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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE – CAL * ACQUE MINERALI E MINERALI SOLIDI: « DEFINITA LA QUOTA DI CANONE DA DESTINARE AI COMUNI, PARERE POSITIVO »

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19.39 - mercoledì 18 maggio 2022

Il Consiglio delle autonomie locali ha preso in esame oggi, e dato parere positivo, all’integrazione del Protocollo d’intesa in materia di finanza locale per l’anno 2022 e successivi, finalizzata a definire – in attuazione dell’articolo 14 della L.P. 11 dicembre 2020 n. 14 – la percentuale di compartecipazione dei Comuni al riparto della quota variabile dei canoni per l’imbottigliamento delle acque minerali e per l’escavazione dei minerali solidi, versata dai relativi concessionari attivi su territorio provinciale.
L’accordo raggiunto dal CAL con la Giunta provinciale, e in particolare con la struttura dell’Assessore provinciale allo Sviluppo Economico Achille Spinelli, – ha affermato il Presidente del CAL, Paride Gianmoena, prevede che l’80% della quota variabile dei canoni versati dai concessionari privati sia devoluto ai comuni sul cui territorio insistono le sorgenti o le cave di minerali solidi. Un accordo congruo, ha aggiunto Gianmoena, che vale circa 120 mila euro l’anno.
Tale pattuizione si applicherà a tutti i canoni versati a partire dal 2022, ed opererà fino ad eventuale successiva modifica.
La disciplina in oggetto interessa, al momento, i comuni di Levico Terme, Peio, Canazei, Carisolo, Pinzolo e Giustino, in virtù della presenza sul loro territorio di concessioni attive per l’imbottigliamento di acque minerali, ed il comune di Roverè della Luna, dove è collocata l’unica concessione in essere per l’estrazione di minerali solidi.

Il CAL ha preso in esame lo schema di disegno di legge di riforma delle comunità, predisposto dalla Giunta provinciale, in vista della sua adozione definitiva e del successivo avvio dell’iter consiliare.
Il Presidente del CAL, Paride Gianmoena, ha aperto i lavori leggendo in aula un documento che rappresenta la sintesi delle riflessioni svolte dai componenti del CAL nelle scorse settimane, ed in larga parte emerse anche nel confronto con i territori.
Si tratta dì un documento diviso in tre parti.
La prima parte evidenzia la necessità di mantenere e rafforzare il ruolo delle Comunità, tanto come ente incaricato di funzioni e servizi pubblici a carattere sovracomunale, quanto come sede istituzionale del confronto e della programmazione territoriale. In questo senso, il Consiglio ha chiesto

 

che venga abbandonata, anche in termini di principio, la prospettiva del superamento delle Comunità in favore di forme collaborative ad adesione autonoma e volontaria, riconsiderando la formulazione dell’art. 1 co. 1 del disegno di legge che invece lascia aperta tale possibilità.
La seconda parte del documento ha fatto sintesi di alcune osservazioni che vogliono migliorare l’assetto di governance delle comunità, proposto dal disegno di legge. In particolare, è stata focalizzata l’attenzione sull’opportunità che il presidente della comunità possa essere individuato anche al di fuori della cerchia dei sindaci del territorio, e che sia assicurato un migliore equilibrio fra maggioranza e minoranza nell’ambito della nuova assemblea per la pianificazione urbanistica e lo sviluppo. E’ stato, altresì, chiesto di vedere ampliata la possibilità di costituire, a supporto del Presidente, un comitato esecutivo, ed è stata espressa la volontà di mantenere come obbligatoria la figura del segretario comunale presso le comunità. Sono stati, infine, proposti alcuni aggiustamenti rispetto all’iter di nomina dei componenti esperti nelle CPC, ed ai rapporti fra i pareri resi da tale organo e le commissioni edilizie comunali.

