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COMUNE DI TRENTO * “V-DAY ONE BILLION RISING“: « IL 14 FEBBRAIO FLASH MOB IN PIAZZA DUOMO PER DIRE BASTA A OGNI VIOLENZA CONTRO DONNE E BAMBINE »

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08.00 - giovedì 13 febbraio 2020

Anche questo 14 febbraio – giornata di san Valentino, dedicata all’amore – Trento parteciperà alla mobilitazione globale V-Day One Billion Rising https://www.onebillionrising.org/ nata nel 2012 per volontà di Eve Ensler, attivista femminista, poeta, performer, autrice de I monologhi della vagina.

Flash mob in Piazza Duomo alle ore 17:30.

Per l’ottavo anno consecutivo, Trento ci sarà e contribuirà, con oltre 200 Paesi del mondo, a portare UN MILIARDO di persone a dire: BASTA A OGNI VIOLENZA CONTRO LE DONNE E LE BAMBINE e BASTA alla contraddittorietà di chiamare “AMORE” un comportamento che è violento, criminale, possessivo e umiliante, spacciandolo per “sentimento”, perché è un impulso dell’animo che “amore” non può essere, MAI.

UN MILIARDO a dire BASTA, perché UN MILIARDO – UNA SU TRE – è il numero di donne, ragazze e bambine che nel mondo SUBISCONO VIOLENZA nell’arco della propria vita.

One Billion Rising è un’unica voce di un miliardo di corpi che nella settimana di san Valentino sono insieme nelle piazze, nelle strade, nelle scuole, ovunque in tutto il mondo a manifestare contro ogni violenza sulle donne e le bambine. È la più grande azione mondiale di massa nella storia umana: una forza creativa e artistica, pacifica ma determinata per far sentire il proprio enorme e imperituro rifiuto alle discriminazioni.

Si può affermare una cultura della libertà e del rispetto anche attraverso espressioni artistiche: lo ha dimostrato anche Rula Jebreal nel suo monologo al Festival di Sanremo, declamando le parole della realtà e della sofferenza, in contrasto con quelle con cui si descrive l’“amore”.

Le parole possono rendere migliore il mondo, ma i numeri sono una drammatica esistenza. E nella violenza maschile contro le donne, la cosiddetta “violenza domestica” ha dimensioni inquietanti, sia per i numeri sia per gli effetti. La “violenza domestica” è una violenza di fiducia, a sottolineare la relazione in essere tra la donna che la subisce e l’uomo maltrattante, un uomo che ha le chiavi di casa: è una violenza fisica, sessuale, psicologica o economica all’interno dell’unità domestica, in un clima di tensione e di paura che si sviluppa gradualmente e che, dopo la nascita di figlie e figli, comprende anche la cosiddetta “violenza assistita” da costoro che sono testimoni di un rapporto di dominio e di controllo (a questo servivano il video e il cartellone che sono stati modificati di recente). La “violenza domestica” non va confusa con una lite familiare: le parole sono importanti e devono mostrare lo squilibrio tra i generi. Una cultura crea, mantiene e trasmette i propri stereotipi attraverso il linguaggio e le immagini, con cui fa una costruzione sociale della realtà.

Le parole sono quelle delle testimonianze delle donne vittime di violenza, parole che vanno ascoltate; le parole sono quelle delle istituzioni che si rivolgono a queste donne, parole che vanno pensate prima di essere pronunciate.

La parola di quest’anno è SOLIDARIETÀ e in Italia vogliamo, in particolare, sensibilizzare le persone e le istituzioni sull’importanza e la professionalità dei Centri Antiviolenza, che accolgono e possono restituire una vita alle donne vittime di violenza: sono spazi e tempi indispensabili, è necessario sostenerli e garantire la loro continuità. Dietro i dati statistici, infatti, ci sono donne reali e ci sono persone e strutture che operano per costruire un percorso di “rinascita”. Una rinascita che deve vedere anche un processo di “educazione” alle parole e a un sano “maschile”, nelle famiglie, nelle scuole, nelle istituzioni (a questo servivano i corsi annullati lo scorso anno), per una cultura della libertà e della valorizzazione delle differenze.

Le nostre parole in piazza saranno: «Se io non ci sto, tu non prendertela.»
Non c’è rivoluzione se non c’è solidarietà: celebriamo insieme le donne che resistono, solleviamoci e ribelliamoci contro la violenza patriarcale, “spezziamo la catena”, oggi e tutti i giorni dell’anno, a Trento e in tutto il mondo.

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