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CONSIGLIO PAT – GARANTE DETENUTI * RELAZIONE ATTIVITÀ ANNUALE: MENGHINI, « ALLA DIREZIONE DELLA CASA CIRCONDARIALE DI SPINI SERVE CONTINUITÀ »

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16.44 - martedì 13 ottobre 2020

Nella mattina di martedì 13 ottobre la Garante dei diritti dei detenuti, professoressa aggregata Antonia Menghini, ha presentato in conferenza stampa la sua relazione sull’attività del 2019. Al 31 dicembre 2019 le persone detenute presenti nelle carceri Italiane ammontavano a 60.769, un dato in costante e sensibile crescita dal 2016 (in cui si registravano al 31 dicembre 54.653 presenti). Nella Casa circondariale di Spini di Gardolo, al 31 dicembre 2019, ammontavano a 336, dato anch’esso in crescita rispetto a quello registrato a fine 2018 che, a causa della rivolta di dicembre e del conseguente massiccio trasferimento di detenuti coinvolti, era pari a 290 presenti.

Su questi numeri ha considerevolmente inciso, da ultimo, l’emergenza covid ed i conseguenti provvedimenti adottati dal Governo, così come poi dalla stessa Magistratura di Sorveglianza e che hanno portato le presenze a livello nazionale, al 31 maggio 2020, a 53.387, salvo poi da giugno registrare un costante piccolo incremento. Nella Casa circondariale di Spini di Gardolo le presenze sono dapprima scese a 272 al 31 maggio, per poi risalire fino alle attuali 303 (di cui 283 uomini e 20 donne).

Nella conferenza stampa la Garante ha dato conto delle sue visite in istituto (60) e dei colloqui svolti con le persone detenute (454), della conseguente attività istruttoria e dei rapporti con i diversi interlocutori istituzionali, delle numerose attività di sensibilizzazione sul tema carcere, delle progettualità seguite, oltre che dei rilevanti impegni sul versante dei rapporti con il Garante Nazionale e con la Conferenza dei Garanti territoriali.

Non ha mancato infine di mettere in evidenza le problematicità relative alla Casa circondariale di Spini tra cui si evidenziano in particolare quella relativa al personale gravemente sotto organico dell’area educativa e della polizia penitenziaria (soprattutto, in questo caso, con riferimento alle figure degli ispettori) e quella connessa al rilevante numero delle presenze in struttura con riferimento, nello specifico, ai detenuti protetti che attualmente occupano 2 delle 9 sezioni e sono 101 su complessivi 303.

La Garante ha sottolineato l’importante sforzo, anche di risorse, messo in campo dalla Provincia per la riorganizzazione della sanità in carcere che fornisce oggi un servizio 24 h su 24, sottolineando ancora una volta come particolare attenzione debba essere riservata a coloro che soffrono di disturbi psichici, salutando con favore la prossima realizzazione di uno specifico centro diurno. Una parte rilevante della Relazione è stata infine dedicata al tema del lavoro e alla necessità di investire, anche da parte del nostro territorio, su questo fronte: il lavoro, infatti, rimane l’unico viatico certo per un possibile reinserimento sociale, con un evidente ritorno anche dal punto di vista della sicurezza per il territorio.

Infine, la Garante ha evidenziato che il 2019 è terminato senza che la realtà di Spini di Gardolo registrasse suicidi. Tuttavia, nel 2019, si è avuto un aumento degli atti di autolesionismo e dei tentativi di suicidio. Indispensabile quindi mantenere alta l’attenzione garantendo la completa attuazione del Piano locale di prevenzione delle condotte suicidarie.

Un piano fortemente operativo, teso primariamente ad intercettare il rischio suicidario nelle fasi più sensibili dell’esecuzione della pena in carcere: quella dell’ingresso, del ritorno in libertà e dei singoli momenti rilevanti per la vita della persona detenuta, siano essi collegati a vicende personali e famigliari o alla vicenda giudiziaria. Di fondamentale importanza sarà l’attività di monitoraggio del Piano locale, ancora in fase di definizione, così come l’attività di formazione specifica degli operatori penitenziari.

 

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Nel presentare stamane la sua relazione sulle attività svolte nel 2019, la Garante dei diritti dei detenuti, prof.ssa Antonia Menghini, ha invitato i consiglieri provinciali, (all’incontro c’erano Katia Rossato, Paola Demagri, Sara Ferrari, Alessia Ambrosi, Paolo Ghezzi, Alessandro Savoi, Ivano Job, Lorenzo Ossanna e Roberto Paccher) a visitare, da lei guidati, la casa circondariale di Spini di Gardolo a Trento per poter conoscere la realtà e i problemi dei detenuti e degli operatori che in essa vivono e lavorano ogni giorno. Presenti il Vicecomandante della polizia penitenziaria del carcere di Trento Riccardo Salvi e Gianna Morandi, Difensore civico, ufficio operante anch’esso nell’ambito del Consiglio provinciale, Menghini ha sia “fotografato” con il supporto di dati e grafici (vedi slides allegate e comunicato di sintesi della relazione da lei fornito) l’attuale situazione della casa circondariale di Spini in rapporto a quella nazionale, sia illustrato i progetti attuati e avviati nonché le principali criticità, richiamando infine l’attenzione sugli interventi da mettere al più presto in campo per fronteggiare i problemi. La Garante ha esordito ricordando il non facile inizio del 2019, dopo che l’anno precedente si era concluso con la drammatica rivolta seguita ai due suicidi di detenuti, la cui notizia aveva fortemente scosso l’opinione pubblica trentina. È stato necessario riparare i gravi danni alla struttura e adottare provvedimenti incisivi per evitare il verificarsi di altre tragedie. Tra gli interventi più importanti in parte avviati e da potenziare per il recupero e la riabilitazione dei detenuti, la Garante ha messo soprattutto in luce le attività formative e lavorative per le quali servirebbero ulteriori investimenti sul personale, specialmente nell’area educativa e degli ispettori di polizia penitenziaria, e da parte di aziende private.

