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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * APERTI I LAVORI DELL’AULA CON LA DISCUSSIONE DEL QUESTION TIME

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14.25 - mercoledì 29 novembre 2017

Il question time che ha aperto i lavori in aula. La sessione in aula del Consiglio provinciale si è aperta stamane con la discussione del question time. Eccone una sintesi.

 

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Non ammessa l’interrogazione a risposta immediata di Cia. E Fasanelli chiede di affrontare la questione della consegna della posta a singhiozzo.

In apertura il presidente Dorigatti ha dichiarato non ammessa la prima interrogazione a risposta immediata presentata da Claudio Cia (Gruppo misto), giudicata priva delle caratteristiche proprie del question time (indeterminatezza dei contenuti) e avrà quindi risposta scritta. Cia voleva sapere per quale motivo ad oggi non risultano disponibili le tabelle per il calcolo dell’assegno unico per soddisfare le 20.000 domande presentate (ma potrebbero diventare a breve 40.000), in che tempi saranno fornite dai patronati, quante sono le domande pervenute ad oggi e, tra queste, il numero di quelle riconducibili a famiglie italiane e a famiglie di altri paesi.

Il consigliere ha preso atto della decisione ma ha ricordato di aver presentato in passato una question time molto più complesso di questa, che ha tra l’altro contenuti molto “determinati”. E ha notato che le interrogazioni scritte hanno tempi biblici di risposta, di averne presentate 21, una delle quali risale al febbraio scorso. Dorigatti ha precisato che Cia avrebbe potuto riformulare le domande posto ma ha scelto di non farlo. Sul tema Giacomo Bezzi (Forza Italia) ha lamentato la mancata risposta scritta a una sua question time sul Mediocredito, nonostante le sollecitazioni da lui rivolte al presidente Dorigatti.

Massimo Fasanelli (Gruppo misto) ha criticato invece la consegna “a singhiozzo” della posta che mette in discussione la capacità dell’autonomia della Provincia di garantire questo servizio. E ha chiesto quindi che il Consiglio si occupi del problema. Dorigatti ha risposto segnalando di essersi reso disponibile ad incontrare oggi alle 13.00 l’organizzazione dei lavoratori di Poste Italiane, come richiesto dal loro sindacato, ma di non aver ottenuto risposta. Per questo oggi non sarà più possibile svolgere il confronto (alle 13.00 è infatti convocata la Seconda Commissione).

 

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Donata Borgonovo Re (Pd)

Perchè la Pat non partecipa ad AlpGIP insieme a Bolzanoe ad altre regioni alpine?

La consigliera chiedeva perché la Provincia non partecipi alla piattaforma AlpGIP (Alpine Growth Investment Platform), fondo di investimento dedicato alle piccole e medie imprese dell’arco alpino cofinanziato dal Fei (Fondo europeo per gli investimenti) come le regioni Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e della Provincia di Bolzano, frutto di un’alleanza multiregionale per promuovere strategie trasversali tra le regioni alpine.

La risposta. L’assessore Olivi ha spiegato che la Giunta ha scelto di attendere sulla partecipazione a questa piattaforma, ritenendo che “per il momento non è utile o non necessario aderire a questo fondo che raccoglie capitali dalle regioni e dalle province, ma che implica anche capitali privati da affidare ad un soggetto gestore che decide poi quali siano le iniziative meritevoli da finanziare”. Il fondo allontana quindi molto le “centrali decisionali” dai territori. “Si è scelto quindi di attendere delle verifiche, perché la stessa cifra che avremmo potuto impegnare in questa piattaforma è stata messa a disposizione di Trentino Sviluppo per partecipare ad altre iniziative di equity. Comunque – ha concluso – c’è ancora un anno di tempo per aderire al fondo”.

La replica. Borgonovo Re ha espresso soddisfazione per la risposta, segnalando però il rischio che il Trentino nonostante le dichiarazione di potenziare la partecipazione alle reti internazionali dell’economia, si chiuda ai circuiti economici internazionali. Inoltre forse, ha concluso, “i centri decisionali lontani dai territori garantiscono la giusta distanza per costruire come le altre regioni reti più estese tra aree accomunate da esigenze e intenzioni”. Anche la nostra Provincia deve iniziare a valutare come positiva e non come negativa questa opportunità di allargare gli orizzonti, evitando troppe “attese” in questa direzione.

 

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Filippo Degasperi (5 stelle)

Il Tavolo bilaterale Pat- Poste italiane ha valutato il taglio del servizio di consegna?

