Lo avevamo detto: la ripartenza sarebbe stata con il freno a mano tirato. La conferma arriva dai pubblici esercizi che a qualche settimana dalla ripartenza nell’80% dei casi ha dichiarato di aver riaperto tra non poche difficoltà a causa del distanziamento interpersonale e le altre misure anti covid-19 .
Complessivamente il 71,3% fa un bilancio negativo o molto negativo di queste prime settimane di apertura. L’indagine è stata effettuata su un campione di 320 imprese (principalmente micro) del mondo della ristorazione e bar. Bene invece per quanto riguarda i clienti e il rispetto delle regole: l’igiene delle mani (saldo 70,3%), seguito dall’uso della mascherina (saldo 64,2%). Un po’ meno c’è attenzione al distanziamento sociale (62,2%). L’invito per i cittadini rimane quello di collaborare al rispetto delle regole.
“Ciò che ci preoccupa maggiormente – commenta Massimiliano Peterlana, presidente di Fiepet Confesercenti del Trentino – sono i dati che interessano il mercato del lavoro. Le imprese, con i fatturati in calo e in forte contrazione, avranno difficoltà a garantire il rientro della forza lavoro dalla cassa integrazione . E’ assolutamente necessario intervenire per tutelare le imprese e l’occupazione, rendendo immediatamente disponibili i ristori a fondo perduto, la liquidità agevolata e le risorse per la cassa integrazione”.
“Il decreto Rilancio – prosegue Peterlana – ha esteso di ulteriore 9 settimane la cassa integrazione con causale Covid, portandola a un totale di 18 settimane non continuative perché, nella migliore delle ipotesi, la cassa potrà essere richiesta solo da settembre. Rimane un buco nei mesi di luglio e agosto con i lavoratori che si ritroveranno senza soldi. Come si dovranno comportare? Chiediamo un intervento della Provincia per garantire una prosecuzione della cassa integrazione per i mesi scoperti dalla normativa attuale. I dipendenti non possono utilizzare gli ammortizzatori sociali in quanto i licenziamenti sono ancora bloccati”.
Da mettere in evidenza anche le richieste delle piccole imprese a conduzione familiare. “Gli imprenditori – conclude Peterlana – ci chiedono di semplificare e rendere più flessibile il lavoro. La ripresa sarà graduale, alle imprese occorrono strumenti flessibili. Vanno eliminati anche i costi dei contratti a termine e reintrodotti i voucher, almeno per i settori maggiormente colpiti”.