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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT* PRIMA COMMISSIONE: CONCLUSE LE AUDIZIONI PER LA FINANZIARIA 2018 CON I SOGGETTI TERRITORIALI

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19.20 - mercoledì 22 novembre 2017

Oggi in prima Commissione permanente. Concluse le audizioni alla finanziaria. La prima Commissione permanente di Mattia Civico ha ospitato oggi le ultime audizioni alla manovra finanziaria della Provincia. Camera di Commercio, Consorzio dei Comuni e Imprenditori ascoltati nel pomeriggio. In allegato i documenti consegnati dai soggetti intervenuti.

 

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Situazioni differenziate e diverse velocità di reazione, previsioni di crescita più timide rispetto ai pronostici Pat –

I primi ad essere ascoltati sono stati Giovanni Bort, Michele Passerini e Massimo Pavanelli dirigenti della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura della provincia di Trento. Il parere favorevole di fondo da parte dell’ente alla manovra è stato inquadrato nella situazione economica nella quale si colloca, dove si registra una dinamicità contenuta rispetto ad altri anni che hanno caratterizzato questo territorio. Una situazione positiva, sebbene marcatamente differenziata a seconda dei settori (edilizia ed estrattivo, ad esempio, ancora scontano una situazione piuttosto critica con velocità di reazione diverse).

Nella sostanza, essere piccoli rende tutto più complesso e difficile da gestire. Sarebbe opportuno dunque monitorare se le misure poste in essere hanno comportato dei risultati nella direzione del sostegno alle piccole e micro imprese. Ad esempio, il sistema duale tipico del mondo germanico: è importante che l’impresa comprenda che l’investimento sullo studente avrà a lungo termine un ritorno.

Altro aspetto quello legato alla digitalizzazione della pubblica amministrazione in cui si riscontra ancora una volta la difficoltà di accesso delle piccole attività produttive: l’obiettivo è semplificare e rendere più agevole il rapporto con la p.a. e mettere in campo azioni di promozione di questi strumenti che si potrebbe compensare con l’introduzione nelle aziende di nuove competenze e nuove forze, controllando i costi dell’ente pubblico e la qualità della spesa. Infine, un invito a fare una valutazione/confronto sul costo dei diversi strumenti disponibili per questo tipo di servizi.

Rodolfo Borga ha rilevato il divario tra l’aumento della crescita collocato dalla Camera di commercio tra l’1 e l’1,5% mentre la Pat rileva un andamento di segno positivo dell’1,5-1,7% definito altresì “prudenziale”. Il consigliere Maurizio Fugatti ha rilevato la crescita della spesa corrente di oltre il 3% rispetto all’anno scorso, il livello massimo di sempre, che la Giunta imputa all’aumento dei servizi: come la pensa Camera di Commercio?

Pietro De Godenz ha chiesto la posizione di Camera di Commercio rispetto alla possibilità di sostegno dei progetti di dismissione e riconversione degli impianti di risalita, Marino Simoni ha ripreso il tema della digitalizzazione ed ha chiesto quanto questa incida in termini di maggiori costi per le aziende. Walter Kaswalder si è chiesto perché, a fronte di urgenti e insistenti richieste, la domanda delle aziende di ridurre la asfissiante burocrazia, sia poco ascoltata. Il polso della situazione rispetto al tema dell’occupazione, in particolare quella giovanile, è stato infine chiesto dal Presidente della Commissione Mattia Civico.

 

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Giovanni Bort, sulla burocrazia ha osservato che in Italia è tutto vietato ciò che non è espressamente consentito e viceversa: proprio l’opposto di quanto accade altrove. E’ vero, ha convenuto, la burocrazia assorbe una quantità impensabile di tempo, è opprimente, complicata, però è forse una battaglia inutile da combattere.

La nostra economia è bloccata da un fisco vorace e da una burocrazia che crea un labirinto spesso senza via d’uscita. Sulla dismissione degli impianti: non è sbagliato pensare ad un tipo di turismo che meglio si adatti al territorio e alle variazioni climatiche.