Degasperi voleva sapere se il “Tavolo di confronto bilaterale” attivato tra la Provincia e Poste Italiane, abbia valutato l’aumento dei costi e dei tempi di consegna della poste (dal 4 dicembre in alcune zone a giorni alterni, ma di fatto 5 giorni lavorativi su 14) e che iniziative si vogliono adottare la Giunta per evitare che i territori del Trentino subiscano un ulteriore impoverimento di questo servizio un tempo considerato “universale”. Forse la richiesta di un piano di riorganizzazione avanzata ieri dalla Giunta è un po’ tardiva rispetto all’entrata in vigore del nuovo sistema.

La risposta. Il presidente Rossi ha condiviso la preoccupazione di Degapseri, ricordando che la Giunta ha iniziato due anni fa a confrontarsi con Poste Italiane per cercare di capire il nuovo modello organizzativo. “Recentemente c’è stato un cambio ai vertici della società e abbiamo avuto un incontro qualche settimana fa in cui ci sono state illustrate alcune linee di riorganizzazione, correttamente rese note in questi giorni dalla stampa. La Giunta ha evidenziato a Poste Italiane il disaccordo con la riduzione prospettata del servizio.

Per questo la società ha rivisto in parte il proprio piano in merito agli uffici postali, mentre sulla consegna c’è l’intenzione di adottare modalità di consegna in alcune zone a giorni alterni. Abbiamo chiesto a Poste Italiane di consegnarci il piano, anticipando la nostra contrarietà. Avanzeremo anche qualche ipotesi legata all’eventuale opportunità di utilizzare in qualche modo il nuovo centro di smistamento istituito dalla Provincia di Bolzano, che a suo tempo si è assunta una quota rilevante del servizio a titolo di risanamento del debito pubblico statale. In tal modo potremo contribuire a ridurre alcuni costi fissi, mettendo le risorse a disposizione del mantenimento della consegna secondo i canoni tradizionali. Per questo però la Pat chiederà di aprire una trattativa ufficiale dove formulare al riguardo proposte precise. “Diversamente – ha concluso Rossi – ribadiremo la nostra contrarietà in tutte le sedi. L’idea è anche di utilizzare per questo servizio risorse dei progetti “socialmente utili”.

La replica. Degasperi, pur d’accordo con le intenzioni di Rossi, ha ribadito che il problema è stato sottovalutato, come emerge dalla risposta data dalla Giunta il 9 novembre scorso ad una sua interrogazione, che confermava la scelta di Poste Italiane di avviare il recapito a giorni alterni. “Oggi, alla vigilia dell’attivazione della nuova organizzazione, il tavolo di confronto tra la Provincia e Poste Italiane non ha evidentemente fatto nulla per evitare questa soluzione. Se ne deduce che ha lavorato molto poco. Inoltre gli uffici postali che dovevano chiudere sono già stati chiusi, come nel caso dell’ufficio postale di Bolognano, del cui sindaco, che aveva preannunciato di volersi incatenare per protestare contro questa decisione, si sono perse le tracce”.

 

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Gianfranco Zanon (PT)

Come è rientrata Trentino Network dai maggiori costi dovuti agli aumenti illegittimi erogati ai dipendenti?

Il consigliere voleva sapere come è stato applicato il piano di rientro dagli aumenti eccessivi e giudicati dalla Pat illegittimi, erogati da Trentino Network nel 2015 e 2016 ai dipendenti con il ruolo di “quadri”, e in che data, nel 2017 sono stati definiti gli obiettivi per il raggiungimento dell’Mbo (Management by obiectives, indicatore del raggiungimento degli obiettivi) .

La risposta. Il presidente Rossi ha confermato la scelta di rientro attraverso un accordo sindacale di secondo livello abbassando i superminimi o anche interventi forzati sulla retribuzione variabili. Sono stati poi trovati accordi sulla riduzione del Premio di risultato (Pdr). L’assemblea del lavoratori non ha però approvato questa scelta. In agosto il cda per completare il piano di recupero del monte spesa ha ridotto il compenso del presidente, la riduzione dell’Mbo dei dirigenti e della retribuzione a due quadri. L’azzeramento del Pdr ha rappresentato l’unica strada percorrribile con un apposito piano che prevede una detrazione di somme dal presidente, dai dirigenti, dai quadri e del premio di risultato. Per quanto concerne l’Mbo sono stati anche rivisti gli obiettivi visto che subirà una riduzione.