Nella terza ed ultima parte del documento, infine, il CAL ha voluto avanzare alcune proposte ulteriori, che vanno nella direzione di cogliere l’opportunità di questa riforma per potenziare ulteriormente il ruolo delle comunità, sia come luoghi della pianificazione sovracomunale, che come struttura di ausilio all’operatività dei municipi: rifinanziare gli strumenti di sostegno agli investimenti comunali, riservando attenzione anche all’esigenza di mantenere in efficienza le reti dei servizi pubblici locali (tra cui gli acquedotti); facilitare l’utilizzo degli avanzi di amministrazione maturati dalle Comunità, assegnandoli ai Comuni associati, o consentendo che le risorse siano impiegate dalla Comunità stessa, per la realizzazione di opere di rilievo sovra-comunale; creare le condizioni per fare sì che le Comunità possano essere catalizzatori di entrate proprie da destinare a politiche di rilievo sovra-comunale, anche attraverso la realizzazione di investimenti di carattere produttivo; favorire la creazione, presso le Comunità, di centri di competenza specialistica, che potranno operare in sinergia con il Consorzio dei Comuni Trentini, negli ambiti di particolare delicatezza e rilevanza strategica per l’operatività dei Comuni associati, istituire forme di specifico finanziamento per azioni mirate di miglioramento organizzativo, che portino alla maggiore interoperabilità fra le strutture amministrative dei Comuni associati.
Il CAL ha quindi espresso, rispetto al disegno di legge, parere positivo, subordinato all’accoglimento delle osservazioni formulate in merito al sistema di governance delle comunità, e con l’auspicio che la Giunta provinciale possa tenere in debita considerazione le ulteriori proposte, formulate per il rafforzamento del ruolo delle comunità, anche in vista della redazione del prossimo Protocollo di finanza locale.
L’Assessore agli Enti Locali della PAT, Mattia Gottardi, in video collegamento, è intervenuto ricordando come il testo sia solo un punto di partenza e di come l’articolato possa solo arricchirsi dì proposte e sollecitazioni.
In merito alla proposta di riservare maggiore peso alle maggioranze consiliari nell’Assemblea per la pianificazione urbanistica e lo sviluppo, ha aggiunto come nei Comuni sopra i 5 mila abitanti sarà prevista la possibilità di un terzo membro da eleggere in Consiglio che si aggiungerebbe al Sindaco e al rappresentante della minoranza. Sulla figura del presidente, Gottardi ha manifestato alcune aperture alla possibilità di nomina di un soggetto diverso dal Sindaco.
Già domani, il DDL vedrà l’approvazione in Giunta provinciale. Gottardi, ha aggiunto, che il testo potrà essere ulteriormente oggetto di affinamento nel corso dell’iter consiliare.
Nel corso degli interventi in aula il Sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, ha ricordato come il ragionamento di partenza sulla Riforma Istituzionale sia stato quello di evidenziare l’importanza di lavorare insieme partendo dalle istanze del territorio. La complessità della pianificazione e della gestione delle comunità locali impone, infatti, un dialogo continuo tra gli Enti locali, con le Comunità di valle che non sminuiscono il ruolo dei Comuni, ma che, invece, ne enfatizzano il ruolo.

 

 

Il prossimo 23 maggio il CAL è atteso in audizione presso la Quinta Commissione sul Disegno di Legge n. 56 “Sostegno straordinario alle attività culturali in provincia di Trento in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19” (proponenti consiglieri Zeni, Ferrari e Manica). Il CAL dovrà esprimersi anche sul Disegno di legge n. 138 “Revisione della disciplina sulle politiche culturali della Provincia: modificazioni della Legge provinciale sulle attività culturali 2007 e della legge provinciale 11 novembre 2015, n. 17 (Agevolazioni fiscali in materia di promozione di attività culturali del Trentino, di valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio trentino)” (proponente assessore Bisesti).
In Commissione, durante la prima illustrazione, è già emersa l’opportunità di procedere con l’elaborazione di un testo unificato.
L’argomento, con le osservazioni da inserire in parere, è stato illustrato dall’Assessore del Cal e Sindaco di Trento, Franco Ianeselli.
Forti perplessità sono state espresse rispetto alla proposta di istituire l’Ente Trentino Spettacolo, che dovrebbe assorbire le competenze del Centro servizi culturali Santa Chiara e del Coordinamento teatrale Trentino. Scelte di questo tipo, secondo il CAL, andrebbero previamente

 

concertate con i soggetti interessati: Comuni e Consorzio dei Comuni in primis.

