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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO AUTONOMIE LOCALI – SEDUTA 13 APRILE: « PARERE FAVOREVOLE POLITICHE ATTIVE LAVORO (PROGETTONE) / ILLUSTRATE LE NORME IN MATERIA DI GOVERNO AUTONOMIA TRENTINO »

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10.13 - venerdì 15 aprile 2022

Seduta Cal di mercoledì 13 aprile 2022 ore 15.30. Politiche attive del lavoro (Progettone).

Parere favorevole con osservazioni e riserva di ulteriori approfondimenti per il pronunciamento definitivo in vista dell’audizione concessa dalla competente Commissione del Consiglio provinciale.

Il CAL ha preso in esame e dato parere favorevole, con precise osservazioni (18 favorevoli, 0 contrari e 10 astenuti), alla proposta di deliberazione della Giunta provinciale concernente ‘Approvazione del disegno di legge provinciale avente per oggetto: ‘Il sistema provinciale per la politica attiva del lavoro e la realizzazione di interventi e servizi di pubblica utilità (Progettone)’’.

Nel corso della discussione il Consiglio ha precisato che il parere è stato espresso, pur nella ristrettezza dei tempi assegnati, con formale riserva di presentare ulteriori e più approfondite osservazioni nel corso dell’audizione che sarà concessa, all’incirca tra un mese, dalla competente Commissione legislativa del Consiglio provinciale.

Il DDL prevede una nuova veste normativa per il cosiddetto Progettone (del valore di circa 45 milioni l’anno) adeguandolo a un contesto normativo cambiato radicalmente e ponendolo in relazione con gli altri strumenti delle politiche attive del lavoro.
Già nella seduta di Consiglio dello scorso 23 marzo l’Assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli, presente oggi, aveva proceduto a una prima illustrazione del DDL.

In quell’occasione il Presidente del Cal, Paride Gianmoena aveva evidenziato alcune riflessioni uscite dalla riunione di Giunta: piena condivisione sugli obiettivi, ma anche la necessità di un ampio ragionamento sui nuovi scenari che derivano dal nuovo DDL approvato in adozione preliminare dalla Giunta provinciale.

Lo schema di Disegno di Legge è stato, nel frattempo, emendato accogliendo alcune delle richieste delle organizzazioni sindacali, maturate nell’ambito della Commissione provinciale per l’impiego.
Il CAL ha preso atto delle integrazioni apportate al Disegno di legge e finalizzate ad implementare maggiormente il metodo concertativo nella definizione delle attività e dei soggetti beneficiari del Progettone, oltre che al potenziamento di alcune misure funzionali a rendere maggiormente efficaci gli interventi di politica attiva nei confronti dei lavoratori coinvolti.

Le Autonomie locali hanno, per altro verso, evidenziato come il contributo storicamente offerto dai lavoratori del Progettone alla cura del territorio ed al supporto a servizi pubblici di interesse locale risulti particolarmente importante per i Comuni. Per questa ragione, viene richiesto un forte coinvolgimento del CAL nella futura pianificazione delle attività e nella quantificazione delle risorse da destinare ad iniziative di interesse per i Comuni, come prevista all’articolo 3 del disegno di legge. Al contempo, appare raccomandabile mantenere un certo margine di flessibilità nella puntuale individuazione degli interventi attuati sul territorio, al fine di poter corrispondere anche ad esigenze puntuali, e talvolta contingenti.
Viene, altresì, richiamata l’opportunità di estendere – per quanto risulti possibile, nei limiti di quanto consentito dalla normativa sovraordinata – il novero dei soggetti abilitati a proporre interventi e servizi di pubblica utilità, anche a soggetti privati che
operino in convenzione con i soggetti pubblici per lo svolgimento di attività non economiche, quali ad esempio la gestione di musei o altri luoghi della cultura.

Il Consiglio si è, comunque, riservato di integrare ulteriormente il proprio apporto all’iter legislativo, in sede di audizione presso la Commissione consiliare competente.

