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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * ASSESSORE TONINA RISPONDE A MANICA (PD) * CRISI IDRICA: « ACQUEDOTTI TRENTINI, PER LE RETI IDRICHE ASSEGNÀTI DAL 2018 AD OGGI CONTRIBUTI PER 16,4 MILIONI »

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07.47 - giovedì 15 settembre 2022

INTERROGAZIONE CONSIGLIERE MANICA (PD)

Interrogazione a risposta scritta n. 3841

Quali interventi sono previsti per efficientare gli acquedotti trentini? La scarsità di precipitazioni nevose prima e di piogge poi, la forte siccità e le temperature stagionali sopra la media stanno creando un forte allarme per la carenza di acqua e per il forte abbassamento del livello delle falde. Tanti Comuni stanno in tal senso adottando provvedimenti per limitare il consumo e lo spreco di acqua, e invitando i cittadini ad un uso il più possibile parsimonioso della risorsa idrica.

Contemporaneamente è tornato al centro del dibattito l’annoso tema dello spreco di acqua e della inefficienza della rete acquedottistica, che se in Trentino è messa meglio – e talvolta molto meglio – che altrove, presenta comunque livelli di dispersione molto rilevanti. In media, anche alla luce dei dati contenuti nei Fascicoli Integrati di Acquedotto (FIA), risulta che in media gli acquedotti del Trentino sprecano tra il 30 ed il 40% dell’acqua.

Anche la rete dedicata alle colture agricole presenta percentuali di spreco rilevanti. L’acqua tendenzialmente in Trentino non manca, a differenza delle Regioni a noi confinanti, ma ciò non significa che possa essere sprecata o che non sia necessario intervenire per efficientare la rete acquedottistica, soprattutto a fronte di frangenti siccitosi come quello in corso e che rischiano di essere sempre più frequenti. “Quando si parla di sprechi degli acquedotti – ha dichiarato recentemente l’ingegnere Franco Pocher dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia (APRIE) – in realtà si parla di stime. Nessuno può sapere con certezza quanta acqua si perde nel passaggio tra le fonti e le utenze finali. Fatta questa premessa, stimiamo che si perda in Trentino tra il 30 ed il 40% dell’acqua”.

“Le grandi perdite – prosegue – tipo la rotture complete dei tubi o il cedere delle giunzioni, sono le meno problematiche. Perché se da un lato sono capaci di disperdere nel terreno grandi quantitativi, di norma proprio per le loro dimensioni vengono facilmente individuate, e si provvede poi alla riparazione. La criticità vera è data dalle micro perdite, che caratterizzano praticamente tutto il sistema acquedottistico, che è mediamente anziano. Non è facile individuarle singolarmente, ma alla fine la somma di tutte le piccole dispersioni causa circa, si tratta sempre di stime, due terzi della perdita totale”.

Questi dati sono stati riportati recentemente dall’Assessore Mario Tonina prima in una seduta del Consiglio delle Autonomie e poi in Terza Commissione consiliare, stimando in oltre 300 milioni di euro la somma necessaria per ammodernare la rete dell’acquedotto trentino e limitarne lo spreco. A tal proposito Tonina ha dichiarato che “Di fronte ad una crisi di questo tenore si impone una revisione delle priorità di intervento della Provincia. La Provincia si attiverà in questo senso quanto prima. Ma anche i Comuni devono intervenire. Gli acquedotti sono di proprietà comunale, e tante amministrazioni che si sono attivate negli anni scorsi oggi non subiscono effetti gravi dalla siccità. Molte amministrazioni hanno importanti avanzi di amministrazione, li usino”.

A fronte di una situazione così preoccupante concernente una risorsa naturale di così vitale importanza, e a fronte di una netta consapevolezza emersa dalle parole dell’Ass. Tonina circa la gravità della situazione, rileva come negli ultimi anni di governo la Giunta Fugatti abbia stanziato pochissime risorse sull’ammodernamento e efficientamento della rete di acquedotto. Stesso orientamento è confermato anche nella prossima manovra di assestamento di bilancio, con centinaia di milioni di € destinati ad opere stradali e nulla o quasi destinato agli acquedotti.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere 1. quante risorse sono state destinate dal 2018 ad oggi direttamente all’ammodernamento e efficientamento della rete di acquedotto del Trentino;

2. quante risorse sono state trasferite dalla Provincia ai Comuni per interventi di ammodernamento e efficientamento degli acquedotti;

3. se esiste un quadro complessivo della situazione degli acquedotti del Trentino e delle necessità di intervento;

4. se è in previsione un piano di investimenti diretto o attraverso bandi o trasferimenti finalizzato all’ammodernamento e efficientamento degli acquedotti;

5. quali interventi in materia di acquedotti sono stati proposti a finanziamento sul PNRR.