In questo contesto il Rolle è una caso particolare, che paga lo scotto di un’azienda collocata in una posizione particolare. Sulla differenza della nostra previsione di crescita rispetto a quella preventivata dalla Pat: noi facciamo riferimento a dati effettivi che rileviamo sulla base di precisi monitoraggi. Realisticamente, ha confermato Pavanelli, possiamo pensare di collocarci tra l’1 e l’1,5%.

La nostra crescita assomiglia purtroppo sempre più alla media italiana e sempre meno al vicino Alto Adige e i motivi li potremmo stare a discutere per una settimana. Quanto agli scenari italiani “non splendidi” per il 2019, evidenziamo una “ripresina” del 2%, ma siamo cauti sulla solidità di questa ripresa.

Per quanto riguarda l’occupazione i nostri dati evidenziavano a metà anno una sostanziale stabilità e nel terzi trimestre un leggerissimo incremento. Effettivamente c’è una crescita delle assunzioni per i giovani sotto i 30 anni, per lo più a tempo indeterminato, in professioni non high skill.

Sulla spesa corrente provinciale un aumento potrebbe essere legato a profili di armonizzazione del bilancio, quindi occorrerebbe monitorare il futuro, non tanto la spesa assoluta, ma la qualità della spesa, ovvero la canalizzazione delle risorse, ha precisato Passerini.

Il problema della digitalizzazione è anche un aspetto di volontà di verificare, anche coinvolgendo in un unico strumento di centralizzazione le singole amministrazioni e riducendo costi e tempi di gestione.

 

 

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Apprezzamento per la manovra con alcuni suggerimenti puntuali –

Paride Gianmoena per il Consiglio delle autonomie locali ha espresso in premessa un appello sollecitato dagli stessi sindaci, ovvero di essere interpellati per queste osservazioni con maggior anticipo, dal momento che l’operazione di coinvolgimento dei territori è lunga e faticosa. Detto questo le linee della manovra sono state nel complesso apprezzate.

Gianmoena ha esaminato diversi passaggi rispetto ai quali si propongono puntuali modifiche, illustrati nel documento consegnato. In particolare sui temi del personale, lavori pubblici, trasparenza e fondo per le anticipazioni.

Sul personale avevamo chiesto per note ragioni la sostituzione dei pensionamenti e questa è contenuta nel disegno di legge. Sul come assumere, condividendo le difficoltà dei piccoli comuni nel fare i bandi di concorso, abbiamo condiviso la proposta che possa essere il Consorzio a sostituirsi nelle procedure, però per noi è essenziale che la facoltà resti prioritariamente dei comuni.

Si invita poi il Consiglio a disciplinare la materia delle stabilizzazioni del personale precario dei comuni, di nidi e scuole materne.

Un passaggio importante quello sul fondo forestale per le anticipazioni: per i comuni è molto importante avere queste risorse e nel disegno di legge non si riesce a capire se i 6 milioni di euro continuano a rimanere nella disponibilità degli enti locali. Quanto ai lavori pubblici la manovra contiene importanti e interessanti novità che condividiamo, mentre esprimiamo perplessità sull’applicazione del prezzo più basso non solo per le forniture, ma anche per i servizi.

Massimo Fasanelli ha evidenziato la necessità di mantenere l’autonomia per i Comuni rispetto alle assunzioni, un piccolo tassello da conservare. Dal punto di vista economico, ha chiesto il parere sul fondo perequativo e sull’Imis che si prevede di stabilizzare: a suo parere sarebbe il caso di individuare una soglia massima di recupero che garantisca maggiore equità. Simoni ha espresso preoccupazione sul discorso della banda larga, in particolare sull’ultimo miglio, ed ha chiesto se ci sono riflessioni al riguardo. Kaswalder ha chiesto se ci sono dati sulle gestioni associate e sui risparmi che avrebbero dovuto comportare. Giacomo Bezzi ha aggiunto che sarebbe interessante, oltre ai costi, capire la soddisfazione del personale sulle gestioni associate.