Nella discussione è intervenuto il Sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, che ha espresso una serie di considerazioni annunciando il suo voto di astensione. Valduga ha lamentato il metodo, con la scarsità di tempo a disposizione per esaminare nel dettaglio l’articolato.
Valduga ha voluto sottolineare ancora, in maniera forte, la necessità di capire quali spazi ci siano per esercitare il primato della politica.
In questo senso Valduga ha ribadito come debba esserci la possibilità di una proposta originale per il territorio, e deve essere la politica a dare le indicazioni ai tecnici. Ha messo, poi, in evidenza il valore della concertazione e dell’intermediazione, che non significa appiattirsi sulle posizioni delle OOSS, ma costruire insieme un modello che possa tenere conto delle competenze di tutti, auspicando che ci sia il tempo per un dialogo proficuo.
Paride Gianmoena, ha ripreso il concetto espresso da Valduga ammettendo le difficoltà a prendere in esame le proposte in tempi ristretti.
Ha ripreso anche la necessità che la Legge dia risposte concrete ai Comuni nella manutenzione del territorio in un rapporto ben definito tra soggetti pubblici e privati. Tra i punti nodali la flessibilità e il pieno coinvolgimento nel Piano triennale di programmazione degli interventi.

Anche il Sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha annunciato il suo voto di astensione. Pur considerando la necessità una rivisitazione del Progettone allineandosi alle direttive europee, resta basilare – ha detto – un giusto tempo di confronto tra le parti. Il Progettone – ha aggiunto – deve essere come una fisarmonica che segue l’andamento del mercato del lavoro per realizzare nel concreto le finalità di reinserimento occupazionale.
Sul piano triennale, Ianeselli, ha voluto evidenziare che è strategica l’intesa con il CAL per una piena condivisione sui progetti concreti da realizzare.

Il Disegno di legge
La Legge che ha dato vita a quello che è conosciuto come il “Progettone” era stata varata nel 1990. Aveva la finalità di sostegno occupazionale, dando risposte ai problemi di quegli anni, in particolare alla crescita della disoccupazione a seguito della crisi del settore manifatturiero e al dissesto idrogeologico culminato nella tristemente nota “Tragedia di Stava”. Nel corso degli anni alle attività cantieristiche di carattere ambientale, ha aggiunto anche una serie di servizi di pubblica utilità come la custodia e il presidio di musei. Attraverso il nuovo Disegno di legge si adegua questo strumento alla normativa europea in materia di contratti pubblici, di servizi di interesse generale (economici e non), di enti del terzo settore, sia al contesto socio-economico che – in seguito ai cambiamenti intervenuti nel corso del tempo – registra un calo demografico con una carenza di soggetti attivi nel mercato del lavoro. Con il Disegno di Legge di riforma il Progettone diventa politica attiva per il reinserimento nel mercato del lavoro di quei soggetti, appartenenti alle fasce più deboli, con disagi o difficoltà nello svolgimento ordinario di alcune mansioni che si ricollegano soprattutto alla loro età. In sostanza non più solo un accompagnamento alla pensione e al welfare, ma a forme di attivazione che spingono, anche con

l’accrescimento delle competenze, a riportare queste persone nel mercato del lavoro reale. Il disegno di legge conferma la possibilità che i soggetti attuatori del Progettone svolgano, attraverso i lavoratori ammessi all’intervento, servizi di pubblica utilità connessi alla valorizzazione del patrimonio naturalistico, ambientale e culturale, nonché degli impianti sportivi e delle aree verdi circostanti agli abitati, di competenza degli enti locali e delle società strumentali degli stessi. Spetterà alla Giunta provinciale, d’intesa con il CAL, definire nel dettaglio i servizi di pubblica utilità e le misure di reinserimento nel mercato del lavoro da attuare nell’ambito del Progettone.

 

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Norme in materia di governo dell’autonomia del Trentino