La replica. Zanon ha osservato che il punto condivisibile della risposta riguarda proprio l’Mbo. Per risolvere il problema bisognerà a suo avviso ragionare in modo diverso. Le figure apicali continuano a percepire l’Mbo senza alcune retrocessione da ciò che è dovuto. C’è evidentemente un sistema che non risulta né efficace né coerente con quel che la Provincia ha sempre disposto con varie delibere. Zanon ha chiesto al presidente di intervenire in questo campo perché si tratta di una società a capitale pubblico.

 

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Walter Kaswalder (Misto)

Aumenti non dovuti da TNetma corrisposti al personale anche oggi: fino a quando?

Poiché ad oggi le modalità di rientro di costi del personale di Trentino Network per aumenti non dovuti ma corrisposti, non risultano conformi a quanto indicato dalla Pat, il consigliere chiedeva chiarimenti in merito alla legittimità giuridica dell’operazione che ha coinvolto i dipendenti non interessati dagli aumenti nel dicembre del 2012, e fino a quando il piano di rientro verrà applicato visto che gli aumenti illegittimi continuano ad essere applicati configurando quindi l’ipotesi di un danno erariale.

La risposta. Il presidente Rossi ha richiamato la risposta appena data a Zanon, aggiungendo che sarà verificata la posizione di ogni dipendente per evitare che qualcuno sia ingiustamente penalizzato dal piano di rientro.

La risposta. L’assessore Gilmozzi ha segnalato che l’unica richiesta pervenuta di modificare il bando è stata quella dell’Ance di Trento. Ance aveva chiesto che non vi fosse anche una fideiussione bancaria, che sarebbe risultata troppo gravosa per le imprese. La richiesta è stata accolta e questo è stato comunicato anche ad Ance. Vi è stata inoltre anche una proroga dei tempi per modificare le offerte.
La replica. Bezzi ha lamentato che se le imprese trentine non hanno potuto mettere in campo 20 milioni di euro, improponibili per loro, ciò è da imputare alle banche locali, che ha differenza di quelle toscane non hanno concesso prestiti facili. In passato era più agevole ottenere prestiti anche da banche trentine.

 

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Chiara Avanzo (Patt)

Verifiche e interventisulla viabilità a Pergine per immettersi nella SS 47

Avanzo chiedeva una verifica della situazione lungo la statale 47 della Valsugana all’altezza dello svincolo di immissione della provinciale 1 in direzione Trento, dove si formano lunghe code di automezzi al mattino e nelle ore di punta, e se, anche per ragioni di sicurezza, non si possa prevedere una viabilità alternativa per l’accesso a Pergine, spostando o adeguando la pista ciclabile, oppure allargando la carreggiata della statale 47 nel tratto tra San Cristoforo e il raddoppio della stessa SS 47, in modo da agevolare l’immissione dei mezzi provenienti dalla SP 1.

La risposta. L’assessore Gilmozzi ha spiegato che la pista ciclabile è stata realizzata a titolo sperimentale dal Comune di Pergine su un tratto di viabilità pedonale, in attesa del previsto collegamento ciclo-pedonale tra San Cristoforo e Roncogno, finanziata nel piano provinciale degli investimenti per la viabilità, la cui progettazione è in corso. Il collegamento ha avuto riscontri positivi sull’utenza definita “debole” (pedoni e ciclisti) grazie al collegamento protetto tra Pergine e San Cristoforo.

Per questo si ritiene che il collegamento sia da valutare non solo in relazione agli eventuali disagi sul traffico veicolare, ma soprattutto in relazione al tema della mobilità sostenibile ed alternativa a quella veicolare. Su richiesta del comune di Pergine, il servizio provinciale competente nel febbraio scorso aveva condotto una campagna di monitoraggio, stimando in corrispondenza dell’immissione della provinciale 1 sulla SS 47 l’effetto indotto della nuova pista ciclabile sperimentale sui flussi di traffico.

Si è così riscontrato un incremento di traffico orario di circa 130 veicoli su un flusso orario di circa 1300 veicoli. Tuttavia i disagi sono attribuibili in parte anche ai flussi di ingresso e uscita dalle attività commerciali che si trovano tra la pista di innesto della provinciale 1 sulla SS 47 e quella in uscita dalla SS 47 verso Pergine. In ogni caso per gestire queste situazioni il Comune ha elaborato soluzioni infrastrutturali sulle quali la Pat è disponibile a confrontarsi per risolverre le criticità segnalate. Gilmozzi ha segnalato infine che ad oggi non vi è alcuna previsione di raddoppio del tratto di SS 47 compreso tra San Cristoforo e la pista in uscita verso Pergine.

