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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO AUTONOMIE LOCALI * REGOLAMENTO IN AMBITO SOCIO-ASSISTENZIALE: PARERE FAVOREVOLE

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18.05 - mercoledì 14 febbraio 2018

Regolamento in ambito socio-assistenziale. Parere favorevole con osservazioni Il Consiglio delle autonomie locali ha dato parere favorevole, con osservazioni, alla proposta di delibera della Giunta provinciale concernente “Approvazione dello schema di Regolamento di esecuzione degli articoli 19, 20 e 21 della legge provinciale 27 luglio 2007, n. 13 (Politiche sociali nella provincia di Trento) in materia di autorizzazione, accreditamento e vigilanza dei soggetti che operano in ambito socio assistenziale”.
I lavori sono entrati nel merito con l’introduzione del Presidente del Cal Paride Gianmoena.

La struttura provinciale ha specificato come la Legge sulle Politiche sociali ha lo scopo di migliorare la qualità dei servizi accertando particolari requisiti dei soggetti che intendono gestire i servizi. Il principio è quello di indirizzare le politiche sociali non tanto alle singole fasce disagiate, ma costruire strategie di benessere assieme alla comunità aprendo all’innovazione sociale.

Il Regolamento individua i requisiti necessari e arriva dopo una serie di confronti con i tavoli divisi per categorie, dove hanno portato il loro prezioso contributo anche gli Enti locali. In totale sono state 160 le ore di lavoro per questo primo step che precede il catalogo dei servizi socio-assistenziali previsto a fine giugno. L’agenda dei lavori, infatti, fissa a luglio l’avvio del nuovo sistema. Per i soggetti accreditati è previsto un periodo transitorio di due anni per adeguarsi al nuovo sistema.

Entrando nel dettaglio l’autorizzazione è il titolo per erogare i servizi sul libero mercato senza il finanziamento pubblico, mentre l’accreditamento permette di svolgere i servizi socio-assistenziali per conto dell’Ente pubblico da parte degli enti del Terzo Settore.

Il Regolamento individua i requisiti minimi per l’autorizzazione. Sono requisiti di tipo organizzativo e strutturale, ma anche impiantistico e abitativo. Requisiti che vanno dimostrati al momento della presentazione della domanda.

Ulteriori requisiti vengono chiesti per l’accreditamento e si riferiscono alla qualità dell’organizzazione. Mirano al miglioramento dell’offerta pubblica dei servizi socio-assistenziali con una verifica preliminare delle capacità organizzative di prendersi cura delle persone secondo un approccio personalizzato.

Si chiede una semplificazione delle procedure, attenzione alle caratteristiche morali degli amministratori, alle competenze degli operatori, all’equità nell’accesso ai servizi, ma anche una responsabilità degli utenti e un lavoro in rete col territorio.

Il regolamento prevede, comunque, anche il miglioramento nell’offerta privata per i servizi socio-assistenziali semplicemente autorizzati. Viene estesa, infatti, l’autorizzazione anche ai soggetti che erogano servizi domiciliari.

La nuova autorizzazione e il nuovo accreditamento prevedono una suddivisione per aree di utenza e vale a dire: età evolutiva e genitorialità, età adulta, età anziana e persone con disabilità. Ogni area individua tre ambiti di servizi: servizi residenziali, semiresidenziali, domiciliari e di contesto.
Importanti saranno due documenti come la carta dei servizi e il bilancio sociale attualmente in fase di studio nelle linee guida.

Il nuovo sistema di qualità dei servizi coinvolge la Provincia, come Ente accreditante, le Comunità di valle e i territori, titolari delle funzioni dei servizi a livello locale con l’obiettivo di una maggiore efficacia delle risposte ai bisogni sociali; il terzo settore erogatore dei servizi; i destinatari dei servizi che vengono coinvolti nel miglioramento del loro stato sociale; il volontariato e i cittadini disponibili ad assumersi responsabilità nei riguardi di situazioni di fragilità e i cittadini come soggetti partecipi al Welfare generativo.

Il Regolamento dispone la vigilanza a carico dei Servizio politiche sociali della Provincia e, in un secondo tempo, con il personale degli enti locali d’intesa con il Consiglio delle autonomie locali. Le osservazioni sollevate dal Comune di Trento mirano a tenere alta l’asticella della qualità. In particolare sono stati chiesti chiarimenti sulla qualifica degli operatori.

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