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COMUNE TRENTO * FESTA FORZE ARMATE: SINDACO IANESELLI, « L’UNITÀ NAZIONALE È INCONCEPIBILE SENZA LA FIDUCIA NELLA COOPERAZIONE TRA GLI STATI »

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12.03 - venerdì 4 novembre 2022

Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.

Cari concittadini, autorità

La festa del 4 novembre è una festa di pace. Perché, a oltre un secolo dalla fine della prima guerra mondiale, nel nostro sentire a prevalere non è l’orgoglio nazionalistico, non è la rivendicazione di una vittoria e neppure la retorica sciovinista di chi non riconosce i diritti degli altri popoli. L’unità nazionale al centro di questa festa è infatti inconcepibile senza la fiducia incrollabile nella cooperazione tra gli Stati: lo è tanto più in questi giorni in cui un devastante conflitto europeo ci riporta a vivere una tragedia che pensavamo di non vedere mai più. Non così da vicino, non così devastante e imprevedibile riguardo alla sua conclusione.

Non sempre la festa del 4 novembre ha avuto questo significato. Fu celebrata infatti per la prima volta esattamente cento anni fa, in tempi non certo facili, pochi giorni dopo quella marcia su Roma che accelerò l’involuzione autoritaria dello Stato italiano e l’avvento del fascismo. Nel 1922 la resa dell’Austria e l’armistizio di Villa Giusti che pose fine al primo conflitto mondiale furono intesi come la celebrazione della superiorità nazionale, mentre la commemorazione della generazione di ragazzi cancellata dalla guerra diventò la rivendicazione velleitaria della potenza militare italiana.

Credo si debba essere consapevoli della storia di questa festa, in modo da sgomberare il campo da ogni equivoco e definirne il significato senza margini di ambiguità. Credo anche sia bene ribadire che per essere uniti, noi non abbiamo bisogno di considerarci migliori. Per sentirci parte della nostra variegata comunità nazionale, non abbiamo bisogno di nemici. Per essere fieri della nostra cultura e della nostra lingua, dei tesori artistici e delle bellezze naturali, delle città e dei paesi, non abbiamo bisogno di svalutare altre culture, altre lingue, altri territori.

Anche perché sappiamo che chi è ben saldo nella propria identità, chi è autenticamente legato alle proprie radici non teme il dialogo né il confronto né la contaminazione. Del resto, fu proprio il trentino, fu proprio il fieramente autonomista Alcide De Gasperi ad esortare gli italiani, in un intervento dedicato all’Europa, a gettar via “un mondo di pregiudizi, un mondo di pusillanimità, un mondo di rancori”. Lo stesso statista aveva avuto l’ardire di parlare di “patria Europa” ad un continente che non aveva ancora rimosso le macerie di una guerra fratricida. Alla luce di quelle parole va oggi festeggiata la nostra unità nazionale, che assume un rilievo ancora più grande all’interno di quello spazio europeo in cui i nostri giovani si muovono ogni giorno senza badare troppo a barriere geografiche o linguistiche o culturali.

Sono davvero tante le ricorrenze di questa giornata che richiama alla coesione e alla cooperazione un Paese multiforme, dai mille campanili, arricchito da preziose autonomie, eppure unito da una cultura comune, dalla storia, dai valori costituzionali. Oggi ricordiamo la fine della prima guerra mondiale e dunque la pace che, seppur precaria, mise fine al flagello che insanguinò l’Europa per quattro lunghi anni. Festeggiamo il Trentino che ritorna italiano, che ritrova la sua patria e la lingua di Dante, pur mantenendo intatte le sue aspirazioni autonomiste.

Commemoriamo i ragazzi di tutte le nazionalità caduti sui diversi fronti del primo conflitto mondiale. Festeggiamo le nostre Forze Armate, la cui missione è stata efficacemente definita dall’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini: “Nella difesa della pace così come nella tutela dell’unità, della sicurezza e dell’indipendenza nazionale consiste il fine ultimo delle Forze Armate, garanti e depositarie dei più alti valori spirituali e morali consegnatici dalla lotta di liberazione”.

Quale sia il ruolo insostituibile dei nostri militari lo dimostrano oggi le difficili missioni all’estero, gli interventi di soccorso prestati in occasione delle calamità naturali, la gestione dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia, che è sotto controllo anche grazie alla capacità tecnica ed organizzativa del nostro esercito.

Permettetemi di ricordare, alla fine di questo intervento, due anniversari diversi che ci sono cari: quest’anno ricorrono i 150 anni di fondazione del Corpo degli Alpini, la cui storia, i cui protagonisti sono strettamente legati al Trentino. Infine, in questo 2022 compie 170 anni la polizia di Stato, nata prima dell’Unità d’Italia e diventata negli anni un presidio di legalità a servizio della comunità nazionale. Attraverso le autorità qui presenti, vogliamo far arrivare gli auguri della città di Trento a tutti gli Alpini e a tutti gli agenti del nostro Paese.

Viva l’Italia e viva gli italiani, quelli che lo sono da sempre, quelli che lo sono diventati di recente, quelli che aspirano a diventare nostri connazionali. E buona festa del 4 novembre a tutti voi.

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