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CONFCOMMERCIO * “ #VIVIAMOLECITTÀ “: PIFFER, « IN TRENTINO GLI ESERCIZI COMMERCIALI SOSTENGONO IL TURISMO E RIVESTONO UN RUOLO DI AGGREGAZIONE NELLE VALLI PERIFERICHE »

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17.35 - mercoledì 6 marzo 2019

#viviAmolecittà, commercio e turismo per rilanciare le città. L’evento nazionale di Confcommercio – Imprese per l’Italia dedicato alla demografia degli esercizi commerciali nei centri storici. Piffer: «In Trentino gli esercizi commerciali sostengono il turismo e rivestono un ruolo di aggregazione nelle valli periferiche».

Anche per la città di Trento il trend è quello nazionale: negli ultimi dieci anni il numero dei negozi si è ridotto (del 10% circa) mentre il settore ricettivo con bar e ristoranti ha conosciuto una fase di crescita (attorno al 7%). All’interno dei negozi, tuttavia, le dinamiche sono differenti a seconda della categoria. Piffer, vicepresidente di Confcommercio Trentino e presidente dell’Associazione dei commercianti al dettaglio: «Da alcuni anni ormai il commercio sta vivendo un momento di profonda trasformazione. Per la nostra provincia è importante tenere in considerazione l’orografia particolare: le valli hanno bisogno di presidi e di centri di aggregazione, un ruolo quasi sempre ricoperto dai negozi».

Confcommercio – Imprese per l’Italia ha presentato stamattina la consueta analisi dell’andamento demografico degli esercizi commerciali nelle città italiane. Prosegue, a livello nazionale, un trend di contrazione del numero di esercizi, molto spesso correlato anche con le variazioni demografiche. L’indagine è stata condotta dall’Ufficio studi confederale su 120 città: tutti i capoluoghi di provincia oltre a 10 comuni di media dimensione.

I centri storici perdono il 13% dei negozi in sede fissa nel periodo 2008-18, -14% al sud con divario di 4 punti percentuali rispetto al centro-nord. Rispetto alle periferie il divario è di circa il 3%. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, c’è un evidente effetto composizione dei consumi. Crescono negozi tecnologia e farmacie, cade il numero di negozi tradizionali, che escono dai centri storici per trasformarsi nell’offerta delle grandi superfici specializzate fuori dalle città.

Il calo dei consumi reali pro capite ha comportato una perdita di negozi in sede fissa. Quando salgono i consumi il numero di negozi resta stabile. L’impatto della popolazione è positivo, la sua riduzione determina maggior desertificazione delle città. Bella ha sottolineato che secondo le stime dell’Ufficio Studi, «il 70-80% della riduzione dei negozi dei centri storici è dovuto a razionalizzazione e scelte relative a scarsa redditività e competizione con e-commerce, centri commerciali, parchi e outlet».

Trento
Per la città capoluogo il trend è il medesimo di quello italiano. Gli esercizi commerciali tendono a riorganizzarsi, riducendosi nel numero di circa il 10% e mantenendo praticamente invariata la distribuzione tra centro storico e periferia: nel 2008 erano 717 nel perimetro del centro storico e 181 al di fuori, mentre dieci anni dopo, nel 2018, sono rispettivamente 654 e 154. Crescono di circa il 7% gli esercizi del settore ricettivo, bar e ristoranti: dai 400 nel centro storico e 133 al di fuori registrati nel 2008, nel 2018 erano 428 e 143. Come ha evidenziato nei giorni scorsi anche la Camera di commercio del capoluogo, una parte della riduzione è dovuta anche alla revisione degli elenchi camerali che ha comportato la cancellazione di imprese inattive.

