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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * COMMISSIONE D’INDAGINE SUGLI AFFIDI« LA FOTOGRAFIA DEI SERVIZI E DELLE NORME A FAVORE DEI MINORI »

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16.03 - giovedì 18 giugno 2020

Commissione d’indagine sugli affidi, la fotografia dei servizi e delle norme a favore dei minori.

Nella seduta di oggi della Commissione speciale d’indagine sull’affidamento dei minori, presieduta da Mara Dalzocchio della Lega, è stata fatta la fotografia della normativa nazionale e provinciale e dei servizi Pat a favore dei ragazzi in difficoltà. L’assessora Stefania Segnana, aprendo la seduta, ha ricordato che lo scopo della Commissione è quello di verificare che bambini in difficoltà siano seguiti nel migliore dei modi e garantito il livello di grande attenzione dimostrato dalle strutture provinciali. Nell’emergenza Covid, ha ricordato ancora, c’è stato un forte impegno, anche con la collaborazione dei Garante, per assicurare i rapporti tra ragazzi e famiglie nonostante le difficoltà causate dall’emergenza sanitaria. Un’esperienza dura ma positiva, soprattutto perché ha permesso di far crescere anche qualitativamente il contatto familiare. Ora, ha aggiunto, si sta lavorando per sostenere le difficoltà che gli assistenti sociali si trovano ad affrontare, creando un gruppo di lavoro che supporti e condivida le loro scelte, che alle volte devono essere necessariamente forti, per la gestione dei minori in difficoltà.

 

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L’emergenza Covid è stata anche un’occasione di crescita.

La dottoressa Anna Berloffa, direttrice dell’ufficio età evolutiva, genitorialità e Centro per l’infanzia, introducendo la relazione, ha detto che nei drammatici mesi che ci siano lasciati alle spalle si è dovuta affrontare un’emergenza nell’emergenza, quella dei minori che al momento della quarantena si trovavano fuori famiglia. Con i direttori dei centri residenziali, ha ricordato, si è condiviso momento per momento e malgrado le difficoltà si è sempre cercato di mantenere un clima sereno con i ragazzi e con i genitori. Interessante, ha aggiunto la direttrice, è stato constatare che, nonostante la sospensione degli incontri, la maggior parte delle famiglie ha compreso la situazione e reagito con responsabilità. I contatti con i ragazzi, attraverso le video chiamate, sono stati intensi e positivi. L’emergenza si è trasformata in un’occasione importante per condividere le paure non solo dei minori, ma anche dei padri e delle madri. Per molte di queste famiglie, insomma, il periodo acuto dell’epidemia Covid – 19 si è trasformato in un momento di crescita. Certo, è stata un’esperienza dura: i bambini del Centro per l’infanzia hanno potuto trovare uno spazio per giocare nel giardino, mentre i ragazzi hanno dovuto condividere la vita negli spazi ristretti degli appartamenti. Ma questa vicinanza, per quanto obbligata, ha permesso però contati più intensi con gli educatori che hanno dato frutti positivi. La Commissione d’indagine, ha detto infine Berloffa presentando norme e dati, può essere un’occasione per conoscere i servizi ma anche la vita dei ragazzi e delle loro famiglie.

 

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Il 5% dei minori trentini sono seguiti dai servizi Pat e delle comunità di valle.

Ampia e completa la relazione sulla normativa e sul sistema di assistenza ai minori in difficoltà presentata da Anna Berloffa, Manuella Tonolli e e dalla dirigente del Servizio politiche sociali Federica Sartori. Il 5% dei 94 mila ragazzi trentini con meno di 18 anni è seguito da uno dei servizi della Pat o delle Comunità di valle. Un investimento robusto anche dal punto di visto finanziario: per i centri diurni e centri aperti, che sul territorio sono 90, la Provincia ha investito nel 2018 (ma il trend è confermato anche per lo scorso anno e il 2020) 8 milioni di euro e 6 milioni e 671 mila euro per i 52 servizi residenziali perlopiù concentrati nelle aree cittadine, che lo scorso anno hanno seguito 168 ragazzi dagli 11 ai 17 anni. Per i contributi per gli affidi familiari la cifra è stata di 215 mila euro; di un milione e mezzo la quota per gli interventi educativi a domicilio gestiti dalle Comunità di valle.
Anna Berloffa ha ricordato che la legislazione in materia di minori, a partire dalla legge del 2001, ha posto al centro, oltre al benessere psicofisico dei ragazzi, anche la famiglia di origine e comunque, tutti gli interventi, sono impostati in base al diritto del minore ad avere una famiglia. Nel 2001, ha ricordato, anche se in Trentino non esistevano più da tempo, sono stati aboliti gli istituti e il sistema di aiuto è, ormai da anni, impostato sul modello familiare.
Nel Centro per l’infanzia sono stati accolti 41 bambini dagli 0 agli 11 anni (nell’arco dell’anno si sono registrate 27 nuove accoglienze e 26 dimissioni). Di cittadinanza italiana in maggior parte (22), 16 di famiglia extraeuropee, soprattutto Bangladesh e Pakistan, 3 europei. La maggior parte di questi piccoli sono stati seguiti a causa dell’incapacità o della negligenza dei loro familiari a seguirli o per maltrattamenti, ma nessuno, e questo è un dato importante, a causa dei problemi economici o abitativi delle loro famiglie.
Manuela Tonolli che fa parte dell’Equipe multidisciplinare affidamento minori e famiglie, organismo che opera in sinergia con le strutture private, ha affermato che per gli affidi uno dei principi cardine, oltre al rispetto dei diritti del minore, è la valorizzazione degli aspetti positivi della famiglia di origine in modo che i ragazzi possano integrarla dentro di loro con quella affidataria. I minori in affido sono 63, più altri 18 affidati a parenti. La decisione di allontanarli dalle famiglie da parte del giudice è di solito causata dalla situazione di tossicodipendenza, da malattie psichiatriche, precedenti penali e fragilità cognitive dei genitori.

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