 

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cons. Alessio Manica

 

 

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RISPOSTA ASSESSORE TONINA

Oggetto: interrogazione n. 3841 – risposta.

Punti 1 e 2 – (Elementi forniti dall’Umst coordinamento enti locali, politiche territoriali e della montagna).

A fronte del delicato quadro finanziario del bilancio provinciale degli ultimi anni, che ha di fatto impedito la formazione di un piano pluriennale di finanziamento, la Giunta Provinciale è intervenuta sostenendo i Comuni nel finanziamento degli interventi caratterizzati da particolare urgenza, a valere sul Fondo di riserva del Fondo per gli investimenti programmati dai Comuni di cui al comma 5, art. 11 della L.P. 36/93 e s.m.. Con particolare riferimento agli interventi inerenti le reti idriche, dal 2018 ad oggi sono stati assegnati contributi per complessivi 16,4 milioni di Euro; ulteriori assegnazioni per complessivi 3 milioni di Euro riguardano interventi “misti”, che comprendono lavori inerenti sia le reti idriche che le reti fognarie.

 

Punto 3

Il quadro complessivo della situazione degli acquedotti del Trentino è rappresentata nella banca dati, condivisa dalla Provincia con i Comuni ed i Gestori che operano nel settore (www.acquedotti.provincia.tn.it). Va innanzitutto chiarito che la competenza dell’organizzazione del servizio idrico e della gestione dello stesso è attribuita, dalla legislazione provinciale, ai Comuni. Anche gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture necessarie per supportare il medesimo servizio e la loro programmazione, attengono ai Comuni stessi. Di norma tutti gli interventi necessari devono essere coperti dalla tariffa del servizio che viene pagata dagli utenti finali del servizio idrico (cittadini e imprese); in sostanza deve realizzarsi il pareggio tra tutti i costi sostenuti ed i ricavi provenienti dalla tariffa. Il compito della Provincia si esplica nella pianificazione dell’uso sostenibile delle risorse idriche che sono la materia prima necessaria per potere esercitare il servizio e nel finanziamento di interventi, richiesti dai Comuni, aventi carattere di urgenza.

Nel corso del 2020 le strutture provinciali, con il coordinamento di APRIE e la collaborazione di tutti i Comuni, ha svolto una ricognizione dei fabbisogni finanziari complessivamente necessari per garantire l’ammodernamento e la piena ed efficiente funzionalità del servizio idrico. Gli esiti di tale ricognizione, comparabili in termini di contenuti ad un “Piano d’Ambito” per l’intero territorio provinciale, sono stati trasmessi al Ministero dell’Ambiente, come adempimento ai fini dell’Accordo di partenariato – Politica di Coesione 2021-2027 – Negoziato sul Regolamento UE recante disposizioni comuni applicabili ai fondi europei – Adempimento condizioni abilitanti l’uso dei fondi ex articolo 11 ed allegati III e IV del regolamento.

 

Punto 4

Il significativo ammontare delle risorse necessarie per far fronte alle esigenze evidenziate in sede tecnica ed il delicato quadro finanziario del bilancio provinciale impedisce in tempi brevi la formazione di un piano pluriennale di finanziamento; si rende pertanto necessario attivarsi per l’utilizzo delle risorse FESR e per l’individuazione di altri canali di finanziamento europei. Punto 5 Gli interventi in materia di acquedotti, a valere sui fondi del PNRR (Interventi finalizzati alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti a valere sulle risorse del PNRR-M2C4-I4.2), sono stati proposti direttamente dai Comuni trentini in qualità di “Enti gestori d’ambito” in conformità alla legislazione vigente nella Provincia autonoma di Trento. Nella prima finestra di apertura del bando sono state presentate 6 proposte progettuali.

L’istruttoria per la valutazione degli interventi presentati, svolta a cura della commissione istituita dal Ministero competente, è stata svolta per verificare il rispetto dei requisiti previsti nel bando e valutarli dal punto di vista tecnico. La relativa graduatoria che consentirà il finanziamento degli interventi selezionati fino all’impegno delle risorse disponibili (630 milioni di euro per la prima finestra), non contempla purtroppo nessun progetto presentato dai Comuni trentini che sono stati dichiarati ammissibili ma non finanziabili. Complessivamente sono stati presentati 119 progetti per un importo complessivo di 2,1 miliardi di euro. Nel periodo dal 1° settembre al 31 ottobre p.v. si aprirà un’ulteriore finestra per la presentazione di progetti di riduzione delle perdite degli acquedotti.

 

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