Sull’autonomia rispetto alle assunzioni, abbiamo raccolto due diverse esigenze, ha detto Gianmoena: ci sono comuni che non riescono a fare i concorsi e spesso passano mesi per inserire compiutamente il personale all’interno dei ruoli ai quali sono chiamati. Per questo insieme di motivi si è pensato ad una gestione “facoltativa” da parte del Consorzio, nel caso in cui il Comune non riesca ad assolvere a questa funzione. Per quanto riguarda il fondo perequativo, il concorso alla finanza pubblica (3 milioni) è nettamente inferiore rispetto agli anni scorsi, mentre sull’Imis, l’importo stanziato dovrebbe ristorare tutti i comuni. Ragionamenti sulla banda larga non ne sono stati ancora fatti in maniera approfondita. Gli obiettivi di riduzione delle spese per le gestioni associate dovranno essere raggiunti nel 2019 e non ci sono dati che dicano a che punto siamo. Quanto alla soddisfazione del personale, l’alternativa era rimanere fermi, una soluzione che avrebbe creato più problemi. Dobbiamo considerare che negli ultimi cinque anni si sono persi oltre 400 dipendenti.

 

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Settore agricolo in difficoltà: cruciali la formazione e la sburocratizzazione del sistema –

Paolo Calovi (Confederazione italiana agricoltori) ha apprezzato le risorse aggiuntive messe nella manovra, anche se serve uno sforzo maggiore per dare impulso al sistema: proveniamo da un’annata difficile a causa delle difficili condizioni meteo, che ha evidenziato i problemi del settore agricolo. La programmazione finanziaria ha subito continue variazioni e lo strumento di carattere europeo del Psr, strumento di riferimento anche per la nostra provincia, non riesce ad essere incisivo.

La formazione, strumento indispensabile per sviluppo e innovazione, non è stata ancora attivata. Altro intervento importantissimo per il nostro settore quello della ricerca. Un appello è stato rivolto per la semplificazione degli adempimenti burocratici: attualmente tutte le imprese sono considerate colpevoli e devono dimostrare la loro innocenza, situazione aggravata anche da un’ottusa applicazione delle normative, spesso senza saper interpretare il contesto. Infine, Calovi ha rilevato la necessità di una revisione dell’Imis, gravosa per le aziende agricole e rispetto alla quale occorre prendere provvedimenti.

 

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Lavoratori autonomi esclusi dagli ammortizzatori e accesso al credito –

Per Mauro Paissan di Confesercenti questa è una manovra volta al sostegno della crescita economica locale, un sostegno importante per i prossimi tre anni. Possiamo confermare un apprezzamento sostanziale, ha detto, pur con qualche precisazione: in merito al welfare la categoria dei lavoratori autonomi non ha diritto al momento di accedere a nessun ammortizzatore sociale:la fotografia del mondo delle imprese ci deve indicare che la parte debole del territorio non è solo quella rappresentata dai lavoratori, ma è evidente che anche i datori di lavoro sono una componente fragile: si potrebbe utilizzare in prospettiva il fondo di solidarietà come strumento per aiutare anche i lavoratori autonomi e le piccole imprese.

Altro punto, la fiscalità rispetto alla quale c’è apprezzamento sull’articolo 27 (compensazione d’imposta per imprese innovative attraverso il sistema del reinvestimento dell’utile) e in seconda battuta si auspica venga riproposto il meccanismo del superammortamento.

Infine, il problema dell’accesso al credito, sempre più soffocante per le imprese e insostenibile sopratutto per le piccole imprese. Rispetto a questo si suggerisce di considerare il sistema dei Confidi come strumento straordinario che la Pat deve utilizzare in maniera sempre più coraggiosa per il futuro e, seguendo l’esperimento del 2016, di conferire a Confidi un fondo straordinario di 36 milioni da gestire nel triennio 2018-2020 per intervenire con fondi diretti a tutte le imprese di tutte le categorie, con un occhio di riguardo per la micro impresa.