La replica. Avanzo, apprezzando molto la risposta, ha auspicato che si arrivi a breve ad una soluzione che è attesa da molti.

 

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Gianpiero Passamani (Upt)

A che punto sono i progettiper la messa in sicurezzadella SS della Valsugana?

Il consigliere chiedeva a che punto sono i progetti di messa in sicurezza della SS 47 della Valsugana – tra gli interventi più urgenti ipotizzati vi erano quelli sulla retta di Ospedaletto e il tratto che costeggia il lago di Caldonazzo – e in che fase siano le valutazioni sul possibile alleggerimento dei problemi di traffico lungo quest’arteria (Valdastico, ferrovia e mobilità alternativa).

La risposta. L’assessore Gilmozzi ha risposto che i lavori per la messa in sicurezza sono in fase d’appalto e segnalato le cinque offerte che la commissione tecnica sta valutando. Quanto alla ferrovia della Valsugana, sono stati già approvati i finanziamenti per l’elettrificazione della linea Trento-Bassano. Inoltre si stanno verificando modalità per potenziare da subito l’uso della ferrovia. A proposito della pista ciclabile Gilmozzi ha ricordato che sono in corso gli interventi per realizzare tutti i tratti mancanti al collegamento tra Pergine e Trento.

La replica. Passamani ha ringraziato l’assessore della risposta perché occorre davvero creare alternative valide perché la soluzionen interessa anche il traffico da e per Trento.

 

 

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Rodolfo Borga (CT)

La Pat intende intervenire a tutela degli autotrasportatori nella vertenza Sait-Fercam?

In seguito alla minaccia delle sei ditte di trasporto che coprono il 95% dei servizi per il Sait di non svolgere più questa attività se il Sait dovesse affidare la distribuzione a Fercam (che intenderebbe avvalersi delle prestazioni di questi trasportatori), Borga chiedeva alla Giunta se conosca la vertenza in questione e se intenda assumere qualche iniziativa per tutelare queste imprese locali e i relativi posti di lavoro (una quarantina).

La risposta. L’assessore Mellarini ha risposto che la Provincia ha sempre seguito la questione con diversi “tavoli”, collaborando alla ricerca di un accordo che abbia il minor impatto sociale possibile, che limiti gli esuberi e preveda ammortizzatori adeguati in caso di licenziamento del personale. Mellarini ha aggiunto che “non vi dev’essere però, da parte della Provincia, un intervento diretto che risulterebbe distorsivo rispetto alle dinamiche proprie del mercato”. E ha riferito infine di aver avuto conferma che Sait intende procedere con il piano di efficientamento delle proprie attività con la riduzione dei costi per rendere più competitivo il consorzio. E che tra le soluzioni individuate vi è anche il coinvolgimento di Fercam.

La replica. Borga ha dichiarato di non potersi sentire soddisfatto, per i danni che le ditte trentine rischiano di subire. Si tratta anche di milioni di tasse che il Trentino perderebbe e del fatto che le ditte trentine che dovrebbero assicurare il trasporto a favore di tutte le cooperative del territorio, cesseranno il servizio dal 1° dicembre. Ma proprio su questo punto l’assessore ha risposto che la Pat non intende intervenire per evitare effetti distorsivi sul mercato. Si sta parlando di una parte non irrilevante dell’economia trentina che pur nel rispetto delle parti meriterebbe un intervento della Provincia.

 

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Giuseppe Detomas (Ual)

Inclusione persone disabili attraverso nuovi servizi: e la loro qualità della vita?

Detomas voleva sapere se la Pat intende mettere in campo modalità di controllo sui nuovi servizi per l’inclusione sociale delle persone disabili elencati nel catalogo (cohousing, inserimetno in attività commerciali /produttive, attività di tutela dei beni comuni del territorio), perché sia garantita la qualità della vita di questi soggetti.

La risposta. Le stesse famiglie delle persone disabili manifestano interesse per queste soluzioni innovative. Per questo le politiche provinciali puntano alla differenziazione delle offerte con alloggi in autonomia, coabitazioni, servizi che valorizzino le reti di supporto familiare e sociale. I principi sono l’inclusione sociale, ma soprattutto l’autodeterminazione e la responsabilizzazione della persona con disabilità. In Trentino esistono esempi virtuosi in tal senso senso, anche a totale carico di soggetti privati che decidono di investire in queste soluzioni.

