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CONFCOMMERCIO TRENTINO * DECRETO DIGNITÀ: BORT, ” INTENTO CONDIVISIBILE MA ATTENZIONE ALLA VOCAZIONE TURISTICA DEL TRENTINO “

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15.52 - venerdì 27 luglio 2018

Decreto Dignità, Confcommercio Trentino scrive ai parlamentari trentini. Il presidente Giovanni Bort: «Intento condivisibile ma attenzione alla vocazione turistica del Trentino».

Confcommercio Trentino, per voce del suo presidente Giovanni Bort, ha scritto alla delegazione parlamentare trentina per sollecitare alcuni correttivi del Decreto Dignità in occasione della sua conversione in legge. In particolare, si chiede maggiore attenzione all’impatto che il decreto ha sull’economia a forte vocazione turistica come il Trentino, dove turismo e commercio subiscono le oscillazioni stagionali.

Per il Trentino il turismo è un settore particolarmente importante, che condiziona l’economia provinciale non soltanto sulle imprese propriamente turistiche ma anche sul vasto indotto del commercio e delle altre attività connesse. Per questo motivo, il testo del Decreto Dignità che dovrebbe approdare in Aula all’inizio di agosto per la conversione in legge suscita molte perplessità in merito agli effetti che potrebbe produrre sull’economia trentina.

«In rappresentanza delle numerose imprese del Trentino associate a Confcommercio – scrive il presidente Bort nella missiva indirizzata a tutti i parlamentari trentini – con la presente intendiamo evidenziare le criticità della conversione in legge del Decreto Dignità, così come formulato. Pur comprendendo e condividendo l’intento di disincentivare la precarietà, non possiamo non tenere in considerazione gli effetti che la normativa potrebbe arrecare in un territorio come quello trentino a prevalente vocazione turistica.

In tema di lavoro, il Decreto Dignità, che reintroduce norme restrittive in materia di contratti a termine e contratti di somministrazione, a nostro avviso non raggiungerà gli obiettivi auspicati e non favorirà nuova e buona occupazione». Non è con un decreto – la riflessione di Confcommercio Trentino – che si crea nuova occupazione, ma intervenendo con un reale e incisivo sostegno alle imprese ed al mercato.

«Le causali reintrodotte al superamento dei 12 mesi – spiega Bort – risultano maggiormente restrittive rispetto a quanto precedentemente abolito e si riferiscono ad eventi eccezionali, temporanei ed imprevedibili. In un territorio a vocazione turistica, quale il Trentino, le imprese sia del turismo che del commercio beneficiano positivamente dei picchi di lavoro, prevedibili e legati alla stagionalità, che per questa ragione devono necessariamente dotarsi di organici flessibili.

Il rispetto del tetto massimo dei 24 mesi, la reintroduzione delle restrizioni delle causali, l’aumento del costo sicuramente non favoriranno il mantenimento del livello qualitativo delle imprese del nostro territorio, poiché inevitabilmente produrranno un “pericoloso” turn over di personale.

Inoltre, al fine di rispondere puntualmente alle reali esigenze delle imprese di tutti i settori, specialmente per le attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, chiediamo il ripristino dei voucher senza vincoli restrittivi, considerando che la riattivazione è funzionale non solo alle aziende ma anche ai giovani, che attraverso i voucher hanno la possibilità di integrare il proprio reddito».

«Riteniamo dannoso – conclude il presidente di Confcommercio Trentino – imporre le stesse regole indistintamente a tutte le imprese, poiché ogni settore di appartenenza presenta esigenze e caratteristiche differenti. Auspichiamo che il provvedimento normativo possa essere modificato per dare risposte concrete e coerenti alle esigenze delle imprese trentine».

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