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CONFCOMMERCIO TRENTINO * TERZIARIO: ZANOLLI, « UN GIOVANE IMPRENDITORE DEVE POTERE ANCORA AVERE LA POSSIBILITÀ DI CREDERE E CONTINUARE A FARE IMPRESA, IN 10 ANNI CHIUSE 2.200 AZIENDE »

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14.14 - martedì 23 marzo 2021

Lo scenario di base determinato dal protrarsi della pandemia ha colpito e sta ancora colpendo duramente le Giovani Imprese trentine sofferenti anche in virtù di una scarsa patrimonializzazione e capitalizzazione di impresa o di un business non consolidato e spesso ancora in fase di crescita.

Il decennio 2010/2020 ha visto a livello locale un calo netto nel numero di imprese attive registrando 2.200 chiusure.

«Il problema – dice Paolo Zanolli Presidente dei Giovani Imprenditori del Terziario di Confcommercio Trentino – considerata la portata che il fenomeno pandemico ha avuto, non va considerato solo dal punto di vista economico ma anche da quello sociale. Il rischio finale e reale è quello di perdere un’intera generazione imprenditoriale (spesso di prima generazione) creando i presupposti per una gravissima ricaduta sul sistema economico e di welfare».

I dati del nostro osservatorio hanno fatto emergere che nel 2020 l’87% del totale delle giovani aziende risultava colpita direttamente dalla crisi, il 71% delle imprese non ha potuto attuare lo smart-working, il 43% non ha potuto accedere a sussidi o forme di ristoro, il 30% del totale ha perso più dell’80% di fatturato ed il 25% tra il 50% e l’80%.
Il 47% dei titolari ha dichiarato di essere a rischio cessazione attività ed il 90% ritiene che non siano stati fatti da parte delle istituzioni statali e locali interventi economici sufficienti a sostegno delle imprese.

«La nostra proposta all’organo politico – continua Zanolli – è quella di attivarsi e concertare con le associazioni di categoria per l’istituzione di un Fondo speciale da destinare al sostegno ed al rilancio della Giovane Imprenditoria Trentina, in primis per sostenere la categoria in senso lato ed in seconda istanza per permettere alle imprese appena nate di non dover cedere e chiudere sotto il peso della crisi determinata dalla pandemia, considerato che esse stesse sono fonte di occupazione e partecipano attivamente alla creazione del Pil provinciale».

Il Piano di sviluppo dovrebbe risultare uno strumento agile che tenga conto di molteplici fattori fra cui definire parametri e criteri semplici e trasparenti per accedere al beneficio di ristoro (per imprese guidate da giovani imprenditori under 42), sostenere concretamente e velocemente le aziende danneggiate, tenere nella dovuta considerazione la tematica dei collaboratori e dipendenti, facendo pronto riferimento ai fatturati passati dell’azienda.
Serve inoltre tenere nella dovuta considerazione chi ha iniziato l’attività nel corso 2020, comprese start-up e realtà recenti, poichè in assenza di storico reddituale non posso far valere alcun termine di paragone del fatturato rispetto all’annualità pregressa.
Le procedure ed i criteri per l’accesso al fondo di sostegno sicuramente necessitano di procedure quanto più semplificate e/o telematiche.
Risulta fondamentale che il fondo di sostegno tenga conto di tutte le realtà imprenditoriali (in primis i codici Ateco) tralasciati dai decreti di ristoro e misure di sostegno governative precedenti.
La redazione di un piano destinato alla Giovane Imprenditoria deve tenere conto dei molteplici fattori contingenti che intervengono ordinariamente sulla gestione delle imprese poiché per questo particolare comparto non va tenuto conto solo della differenza di fatturato su base annuale perché tale fattore potrebbe penalizzare in maniera importante e letale le aziende appena nate.

Non va infatti dimenticato che a breve potrebbe partire la richiesta di saldo delle rate di mutuo di chi ha investito in un’attività il cui valore è andato a picco oppure ancora oggi non riesce ad esprimere a causa dei vincoli anti-covid un’operatività di pieno regime lavorativo.
Il vero sforzo quando si sbloccherà la situazione determinata dalla pandemia sarà quello di tornare, se possibile ed in tempi rapidi, ad un pieno regime operativo.
Il contributo deve essere erogato in proporzione alla riduzione di fatturato ed in base quanto sono state materialmente interdette e/o limitate nella loro attività.

Analizzando e sintetizzando le molte voci di spesa che i giovani imprenditori sollecitano che possano rientrare nell’accesso a forme di sostegno le tangibili sono gli affitti, le utenze ed il costo del personale. Tra gli investimenti per la ripartenza sicuramente vanno considerati quelli per tecnologie e strumenti digitali e non ultimi quelli per la formazione per l’imprenditore e i suoi collaboratori, indispensabile per affrontare una nuova realtà economica.

«In sintesi – conclude Zanolli – come Giovani Imprenditori del Terziario chiediamo quindi di dedicare un fondo ad hoc per il sostegno e il rilancio della giovane impresa, per non creare un buco generazionale di chi ha davanti un’intera vita professionale. Un giovane imprenditore dovrà avere ancora la possibilità di credere e continuare a fare impresa».

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