Si sta rafforzando così anche il rapporto tra ente pubblico e Terzo Settore, e si sviluppa la conoscenza dei bisogni del territorio anche con una co-progettazione partecipate e con il coinvolgimento del volontariato per promuovere politiche di promozione del benessere. E’ prevista anche una verifica della qualità delle risposte. Nel nuovo catalogo, ha concluso Zeni, saranno contenute anche gli standard di qualità dei servizi sperimentali che le organizzazioni dovranno garantire. Il percorso da attuare sarà valutato nei prossimi mesi anche insieme alla Quarta Commissione del Consiglio (presieduta da Detomas, ndr).

La replica. Detomas ha ringraziato affermando che con questi progetti alternativi e sperimentali si possono trovare soluzioni che aiutano l’inclusione e la crescita professionale, rispondendo alle nuove esigenze e ai nuovi bisogni.

 

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Maurizio Fugatti (Lega)

Serve accordo con Poste Italiane per garantire il servizio sul territorio e il lavoro ai dipendenti

Fugatti chiedeva se la Pat intenda siglare un accordo con Poste Italiane seguendo l’esempio di Bolzano, per garantire sia un servizio di distribuzione capillare e continuo sul territorio sia il posto di lavoro ai dipendenti della società. Fugatti voleva poi sapere se sia vero che la Pat abbia revocato a Poste Italiane il servizio di interscambio di libri e quali soluzioni sono state adottate per fronteggiare il problema.

La risposta. Il presidente Rossi ha ribadito che “la Provincia di Bolzano ha messo in atto misure piuttosto costose per l’attuazione della competenza prevista dall’accordo di Milano del 2009, ma la Provincia di Trento non è che non abbia fatto niente. Ha evitato che Poste Italiane chiudessero numerosi uffici sul territorio provinciale sulla base della contrarietà espressa dalla Giunta, che ha ricordato come la presenza di questi uffici in montagna abbia un ruolo importante e che anche la consegna della posta è un elemento di coesione sociale che evita l’isolamento. Ad oggi – ha proseguito Rossi – queste riduzioni del servizio non sono ancora state adottate.

Ci è stata comunicata l’intenzione di procedere con un nuovo modello in alcune zone a partire da dicembre, da estendere in gennaio anche in altri Comuni. Abbiamo manifestato a Poste Italiane la nostra contrarietà a questa riorganizzazione e confidiamo ora di ottenere nelle prossime settimane il rinvio delle iniziative preannunciate dalla società, dando la disponibilità come Provincia a sedersi ad un tavolo di confronto e anche di mettere anche in campo soluzioni sostitutive.

Non era però giusto dare immediatamente la disponibilità della Provincia a mantenere, pagandolo, un servizio postale sostitutivo. Il servizio dovrebbe infatti essere a carico della fiscalità generale. Ipotizzabile è invece – ha concluso il presidente – una sinergia con il centro di smistamento di Bolzano per ovviare ai ritardi di consegna da parte di Poste Italiane”.

La replica. Fugatti si è dichiarato insoddisfatto della risposta, non per fare catastrofismo e senza entrare nel merito della scelta compiuta dalla Provincia nel 2009 di assumere la delega dell’università anziché quella delle Poste. Stiamo però facendo la stessa fine di Veneto, Lombardia e di altre realtà mentre Bolzano sta dimostrando di aver fatto una scelta più lungimirante. Oggi, mercoledì, non vi sono smentite dell’avvio da lunedì prossimo di questo taglio del servizio nelle valli. A rimetterci saranno le zone di montagna e le piccole località con 16 addetti al recapito che saranno considerati eccedenti se questo processo andrà avanti. Anche su questa partita a quanto pare si poteva fare meglio.

 

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Claudio Civettini (CT)

La Valdastico uscirà a Rovereto sud, con quali contropartite?

Il consigliere chiedeva alla Giunta quale sia lo stato delle trattative della Provincia per la Valdastico, la conferma della richiesta di alcune contropartite (elettrificazione della ferrovia e di altre infrastrutture in Valsugana) e se il tracciato concordato prevede l’uscita nella zona di Rovereto sud (salvaguardando l’acquedotto di Spini) anche a beneficio del collegamento con il Garda.

La risposta. L’assessore Gilmozzi ha chiarito che non c’è nessun accordo sulla Valdastico. La Pat si è seduta al tavolo con il Governo secondo il principio dell’intesa, e noi ci siamo posti con uno spirito di ideale collaborazione. L’eventuale intesa dovrà riguardare in primo luogo il “se” sussista l’interesse per il nostro territorio di realizzare questa infrastruttura. Il tema da approfondire e studiare è in ogni caso un collegamento Valdastico-Valsugana-Valle dell’Adige, nessun’altro collegamento è previsto. “Ancora una volta chiarisco”, ha ribadito Gilmozzi “che non esiste alcun accordo su alcuna soluzione e questo vale per noi. Se nel contempo il Veneto intende azzardare soluzioni alternative questo riguarda loro e non terrebbe comunque conto dei fattori appena illustrati”.

