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COMUNE DI TRENTO * INTERNET: ENTRA NELLE ARNIE E TRASFORMA LE API IN SENSORI AMBIENTALI

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16.11 - giovedì 24 maggio 2018

Internet entra nelle arnie e trasforma le api in sensori ambientali. Nella galassia Delta Informatica, la start up Melixa tra le migliori dell’agrofood. E poco lontano c’è Corehab, che sta vendendo in tutto il mondo, da Dubai agli Stati Uniti, un software per la riabilitazione tecnologica (anche) a domicilio.

In quel piccolo distretto dell’Ict che è l’area industriale di Spini, Delta Informatica è – come spiega l’amministratore delegato Pompeo Viganò – “la più piccola delle grandi, la più grande delle piccole”. E’ anche un’azienda storica, essendo nata nel 1980, cioè anni luce fa vista la velocità con cui è cambiato il settore. Con i suoi 150 dipendenti, fornisce servizi informatici, hardware e software, su tutto il territorio regionale.

Parte da qui la terza tappa del tour digitale del sindaco Alessandro Andreatta: da un’azienda che non è un monolite, ma piuttosto una galassia, dove le attività più tradizionali convivono con quelle più avanzate. Non a caso la nuova sede di Delta Informatica – un edifico green, a impronta ambientale zero, inaugurato nel 2012 – si chiama “Ict hub”, nodo di scambio e insieme “casa” di molte realtà diverse.

Se il core business dell’azienda resta quello dei servizi informatici alle piccole e medie imprese, grazie alle attività controllate o partecipate Delta si spinge molto più in là: “In collaborazione con Fbk e Università, Delta Lab sta lavorando sulla realtà virtuale e in particolare sulla simulazione del comportamento umano in situazione di difficoltà – racconta Viganò – Poi c’è Deltamax, che ha ideato una tecnologia per individuare i difetti del vetro, esportata oggi dal Giappone al Perù.

E c’è Melixa, start up trentina che ha inventato l’internet delle api in collaborazione con la fondazione Mach. L’informatizzazione degli alveari ci permette di avere informazioni utili non solo all’apicoltura, ma anche alla misurazione della qualità dell’ambiente”. Premiata come una delle migliori start up europee nel settore dell’agrofood, oggi Melixa cerca finanziamenti per continuare a crescere.

Nata nel 1980, Delta Informatica ha maturato negli anni una spiccata vocazione sociale. Infatti nell’Hub ha trovato casa anche anche la cooperativa Kinè, che si occupa di inserimento lavorativo di persone svantaggiate e dà lavoro pure a sette persone in carcere, impegnate nella digitalizzazione di documenti d’archivio. Con i suoi quasi 12 milioni di fatturato, Delta, è cresciuta molto in questi ultimi anni e ha aumentato il personale. “Da gennaio abbiamo assunto 6 persone, altre arriveranno nel 2019. Noi puntiamo anche su una costante ri-professionalizzazione delle risorse, per fare in modo che quelle persone che sono qui da noi da 25 anni possano restare al passo con la tecnologia”.

Poche centinaia di metri più in là, all’interno del capannone del gruppo Cappelletti (azienda leader nell’arredamento di musei, biblioteche, uffici), ha la sua sede Corehab, start up fondata da David Tacconi, fiorentino in trasferta a Trento, e da Roberto Tomasi, con Andrea Cappelletti come amministratore delegato.

Nata cinque anni fa grazie a un finanziamento della legge 6, Corehab si è inventata un software che misura l’efficacia e la correttezza degli esercizi di riabilitazione dopo un trauma. “I primi tre anni sono stati faticosi – racconta Tacconi – Oggi stiamo raccogliendo i risultati. Vendiamo il 30-40 per cento dei nostri prodotti in Italia, il resto all’estero: abbiamo attrezzato un ospedale a Dubai e abbiamo esportato anche negli stati Uniti e in Australia”.

I prodotti di Corehab fanno pensare alla wii per la facilità dell’utilizzo, ma la loro finalità è tutt’altro che ludica, perché i parametri del software sono medici e terapeutici: “Grazie ai sensori indossati dai pazienti, diamo la possibilità ai fisioterapisti di controllare se gli esercizi di riabilitazione vengono fatti e soprattutto se vengono fatti in modo corretto – spiega ancora Tacconi – E’ una riabilitazione tecnologica che può essere fatta anche a domicilio dal paziente, che può essere continuamente monitorato a distanza”.

Quest’anno Corehab dovrebbe tagliare il traguardo del primo milione di fatturato. “Stiamo cercando finanziatori privati per poter crescere: se ci riusciamo, il nostro team, che oggi è di dieci persone, dovrebbe raddoppiare. Bisogna dire che purtroppo non ci arrivano molti curricula dal Trentino, forse perché quello in una start up è un lavoro faticoso, che richiede tempo ed energie”.

 

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