Piffer: «Commercio di vicinato essenziale per la realtà della nostra provincia»
«La particolare orografia del Trentino – spiega Massimo Piffer, presidente dell’Associazione commercianti al dettaglio del Trentino e vicepresidente di Confcommercio Trentino – segna anche la distribuzione degli esercizi commerciali. In particolare, nelle valli esiste il fenomeno della stagionalità turistica, che produce sostanziali differenze tra i vari periodi dell’anno all’interno della dinamica di domanda e offerta, assieme al problema delle località più periferiche, dove i negozi ed esercizi commerciali in generale hanno il duplice ruolo di aggregatore sociale e presidio del territorio. Si tratta di una geografia complessa, comune alle località montane, che va tenuta in considerazione sia in sede di programmazione politica che di analisi».
«Senza dubbio – aggiunge Piffer – dal 2008 il commercio sta vivendo una profonda, lenta e probabilmente molto radicale trasformazione. Quello che le imprese stanno affrontando è un processo di evoluzione dei costumi e dei consumi degli italiani (e quindi anche dei trentini) tra i più significativi dal Dopoguerra ad oggi».

Sangalli: «Un piano nazionale per la generazione urbana»
«La riduzione dell’offerta commerciale, secondo il nostro Ufficio Studi 64 mila negozi in meno negli ultimi dieci anni, e una disordinata evoluzione delle strutture di ristorazione e alloggio stanno impoverendo le nostre città che, ora più che mai, devono essere rilanciate». «C’è, dunque bisogno – ha detto il presidente di Confcommercio – Imprese per l’Italia Carlo Sangalli – di un piano nazionale per la rigenerazione urbana, fondato sul riconoscimento del rapporto strettissimo tra commercio e vivibilità delle nostre città, e di misure dedicate all’innovazione delle piccole superfici di vendita. Città più belle e attrattive danno sicurezza e fiducia: costituiscono un grande valore sociale ed economico per i nostri territori. Commercio, turismo e servizi vivono delle città e le fanno vivere».

L’impegno di Confcommercio
Confcommercio da anni opera a favore della qualità di vita nei centri urbani nella consapevolezza che un’economia florida si sviluppa solo se il contesto è adeguato e accogliente. A seguito dell’intesa sottoscritta con ANCI nell’aprile del 2015, ora in fase di aggiornamento, si sono susseguiti incontri del Laboratorio nazionale per la rigenerazione urbana, durante i quali le Associazioni territoriali e le rispettive amministrazioni comunali, coordinate dal settore Urbanistica di Confcommercio, si sono confrontate sulle progettualità in corso. Nel corso del 2018 sono stati approfonditi, con l’ausilio di esperti, i temi di innovazione, cultura, sport, turismo e riuso di spazi dismessi, quali leve di rigenerazione urbana e sono state raccolte 52 buone pratiche, 18 delle quali poi presentate a novembre alla Rassegna dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. I report degli incontri sono disponibili sul sito confederale e i risultati saranno oggetto di una pubblicazione di prossima diffusione.

Tra le buone pratiche con cui si sono sperimentate possibili connessioni tra tradizione e innovazione, figurano le esperienze sviluppate dalle Confcommercio a Bologna, Palermo, Ragusa e Rovereto. È di ieri la notizia dell’avvio delle 5 attività innovative all’interno del progetto “Spazi in movimento” di Rigenera Rovereto.

Sul tema della regolazione urbanistica abbinata alla gestione dei servizi commerciali sono stati presentati i progetti delle Confcommercio di Bergamo, Genova, Milano e Parma. Sul tema della valorizzazione della funzione sociale delle attività commerciali, sono state illustrate le esperienze di Ancona, Arezzo, Ferrara, Torino e della Valle d’Aosta. Infine, sul tema del turismo come leva di sviluppo sociale ed economico dei territori sono stati presentati i progetti sviluppati dalle Confcommercio di Bologna, Padova, Piacenza, Nord Sardegna e Torino.

Il programma di attività per il 2019 mira a consolidare quest’esperienza, in particolare con approfondimenti legislativi che consentano di condividere un nuovo sistema di principi, strumenti e regole per rendere il commercio l’elemento urbano centrale in ragione della sua rilevanza nella gestione dello spazio pubblico, della sua capacità di dare risposta ai fenomeni di dismissione e del suo ruolo maggiormente vivificante e di inclusione sociale rispetto ad altre funzioni. Verranno comunque monitorate le esperienze raccolte nel corso del Laboratorio 2018, alcune delle quali si stanno sviluppando, generando fertili contaminazioni tra Associazioni territoriali di città diverse su temi di comune interesse.

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