La replica. “Di fatto credo che questo Consiglio dovrebbe conoscere preventivamente le strategie”, ha replicato Civettini “e qui ancora una volta si vive nella “nebulosa del che cosa si farà” e nell’incapacità di gestire e produrre progetti con la conseguenza di percorsi che non saranno ideali per il nostro territorio”.

 

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Massimo Fasanelli (Misto)

Nei casi di suicidio la Pat e l’Apss danno supporto ai familiari delle vittime?

Fasanelli chiedeva se per garantire un sostegno stabile alle famiglie all’interno delle quali vi sia stato un suicidio, vi sia in Trentino una rete di supporto stabile gestita dalla Pat, se l’Azienda sanitaria offra assistenza psicologica costante ai parenti delle vittime, se sia previsto un servizio volto ad evitare l’isolamento dei familiari e in grado di avvicinarsi a chi ha bisogno.

La risposta. L’assessore Zeni ha spiegato che di questo tema si è ampiamente discusso nell’ultima seduta di Consiglio grazie ad una mozione del consigliere Cia. Lo specifico progetto “Invito alla vita” attivato dall’Azienda sanitaria in collaborazione con l’associazione Ama implica una serie di iniziative a supporto delle famiglie, un tavolo di lavoro con il compito di mettere in rete le attività e fare sistema ottimizzando i risultati. Uno degli obiettivi principali del progetto è proprio la vicinanza alle famiglie delle vittime.

E’ prevista una linea telefonica h24 (che registra circa 4000 telefonate all’anno), la stampa e distribuzione di linee guida per medici di medicina generale; è in preparazione un corso dedicato, le linee guida in unità operative dell’area salute mentale, l’accesso ai servizi in via prioritaria per famigliari che li richiedano, gruppi di condivisione emotiva attivi da due anni per sostenere gli operatori, un gruppo di auto mutuo aiuto attivo dal 2009 che vede la partecipazione media di circa 15 familiari ecc. Il Trentino in questo campo è da sempre all’avanguardia, ha concluso Zeni.

La replica. Fasanelli ha ringraziato per l’elenco delle iniziative “utile e interessante”, ribadendo però la preoccupazione che lo ha spinto all’interrogazione, nata dalla considerazione che il Trentino registra il 22% di casi di suicidio in più rispetto al resto d’Italia. Evidentemente qualcosa in più c’è da fare, ha aggiunto. Occorre tenere alta l’attenzione e la riflessione.

 

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Manuela Bottamedi (Gruppo misto)

Che verifiche ci sono state sull’efficacia dei percorsi di alternanza scuola-lavoro?

Visto la poca soddisfazione e riscontrata tra i ragazzi e negli istituti per le esperienze di alternanza scuola-lavoro organizzate in Trentino, Bottamedi aveva chiesto se sia stato avviato e quali risultati abbia prodotto un monitoraggio del sistema e se sia previsto un Codice etico o un Protocollo di comportamento per i soggetti ospitanti i ragazzi e per gli studenti.

La risposta. Il Presidente Rossi ha osservato che spesso quando c’è un piccolo anelito di cambiamento ed innovazione ci si concentra sulle problematicità e criticità rischiando di demolire qualcosa che ha in sé una certa positività. Lo scorso 27 ottobre, con una delibera di Giunta, ha spiegato, abbiamo cercato di dare le linee guida per progettazione, esecuzione e restituzione delle attività nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. In questa delibera ci sono indirizzi precisi che vanno adottati per migliorare il modello organizzativo e proseguire nell’obiettivo.

Nell’anno scolastico 2015/2016 sono stati interessati 10.036 ragazzi di cui 2228 della formazione professionale. Certamente i contenuti devono essere migliorati e meglio collegati agli indirizzi specifici dei ragazzi. Nella contrattazione con Apran intendiamo inserire alcune modalità di premialità per docenti che svolgono un ruolo di coordinamento in tal senso, anche al punto da essere esonerato dalla docenza.

La replica. Bottamedi ha confermato il proprio approccio costruttivo: sono consapevole che spesso queste ore non sono produttive e credo che la maggior parte delle esperienze in alternanza scuola-lavoro non concorrono ad acquisire un’etica del lavoro, obiettivo che si proporrebbe il sistema.