 

 

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Risposte alle domande su lavoro, cure e stranieri.
Dopo aver presentato la relazione, Menghini ha risposto alle domande poste dai consiglieri e dai giornalisti. A Paola Demagri di informazioni sul numero di detenuti che assumono psicofarmaci, la Garante ha detto di non avere dati al riguardo e che il trattamento di queste problematiche è affidato allo psichiatra. Ha però aggiunto di sapere che rispetto ad altre realtà carcerarie, in quella di Spini vi è una certa parsimonia nel prescrivere questi farmaci ai detenuti. Sempre sollecitata da Demagri sul tema cruciale del lavoro, Menghini ha sottolineato l’importanza per il carcere di disporre di ampi spazi verdi dove le persone detenute possano occuparsi della coltivazione di ortaggi, erbe mediche e verdure come sei di loro avevano fatto fino al 2018 grazie alla cooperativa “La Sfera”.

Oggi, ha spiegato, in questa direzione è orientato il progetto “Seminare oggi per raccogliere domani”, che prevede attività di manutenzione del verde, orticoltura e frutticoltura biologica, destinato a coinvolgere soprattutto chi è prossimo a concludere il periodo detentivo. Infine Demagri ha chiesto notizie sulla possibilità di dotare anche la Provincia di Trento di un Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria, la cui sede più vicina è a Padova, per permettere di rispondere meglio alle esigenze locali. La Garante ha ricordato che il Provveditorato di Padova è competente sul Triveneto e ha finora dimostrato di soddisfare le richieste di trasferimento dei detenuti verso altre strutture penitenziarie di sua competenza, in tempi più ridotti rispetto a quelli del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di Roma.

A suo avviso una struttura del genere a Trento avrebbe senso solo se disponesse di autonomia e di risorse adeguate con cui intervenire a favore degli istituti di pena del nostro territorio. A una domanda posta da Paolo Ghezzi sulle ragioni che spiegano perché nella casa circondariale di Trento, diversamente che nel resto d’Italia, vi sia un elevato turnover di persone detenute e la presenza di reclusi stranieri superi quella degli italiani, la Garante ha segnalato che una situazione simile si registra anche in altre regioni come la Valle d’Aosta e la Sardegna. Non è chiaro però, ha aggiunto, dal momento che si hanno solo dati aggregati e non riferiti a singoli casi, quale sia la percentuale degli stranieri tra le persone detenute trasferite a Spini da altre strutture, né è possibile sapere con precisione quanti siano i trasferimenti da altre carceri motivati da sovraffollamento e quanti da esigenze di sicurezza. Questi ultimi riguardano spesso detenuti con personalità di difficile gestione. Spini.

 

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Gestione Covid19: utilizzare le tecnologie per i colloqui anche dopo l’emergenza.
Sull’andamento dell’emergenza legata all’epidemia da Covid19, Menghini ha ricordato che nella casa circondariale di Trento la gestione da parte dell’Azienda sanitaria e dalla Direzione di Spini è stata “precisa, puntuale ed efficace” come dimostra il fatto che non si sono avute proteste violente com’è accaduto invece, purtroppo, in altre carceri. Dal giugno scorso, ha proseguito, è in atto una graduale ripresa sia degli ingressi di volontari e operatori esterni sia dei colloqui con i famigliari, che nella fase più critica erano stati sospesi. Da questa settimana inoltre ripartirà la scuola a pieno regime. La Garante ha insistito sull’esigenza di proseguire anche quando sarà finita l’emergenza con l’utilizzo delle tecnologie di comunicazione a distanza. Tecnologie da sfruttare anche per le attività trattamentali.

 

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La la direzione della struttura ha bisogno di continuità.

La prof.ssa Menghini ha concluso sottolineando il bisogno di continuità alla guida della casa circondariale di Spini che ha visto avvicendarsi 8 direttori in 10 anni. Anche l’ultima direttrice, dott.ssa Nuzzaci, sei mesi dopo l’assegnazione a Trento ha dovuto iniziare ad operare a scavalco con il carcere di Bolzano, mentre la struttura di Trento ha la necessità di una figura dedicata al cento per cento e di lungo periodo. Peraltro il problema, ha precisato, è nazionale. La Garante ha infine apprezzato l’invito a lei rivolto dal Consiglio provinciale per una prossima consultazione in sede di Commissione, segno di un interesse crescente e che permetterà di approfondire queste e altre tematiche legate alla casa circondariale di Spini.

 

Link alla relazione annuale della Garante dei diritti dei detenuti

 

Link alle slides utilizzate dalla Garante per illustrare la relazione annuale

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