la Giunta provinciale vuole a tutti i costi fare le gare e su questo ora è possibile dialogare con alcuni ministri come Colao che si erano già pronunciati a favore di possibili proroghe delle concessioni in essere, riguardanti per noi l’A22 e le idroelettriche”. L’assessore ha ricordato che su questo punto il percorso della Provincia autonoma di Trento è diverso da quello compiuto da altre regioni. Già 13-14 anni fa la politica della Provincia aveva portato alla nascita di Dolomiti energia, affidando al pubblico un ruolo importante in questa società. Tonina ha assicurato che si verificherà se ora vi sono le condizioni per ragionare sulla società mista pubblico-privato attraverso il dialogo con il nuovo governo, oppure se vi siano strade diverse dalla gara. L’importante – ha concluso – è che si lavori per questa partita strategica riservando la massima attenzione ai territori che tanti anni orsono erano stati espropriati e che ora hanno diritto a beneficiare di centrali e centraline in termini di ricadute.

Respinto il ddl di Manica che ne ha preannunciato il ritiro e la trasformazione in un emendamento da concordare con l’assessore.

La Commissione ha poi respinto con 4 voti contrari, uno di astensione (Ossanna, Patt) e 2 favorevoli (Manica del Pd e Coppola del Misto) il disegno di legge 8 di Alessio Manica (Pd). Manica ha ricordato che il testo originario del ddl da lui presentato 2 anni fa mirava a modificare alcune normative per togliere ai privati la possibilità di chiedere dalla Provincia la dichiarazione di pubblica utilità di concessione idroelettrica per derivazioni sopra i 3 megawatt, dichiarazione in virtù della quale è poi possibile ottenere automaticamente l’esproprio di un terreno per realizzare una centralina. In sostanza il ddl riconosceva un altro valore alle iniziative pubbliche perché assicurano più risorse alle comunità locali. Salvo che per le piccole derivazioni sotto i 3 mgw, sulle quali l’interesse pubblico per il contributo alla produzione generale di energia diventa marginale rispetto alle grandi concessioni, e fa venire meno il riconoscimento della cosiddetta pubblica utilità ed urgenza. Prima del voto Manica ha annunciato di voler ritirare il ddl dopo il voto della Commissione e di voler preparare al suo posto un “emendamento di sintesi” da concordare su questo tema con l’assessore perché venga poi inserito nella legge Tonina approvata oggi prima che approdi in aula. “L’emendamento – ha preannunciato – già depositato e che ora è al vaglio degli uffici legislativi e dell’assessorato – toglie la facoltà di esproprio per non creare un canale preferenziale a favore del pubblico rispetto al privato”. Manica ha concluso con la richiesta di sottoporre l’emendamento al parere del prof. Florenzano.

 

NO DELLA GIUNTA AL DDL COPPOLA PER TUTELARE MAGGIORMENTE LE SPECIE PROTETTE. L’ASSESSORA ZANOTELLI: ESISTONO GIÀ APPOSITE NORME. DECISE LE AUDIZIONI.

In precedenza, presente l’assessora Giulia Zanotelli, l’organismo ha “aperto” il disegno di legge 69 proposto da Lucia Coppola (Misto) insieme dall’ex consigliere Paolo Ghezzi (Futura) per modificare la legge legge provinciale sulla caccia del 1991.

Coppola ha illustrato il ddl evidenziando evidenziato lo scopo del testo, che è di introdurre nella normativa alcune misure di tutela della biodiversità animale, condizione irrinunciabile per promuovere l’armonia tra tutte le specie che insieme concorrono al comune benessere, quindi anche a quello degli esseri umani. La caccia non è più giustificata dalla necessità dell’uomo di procurarsi il cibo, ma è diventata un passatempo. Per questo la legge deve tutelare al massimo tutte le specie animali selvatici oggetto dei cosiddetti “prelievi selettivi”. E soprattutto le specie protette. Con questo obiettivo il testo dispone che siano sottoposti a “maggiore tutela” l’orso, il lupo, lo sciacallo dorato (Canis aureus), il gatto selvatico, la lince, la lontra “e gli habitat da esse frequentati”. Il ddl introduce poi un “comitato speciale” nominato dalla Giunta per la tutela di questi animali particolarmente protetti, formato dalla Provincia e da tutti gli altri soggetti interessati oltre che da due biologi della fauna selvatica designati dal Muse. L’organismo avrebbe il compito di effettuare studi per la conservazione delle specie tutelate e per i miglioramenti degli habitat da esse frequentati, e di rendere pareri obbligatori alla Giunta e al comitato per la tutela dell’incolumità pubblica anche sugli atti che dispongono la cattura, la captivazione, il trasferimento in altra sede o l’abbattimento di queste specie protette, a eccezione dei casi di necessità e urgenza, e i pareri chiesti all’Ispra. Terza novità del ddl: i divieti e le sanzioni con l’introduzione del divieto di “molestare, catturare, abbattere, avvelenare” qualsiasi esemplare compreso fra le specie particolarmente protette (orso, lupo, sciacallo dorato, gatto selvatico, lince e lontra), ma anche di rinchiudere (“captivare”) questi animali in strutture che non siano idonee alle loro caratteristiche etologiche. Per questo il provvedimento obbliga la Pat ad acquisire preventivamente indicazioni dall’Ispra sulle dimensioni minime e le altre caratteristiche di recinti e strutture similari deputate ad accogliere esemplari di queste specie particolarmente protette. Ancora, il ddl stabilisce il divieto di “disturbare od ostacolare l’attività riproduttiva e l’allevamento della prole” di queste specie, di “alterare l’ambiente o distruggere gli habitat” frequentati da questi animali, e infine di distribuire, lasciare, disperdere sul territorio alimenti al fine di adescare, per qualsiasi finalità, questi esemplari. Le sanzioni previste dal ddl per chi viola questi divieti vanno dai 2.000 ai 5.000 euro.