 

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Marino Simoni (Progetto Trentino)

Perché il sistema di prestito interbibliotecario non funziona e quando verrà riattivato?

Simoni chiedeva perché il sistema di prestito interbibliotecario dei libri non funziona da tre mesi e quali sono i tempi previsti per la sua riattivazione.

La risposta. L’assessore Mellarini ha spiegato che il sistema bibliotecario trentino si configura con un sistema di buone prassi specialistiche. Le attività necessarie all’attuazione del servizio venivano svolte da Poste italiane, Apan ha proceduto ad una gara per l’affidamento del servizio, i tempi di attivazione hanno subito uno slittamento per tempi tecnici e la sottoscrizione del contratto è prevista a brevissimo.

La replica. Va stigmatizzato il danno, il contratto non è firmato a distanza di una anno: non è il massimo della qualità amministrativa che vorremmo, ha replicato Simoni.

 

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Nerio Giovanazzi (AT)

Sono stati impiegati i droni per prevenire la morte di caprio nei prati causatie dalle falciatrici?

Giovanazzi voleva sapere quali territori del Trentino siano stati interessati dal progetto approvato dal Consiglio con una mozione del luglio 2016, che prevedeva l’utilizzo di droni con cui prevenire l’uccisione di piccoli di capriolo quando vengono utilizzate falciatrici nel taglio dei prati.

La risposta. L’assessore Dallapiccola ha confermato che l’idea è interessante e che un mese fa si è verificata la concreta fattibilità in un tavolo con Servizio faunistico, Act e Fondazione Mach. Sono emerseuna serie di difficoltà tecniche di fatto, sebbene la possibilità sia valutata positivamente; si faranno una serie di valutazioni ed esperimenti cercando di tenere conto della situazione, dal momento che ci sarebbe un sovraffollamento di droni sullo stesso territorio: occorre capire come si possa gestire e coniugare con la necessità.

La replica. Ho capito che realisticamente non se ne farà nulla, ha replicato Giovanazzi.

 

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Walter Viola (PT)

Quale dialogo sulla retribuzione dei medici di medicina generale per fugare il rischio dello sciopero?

Viola voleva sapere come, dopo una trattativa di quattro anni oggi messa in discussione dalla Giunta con tutte le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale sulla quota del 30% della retribuzione non corrisposta loro dalla Provincia a partire dal 2012, si intende ripristinare il dialogo che scongiuri il rischio di disservizio (sciopero di 6 mesi con astensione dal rilascio delle ricette elettronica e successiva chiusura degli ambulatori) ai danni dei trentini.

La risposta. L’assessore Zeni ha chiarito che la nuova contrattazione ha avuto inizio il 17 marzo 2016 e non quattro anni fa. Ciò premesso sono state organizzate 16 riunioni nel 2016 e 17 nel 2017. La decurtazione del 30% non corrisponde alla realtà, nel 2016 per esempio la quota non erogata è stata pari a 790.000 euro e complessivamente dunque parliamo del 5,6%. Va detto inoltre che le somme citate sono legate al raggiungimento di obiettivi e all’effettuazione di ore aggiuntive. In nessuna delle proposte di parte pubblica è stata mai ipotizzata la cancellazione delle forme associative esistenti e per quanto riguarda l’apertura ambulatoriale si prevedono 7 ore e non 10. Quanto alla volontà di ripristino del dialogo siamo favorevoli, ha concluso l’assessore e siamo positivi nel pensare ad una soluzione favorevole.

La replica. Guardo con attenzione alla riapertura della trattativa, ha detto Viola e mi auguro si trovi presto un accordo che qualifichi la presenza dei medici sul territorio, a beneficio dell’intera comunità.

 

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Mario Tonina (Upt)

Ci sono in vista concorsi per avere più guide turistiche?

Vista la crescente richiesta di guide turistiche che emerge dai dati dell’Ispat, Tonina voleva sapere da quanto tempo non vengono svolti concorsi per l’abilitazione all’esercizio di questa professione e se sono previsti in tempi brevi bandi e corsi di preparazione al concorso.

La risposta. L’assessore Dallapiccola ha condiviso le premesse dell’interrogazione e precisato che la Pat non può intervenire in materia indipendentemente dai propri intendimenti: si tratta di una professione non ordinistica e dunque non prevista dallo Statuto. Le disposizioni in materia sono statali e in corso di definizione. A seguito della legge la professione ha ora validità su tutto il territorio nazionale e non solo provinciale. La Pat ha adeguato la normativa del ‘92 con l’intento di organizzarsi ed indire una selezione. Tuttavia il necessario regolamento statale è stato annullato dal Tar del Lazio in seguito a ricorsi di guide di altre regioni. Non appena lo Stato si sarà riorganizzato in merito provvederemo anche noi di conseguenza, ha concluso Dallapiccola.