 

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Trentini molto più lenti rispetto all’Alto Adige e alle altre regioni europee: con questo trend in tre anni sotto la media –
Roberto Busato di Confindustria ha espresso un parere complessivamente positivo, ma nel contempo ha rilevato l’assenza di una chiara strategia di politica economica che faccia crescere questo territorio. C’è una ripresa mondiale, ha osservato: se guardiamo le previsioni del Pil si stima un aumento dell’1,5% e se osserviamo la domanda di finanziamenti delle imprese, è in crescita nel primo semestre di quest’anno. Sono dati incoraggianti, che devono però essere accompagnati da politiche pubbliche mirate.

Il confronto con l’Italia è positivo, ma se operiamo un confronto della nostra provincia con le altre regioni europee, il trend di crescita è molto diverso: siamo molto più lenti ad esempio di Alto Adige e di Tirolo e avanti così tra tre o quattro anni ci troveremo al di sotto della media europea. 66 milioni di aumento della spesa corrente è un dato preoccupante, ha aggiunto: questo fa diminuire la spesa per gli investimenti e di conseguenza riduce la crescita. Altro aspetto critico, quello della semplificazione amministrativa, “una priorità per le imprese”: occorrerebbe pensare a procedure e strumenti per ridurre il carico amministrativo che le aziende hanno. Parere positivo sul mantenimento delle aliquote Irap, così come sulla riduzione dell’aliquota Imis per certi fabbricati.

Su lavoro e formazione siamo molto preoccupati, ha detto, perché registriamo una enorme richiesta di personale qualificato: oggi è sempre più accentuato il gap tra competenze richieste e lavoratori disponibili: in tema di collocamento dei lavoratori si sono sempre privilegiate politiche passive (vedi Progettone), mentre è necessario fare formazione e investire in un sistema di certificazione delle competenze. Uno sforzo va fatto anche sul credito, dove è necessario promuovere strumenti di supporto alle imprese.

Il Trentino, ha aggiunto, deve rapidamente realizzare opere viarie come la Loppio-Busa e attivare un tavolo di confronto permanente su grandi opere come il tunnel del Brennero. Infine, le società di sistema riteniamo che dovrebbero avere come interlocutori le associazioni di categoria e non le singole aziende.

 

 

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Occorre intervenire sul credito, sull’Imis e investire nelle opere pubbliche –

Ferruccio Veneri di Confcommercio ha rilevato in premessa che i dati macroeconomici registrano un territorio in lieve ripresa. Tuttavia, per il consolidamento della ripresa è necessario porre in essere tutta una serie di azioni a favore della nuova imprenditorialità, riduzione dei vincoli burocratici, sviluppo del turismo di qualità, miglioramento della produttività dei servizi ecc.

Preoccupazione è stata espressa per l’incremento della spesa corrente e non condivisione per l’aumento dell’Irap per certe categorie: è vero che si registra una lieve ripresa, ma siamo ancora in una fase di passaggio difficile. Chiediamo un intervento sul credito, che Confidi possa erogare finanziamenti diretti almeno pari a 200.000 euro, ha detto e per l’Imis chiediamo che l’aliquota agevolata dello 0,55% sia estesa a tutti i fabbricati della categoria catastale D8.

Ben vengano le opere pubbliche programmate, l’importante è che si rispettino i tempi e che eventuali grandi opere non concorrano a bloccare le altre. Si chiede inoltre la reintroduzione del differimento dei vincoli economico finanziari posti in capo alle imprese per l’ottenimento degli incentivi.

 

 

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Gare, superfici commerciali e grandi opere –

Mauro Fezzi, Presidente della Cooperazione si è concentrato su tre aspetti: uno riguarda gli affidamenti in gara, settore nel quale deve essere messa a fuoco la maggiore autonomia della Provincia. La seconda questione interessa le superfici commerciali nel cui contesto la difficoltà di mantenere una rete ed essere competitivi nelle periferie è sotto l’occhio di tutti: aspetti sui quali si giocano le ricadute delle attività economiche.

Per il Trentino è evidente che la tematica del tunnel del Brennero è determinante per diversi aspetti, economici e non solo. Sull’Irap Fezzi ha annunciato una proposta di aliquota agevolata e di valutare la possibilità di aiuti per l’investimento degli utili. Infine, altri richiami e richieste di modifica puntuali sono stati illustrati rispetto al settore agricolo, sull’Imis e sul fondo partecipativo che la Pat ha istituito per il settore della cooperazione.

