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CONFCOMMERCIO – TRENTINO * CORONAVIRUS: ROMAN, « PUBBLICI ESERCIZI: LA TENTAZIONE È CHIUDERE, LA SITUAZIONE ESTREMAMENTE CRITICA CI SI CHIEDE SE CONVENGA RIMANERE APERTI »

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18.00 - mercoledì 11 marzo 2020

Anche la categoria dei pubblici esercizi prova a tracciare un primo bilancio sulle nuove misure previste dal governo Conte per contrastare la diffusione del coronavirus. La vicepresidente dell’Associazione dei pubblici esercizi del Trentino Fabia Roman sottolinea le grandi difficoltà di chi, seguendo tutte le precauzioni indicate dalle direttive, decide di rimanere ancora aperto: «Il caffè è un piccolo gesto per cercare di allontanare l’incubo di questa situazione ma in tanti si chiedono se convenga rimanere aperti».

«In queste ore – spiega la vicepresidente – ci sentiamo spesso tra colleghi e cerchiamo di capire come affrontare questa situazione senza precedenti. Chi resta aperto segue rigorosamente tutte le prescrizioni, com’è doveroso che sia, ma la gente è davvero poca e gli incassi sono al palo. Il problema è che invece ci sono tutta una serie di costi che invece non si fermano e rischiano di mettere in ginocchio l’azienda. Ci sono le incombenze fiscali, i servizi, i fornitori e i dipendenti: mediamente un pubblico esercizio che deve coprire molte ore di attività nel corso della giornata ha più di un dipendente e questo – in momenti simili – diventa un problema, perché naturalmente è corretto che siano pagati regolarmente».

Anche l’associazione si unisce alla richiesta di altre categorie rivolta alle istituzioni pubbliche, per prevedere interventi urgenti che mitighino le conseguenze di questa crisi: «Sospendere i pagamenti e la moratoria dei mutui sono senz’altro interventi che darebbero un minimo di ossigeno alle imprese, come per esempio anche la concessione gratuita dei plateatici da parte dei Comuni per allargare la superficie e ridurre ulteriormente i rischi di vicinanza tra le persone. Vedremo quali aiuti la politica riuscirà a mettere in campo: speriamo che non si tratti solo di un differimento, perché questa non è una crisi dalla quale ci si risolleverà velocemente».

«In tanti – dice Roman – stanno pensando di chiudere: sia per una questione di redditività che di salute per i propri dipendenti e per le proprie famiglie. In molti già hanno scelto questa strada, ma la decisione non è facile, soprattutto nell’incertezza sulla durata che avvolge questa terribile situazione. Prendere un caffè in un pubblico esercizio, con tutte le cautele previste, è un piccolo gesto che a volte può aiutare a sospendere per qualche istante una realtà molto difficile da affrontare, per tutti».

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