La replica. Tonina ha ribadito la propria insoddisfazione per l’incapacità di far valere le proprie prerogative a differenza della vicina provincia di Bolzano (che a seguito dell’approvazione della legge provinciale 21/2012 ha già fatto 3 volte gli esami di abilitazione alla professione di guida ed ha organizzato un corso di preparazione) ed ha ribadito al propria convinzione dell’importanza di avere persone preparate a valorizzare i nostri patrimoni garantendo un’offerta turistica più completa. Il nostro elenco degli abilitati, ha aggiunto, contiene anche nomi di persone che non esercitano più o che non hanno mai esercitato pur avendo conseguito l’abilitazione: occorre aggiornare l’elenco, ha aggiunto, per poter rispondere in modo idoneo alle plurime esigenze del turista.

 

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Pietro De Godenz (Upt)

Quando la Pat bandirà selezionio concorsi per assumere personale forestale?

De Godenz voleva sapere se e in che tempi la Pat intenda procedere, con selezioni o concorsi, all’assunzione di personale forestale, così come prevede la legge di stabilità 2016 a partire da quest’anno, per quegli agenti, assistenti o sovrintendenti (atleti trentini del corpo forestale) che in seguito all’assorbimento della Forestale statale nell’Arma dei carabinieri, optassero per il trasferimento nel Corpo forestale trentino.

La risposta. L’assessore Dallapiccola ha chiarito che è intenzione della Pat indire un concorso pubblico e riservare posti come stabilito dalla legge citata dall’interrogante.

La replica. Sono parzialmente soddisfatto perché sapevo che la possibilità c’è, ha replicato De Godenz. Io volevo maggiori informazioni sui tempi e modi e questo non è stato chiarito.

 

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Alessio Manica (Pd)

Nuova rotatoria a Campotrentino: si considereranno attraversamentodello svincolo e problema rumore?

A proposito dell’intervento per la realizzazione della nuova rotatoria in località Compotrentino, atteso per il 2018, il consigliere chiedeva se oltre al tema veicolare il progetto messo in gara terrà conto anche delle esigenze legate all’attraversamento dello svincolo con la connessione con la vicina pista ciclabile e al rumore da tempo lamentato dai residenti.

La risposta. L’assessore Gilmozzi ha chiarito che siamo in corso di progettazione esecutiva e nell’esecuzione sono stati previsti entrambi gli interventi citati dall’interrogante: il collegamento con il progetto ciclopedonale e, con un lotto di completamento, barriere antirumore a protezione degli abitati a ridosso dell’opera.

La replica. Manica ha espresso soddisfazione per la risposta che va nella direzione auspicata.

 

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Luca Giuliani (Patt)

Perché in mancanza di postiletto per la lungodegenza, non se ne cercano in loco?

Giuliani chiedeva quanti posti letto per la lungodegenza sono disponibili nell’Alto Garda e Ledro e se, in caso di ridotta o inesistente disponibilità, non si possano cercare e adottare soluzioni diverse in loco, evitando di indirizzare le persone in strutture lontane.

La risposta. L’assessore Zeni ha risposto precisando che in provincia sono 194 i posti letto abilitati alla lungodegenza. Quanto ai livelli di assitenza il decreto ministeriale del 2015 prevede per quelle funzioni 0,7 posti letto per 1000 abitanti. Rispetto allo standard in provincia di Trento i posti letto dovrebbero essere dunque 108 anziché 194. Gli indicatori sono stati recepiti, ma noi abbiamo fatto slava la situazione attuale. E’ dunque evidnete che non si tratta di carenza di posti letto di cui siamo sopra lo standard. Tuttavia è possibile tenere conto compatibilmente con al disponibilità offerta, delle esigenze dei pazienti. Inoltre, Zeni ha ricordato che con delibera 7 luglio 2017 sono state avviate azioni volte a presidiare meglio il post ricovero con l’implementazione di forme alternative al ricovero ospedaliero, mirate al recupero della stabilità, autonomia, auto cura del paziente ecc.

La replica. Il problema è che sono stati segnalati diversi casi, ha osservato Giuliani, che hanno fatto pensare ad una carenza in tal senso. Girerò all’assessore tutte queste segnalazioni per le quali chiedo venga fatta una precisa valutazione.

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LANCIO D'AGENZIA
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