Il Disegno di Legge n.56 Il Disegno di Legge risale al 22 maggio del 2020, periodo segnato dall’emergenza epidemiologica da COVID-19. Riconosce la necessità di forme plurali e diverse di sostegno alle attività culturali esercitate, in forma professionistica e amatoriale, nel territorio provinciale. A tal fine disciplina una gamma di interventi straordinari per lo spettacolo dal vivo e riprodotto e per la sua circuitazione. Detta disposizioni per la ripresa delle attività culturali e dello spettacolo e prevede un Fondo di emergenza provinciale per lo spettacolo e interventi connessi. Stabilisce, inoltre, tempestività nel rispondere alle richieste di aiuto e l’impegno da parte dei beneficiari dei prestiti previsti nell’articolo precedente a restituire gli importi ricevuti senza interessi in un periodo massimo di 5 anni.
Il Disegno di Legge n.138 Il DDL 138 rivede la disciplina provinciale sulle attività culturali del 2007 e la normativa del 2015 sulle agevolazioni fiscali a sostegno della promozione del settore. L’articolato apre il sistema cultura a una maggiore innovazione puntando a coinvolgere un maggior numero di soggetti e professionalità. La qualificazione rimane per le 4 tipologie di soggetti già previste – musei a carattere provinciale, federazioni di associazioni, scuole musicali e biblioteche private di rilievo provinciale – aprendo anche a soggetti non qualificati. L’obiettivo è una maggiore attenzione alla qualità dei progetti e non solo ai soggetti che li propongono, favorendo il numero di attività culturali che ricevono il sostegno della Provincia. Si prevede l’istituzione del Consiglio museale trentino (CMT), “organismo complesso di coordinamento e supporto per le politiche museali provinciali, riconoscendo alla Provincia il ruolo di coordinamento del sistema museale trentino, favorendo l’integrazione dei musei e la qualificazione della loro offerta. Il CMT prevede nelle sue articolazioni la conferenza dei presidenti dei musei e la conferenza dei direttori dei musei.

Il CAL, in vista dell’audizione concessa dalla Quarta Commissione permanente, ha preso in esame il testo unificato dei disegni di legge n. 125 (proponente consigliere Cia) e n. (proponente assessore Segnana), il quale modifica le disposizioni contenute nella legge provinciale sugli animali d’affezione 2021, in materia utilizzo della catena per la detenzione degli stessi. In merito, ha espresso un orientamento favorevole, apprezzando il fatto che i due disegni di legge siano stati riuniti in una proposta condivisa da entrambi i proponenti, e che i contenuti della stessa siano stati concertati con le associazioni ambientaliste.

 

Il contenuto del provvedimento
L’art. 3 comma 3 della l.p. n. 4/2012, attualmente vigente, dispone che “Il responsabile della detenzione di un cane deve evitare, se possibile, di tenerlo legato alla catena. In caso contrario la catena deve avere un’adeguata lunghezza e, se possibile, deve esserne assicurato lo scorrimento.”
Il disegno di legge propone di sostituire tale disposizione con la seguente: “Al responsabile della detenzione di un animale d’affezione è vietato utilizzare la catena o qualunque altro strumento di contenzione simile, salvo che per ragioni sanitarie, documentabili e certificate dal veterinario curante, o per ragioni urgenti e temporanee di sicurezza, sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta provinciale.”
Si propone, altresì, di estendere ai casi di inosservanza della disposizione sopra riportata, la sanzione amministrativa pecuniaria già prevista dall’art. 18 co. 2 della legge, ovvero il pagamento di un importo da 400 a 800 euro. L’intervento normativo in oggetto sostituisce quella che è oggi sostanzialmente una raccomandazione, non assistita da specifica sanzione, , con una previsione maggiormente cogente, la quale circoscrive più puntualmente eventuali fattispecie di deroga, anche facendo rimando ad una deliberazione attuativa della Giunta provinciale, ed assistita da sanzione pecuniaria. Il divieto di utilizzo della catena viene esteso, inoltre, a tutti gli animali di affezione.
Il Disegno di legge non interviene sulla conduzione degli animali d’affezione nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico che rimane disciplinata, tra l’altro, dall’ordinanza del Ministro della Salute 6 agosto 2013 e s.m.i. “Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani” che stabilisce le modalità di utilizzo del guinzaglio e della museruola.
Il divieto introdotto con il presente disegno di legge è stato condiviso all’unanimità̀ anche dalla Commissione provinciale per la protezione degli animali d’affezione per la XVI legislatura riunitasi il 21 luglio 2021, e trova riscontro anche in diverse iniziative legislative recentemente approvate da altre Regioni italiane. Le disposizioni proposte, se approvate, entreranno in vigore il 1° gennaio 2023.

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