Illustrazione
L’Assessore provinciale agli Enti locali, Mattia Gottardi, in video collegamento, ha illustrato, oggi, al Consiglio delle autonomie locali la proposta di deliberazione della Giunta provinciale concernente ‘Adozione preliminare del disegno di legge recante ‘Disposizioni per l’avvio della riforma delle comunità: modificazioni della legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3 (Norme in materia di governo dell’autonomia del Trentino), della legge provinciale 4 agosto 2015, n. 15 (legge provinciale per il governo del territorio)”.
Il tema era stato anticipato, in via informale, nella seduta del CAL il 16 marzo scorso, quando il Presidente Paride Gianmoena, aveva evidenziato l’opportunità di un ragionamento di ampio respiro per definire al meglio il rapporto tra le Istituzioni in quello che deve essere inteso come un sistema delle autonomie.
Gottardi, oggi, è entrato nel vivo, anticipando che domani inizierà il suo tour in Trentino per illustrare la proposta di riforma.
Gottardi ha puntualizzato che, non a caso, ha voluto fare una relazione preliminare al CAL, visto il suo diretto coinvolgimento in un ragionamento complessivo sul testo di Legge.
La riforma, ha aggiunto ancora, è partita a inizio legislatura con l’eliminazione delle gestioni obbligatorie e prosegue in un confronto col territorio.

 

Il Disegno di Legge
Il Disegno di Legge contiene le disposizioni per l’avvio del processo di riorganizzazione delle comunità previste dall’articolo 14 della legge provinciale 3 del 2006. In questa fase interviene sugli organi della Comunità valorizzando il ruolo dei Sindaci dei Comuni compresi nei relativi territori e sui soggetti coinvolti nella pianificazione territoriale e nella tutela del paesaggio.

Prevede una ridefinizione degli organi della Comunità limitandone la terzietà rispetto ai Comuni che la compongono e valorizzandone il ruolo
I nuovi organi previsti sono il Consiglio dei Sindaci; il Presidente; l’Assemblea per la pianificazione urbanistica e lo sviluppo e il Comitato esecutivo, quest’ultimo facoltativo. Si prevede, inoltre, la revisione della composizione della Commissione per la pianificazione territoriale il paesaggio della comunità (CPC) e delle Commissioni edilizie comunali (CEC) attraverso la riduzione del ruolo della Provincia sia nella composizione che nella vigilanza sull’attività delle commissioni.
Per quanto riguarda le Commissioni edilizie comunali si prevede che si esprimano con un parere obbligatorio nei casi di autorizzazione paesaggistica di competenza del

Sindaco. A tal fine si prevede che almeno uno dei membri della CEC sia un esperto in tutela del paesaggio.
Il Consiglio dei Sindaci è formato dai Sindaci dei Comuni appartenenti alla Comunità. E’ organo di indirizzo e controllo, approva i bilanci, i regolamenti, i programmi della Comunità individuando gli indirizzi generali e curandone l’attuazione.
Il Presidente è il legale rappresentante della Comunità ed è nominato dal Consiglio dei Sindaci che lo elegge fra i propri membri. Presiede il Consiglio dei Sindaci, l’Assemblea per la pianificazione urbanistica e lo sviluppo.

Il Comitato esecutivo svolge funzioni propedeutiche, consultive e propulsive rispetto al Consiglio dei Sindaci.
L’Assemblea per la pianificazione urbanistica e lo sviluppo svolge funzioni di pianificazione urbanistica ed è composta da due membri per ogni Comune compreso nel territorio. Sono il Sindaci e il Consigliere di minoranza più votato. Nel caso di assenza della minoranza viene scelto tra i membri del Consiglio comunale. Le funzioni dirigenziali e direttive sono affidate al Direttore Generale nominato dal Presidente tra i segretari comunali, un dirigente di ruolo o un dirigente a tempo determinato.

In sintesi, come si legge nella relazione, il nuovo assetto dei rapporti istituzionali persegue l’obiettivo di valorizzare le peculiarità locali dei singoli Comuni, semplificando il quadro istituzionale e assicurando su tutto il territorio provinciale la qualità dei servizi ai cittadini rendendo la Comunità massima espressione delle volontà degli interessi del Territorio.

Il DDL dovrebbe arrivare in aula a fine giugno, garantendo il tempo del confronto con i Sindaci e le Conferenze dei Sindaci.
Gianmoena è intervenuto condividendo la strada del confronto costruttivo definendola una strada obbligatoria e obbligata. Una strategia che ha definito fondamentale. Ha ricordato che le Comunità di Valle sono conosciute, oggi, come una forma associativa obbligatoria che la riforma non dovrebbe snaturare definendole, invece, su base volontaria. Ha voluto precisare che rivestono un ruolo importante nel fa

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