 

 

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Servono investimenti sui collegamenti e un sistema efficace di trasferimento dagli aeroporti e una tassa di soggiorno più equa –

Giovanni Battaiola per l’Asat ha rilevato la ripresa economica ed occupazionale del settore. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per la riduzione degli investimenti e l’aumento della spesa corrente. Apprezziamo la conferma della riduzione dell’Imis anche se segnaliamo che la revisione delle rendite catastali per gli immobili alberghieri di fatto la vanifica.

Apprezzata anche l’aliquota agevolata Irap, mentre non condividiamo che sia premiante solo per chi aumenta l’occupazione sopratutto in un settore che ha la stagionalità come caratteristica fondante. Buono anche il meccanismo del credito d’imposta per agevolare alcuni sistemi di finanziamento, ma invitiamo ad un sistema di facile applicazione.

In materia di investimenti, la Loppio-Busa e il tunnel del Brennero sono strategici, così come non si può ormai più prescindere da un sistema di collegamento cadenzato ed efficace con gli aeroporti: investimenti necessari per crescere.

Sulla promozione occorre una conferma delle risorse messe a disposizione, mentre si chiede non venga aumentata l’imposta di soggiorno e che venga fatta pagare a tutti (seconde case comprese). La gabola della tassa patrimoniale è ridicola rispetto alle cifre raccolte all’interno del mondo alberghiero. Infine, si chiede un coinvolgimento importante nel cambiamento delle regole della raccolta differenziata, dal momento che è una voce di costo molto alta per le aziende.

 

 

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Edilizia in crisi e la Provincia naviga a vista –

Giulio Misconel per Ance evidenzia ancora una volta un segno meno del settore edilizio ed esprime aspre critiche verso le politiche della Provincia degli ultimi anni: “qui si vive alla giornata e si naviga a vista con una politica poco seria”, ha detto. Le opere che dovevano partire sono state bloccate e troviamo solo gente che non si assume responsabilità, le imprese più evolute se ne stanno andando via dal Trentino, in luoghi dove il confronto politico con gli imprenditori è diverso.

Qui vige solo la logica del massimo ribasso, ha aggiunto. Misconel ha poi avanzato una serie di proposte di modifica puntuali, illustrate nel documento consegnato ed ha definito vergognosa la spesa corrente di 1 a 3, chiedendo meno contributi , più risorse e più investimenti.

 

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Sburocratizzazione e maggiore chiarezza delle procedure, bene il recupero dei centri storici e l’utilizzo delle seconde case a fini turistici –

Una valutazione complessiva positiva è stata espressa dal Presidente degli Artigiani Marco Segatta. Plauso per lo sforzo sull’Imis e su altri correttivi introdotti anche su suggerimento della categoria. Sarebbe utile ridurre l’Imis per le aziende che lavorano in territori svantaggiati, e si riterrebbe opportuno incentivare i poli di eccellenza che accompagnano le imprese, utili a svolgere il compito di aggregazione.

Tema molto importante quello della sburocratizzazione delle procedure e l’introduzione di regole chiare. Critici anche gli artigiani sull’aumento della spesa corrente e sul finanziamento del credito rispetto al quale Confidi potrebbe essere determinante. Apprezzato in modo particolare il recupero dei centri storici e l’utilizzo delle seconde case a scopo turistico, che danno la possibilità di riqualificare gli immobili.

 

 

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Agricoltura tra speranze e preoccupazioni –
Gabriele Calliari (Coldiretti) ha salutato favorevolmente la fine della contrazione del bilancio provinciale, un’inversione che pare di capire sia in atto e le risorse trovate per ripristinare alcune situazioni non assicurabili dagli eventi calamitosi dell’estate scorsa. Bene la conferma delle risorse destinate alla ricerca.

Richiesta l’introduzione di un’aliquota agevolata per le aree agricole destinate ad utilizzo pubblico. Preoccupazione è stata infine espressa per la capacità del sistema di rispondere ali standard richiesti a livello europeo e la conseguente assegnazione delle risorse.

 

 

 

 

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