 

L’assessora Zanotelli, le cui competenze comprendono anche la caccia, ha ricordato che le specie elencate da Coppola sono già pienamente tutelate dalle discipline comunitarie, nazionali e provinciali. Vige inoltre uno specifico divieto di caccia e uccisione degli esemplari protetti, disciplinati dall’articolo 16 della normativa Habitat. Anche le azioni di disturbo citate nel ddl sono già nella legge del 1991 mentre per quanto riguarda il Comitato, i pareri di quest’organismo si sovrapporrebbero a quelli dell’Ispra e risulterebbero quindi illegittimi. Per questo, ha concluso Zanotelli, la Giunta esprime un parere negativo sul ddl 69.

 

Lorenzo Ossanna (Patt), che è anche cacciatore, ha chiesto allora a Coppola di chiarire lo scopo del ddl visto che esiste già una tutela di queste specie protette e anche il regime sanzionatorio prevede il “penale”.

 

Coppola ha precisato che il senso del testo da lei proposto è di accentuare la parte della legge del 1991 che prevede norme per la protezioni della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia. Siccome l’accento è posto solitamente di più sull’aspetto relativo all’esercizio della caccia, questo ddl punta a sottolineare la disciplina della protezione della fauna selvatica. Ad esempio inserendo l’obiettivo dello sviluppo della biodiversità. E citando esplicitamente quali sono le specie particolarmente protette entrando nel merito di quali animali si tratta. Vero – ha proseguito – che esiste l’Ispra e che già ci sono normative di tutela a livello nazionale e locale. Ma dar vita a questo Comitato permetterebbe di dar voce ad un mondo diverso da quello delle caccia e che si occupa di queste specie protette. Coppola ha poi segnalato l’importanza dei componenti di questo Comitato. Con la soppressione del Comitato faunistico provinciale è venuto a mancare un organismo nel quale avveniva un dialogo che è il caso di tornare a favorire. Si tratta anche di effettuare studi sul miglioramento degli habitat e di fornire pareri alla Provincia sugli atti che riguardano la gestione di questi animali. In realtà, quindi, non si tratta di una sovrapposizione ma di permettere un dialogo ampio tra tutti i soggetti interessati che renda più completo e rappresentativo il dibattito su questo tema. Si pensi alla questione delle rincorse sconsiderate in auto dei lupi cui abbiamo assistito nel recente passato mettendo a rischio questi animali. Anche la parte del ddl riguardante le sanzioni rivede la legge 1991 per aggiornare la normativa rispetto all’attuale sensibilità a 30 anni di distanza da quella disciplina. Il provvedimento esprime quindi un punto di vista che oggi emerge largamente dall’opinione pubblica. Vi sono certo posizioni diverse su questo tema ed è quindi opportuno creare una sede in cui possa avvenire un confronto civile.

 

Zanotelli ha ribadito che il ddl non introduce nulla di nuovo perché la Provincia ha già un dialogo costante con i soggetti preposti ad esempio alla gestione dei grandi carnivori. L’assessore ha condiviso con Coppola l’esigenza di un dialogo che torni ad essere civile ed eviti la fake news nei confronti della Giunta per come gestisce la fauna e in particolare orsi e lupi. Sull’inseguimento dei lupi con le auto esiste già una precisa sanzione. Infine la fauna selvatica è attivamente impegnata nel monitoraggio della situazione di questi animali.

 

Job ha ricordato che dei casi di maltrattamento degli animali selvatici non siano responsabili le genti di montagna che ne conoscono il valore. Su proposta di Coppola la Commissione ha proposto di procedere alle audizioni invitando per esprimere un parere sul ddl 69 Wwf, Lipu, Legambiente, Pan Eppaa, Lav, Lac (Lega Abolizione Caccia) e Mountaine Wilderness.

 

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