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COMUNE DI ARCO (TN) * VIOLENZA SULLE DONNE: BETTA, « È CULTURALMENTE IMPORTANTE SOLLEVARE IL PROBLEMA, NON LASCIARE CHE SIA QUALCOSA CHE SI NASCONDE SOTTO IL TAPPETO »

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17.17 - sabato 21 novembre 2020

Mai più violenza sulle donne» è l’iniziativa che il Comune di Arco ha istituito quest’anno per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: un appuntamento fisso per il 25 novembre di ogni anno, a testimoniare la vicinanza delle istituzioni e dell’opinione pubblica alle donne e la condanna assoluta della violenza, in ogni sua forma.

Tre postazioni con le sagome di due donne e alcune paia di scarpe rosse sono state allestite alla fontana del Mosè in piazza delle Canoniche, alla fontana di viale delle Magnolie e al castello, illuminate di notte da una luce rossa, a partire dalla notte del 22 e fino al 26 novembre. Inoltre sulla parete nord di villa Pasquali, ben visibile dalla strada principale che attraversa il centro, è stato esposto uno striscione con la scritta «Mai più violenza sulle donne» e il numero 1522, il servizio pubblico (gratuito dai cellulari e attivo 24 ore su 24) promosso dal Dipartimento per le pari opportunità dalla presidenza del Consiglio dei ministri, che mette a disposizione operatrici specializzate ad accogliere richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e di stalking.

È stato anche creato un logo dedicato, un grande punto rosso con la scritta «Mai più violenza sulle donne» e il numero 1522, che si invita a pubblicare sui social, a condividere e a diffondere. Ancora, al parco pubblico Nelson Mandela in località Braile è stata installata una panchina rossa; qui mercoledì 25 novembre si terrà un evento per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con la lettura di poesie a tema. Infine, sarà attiva a breve la pagina Facebook “1522.Arco”, che accoglierà tutte le iniziative sul tema più alcuni video di testimonianze, tra cui quelle dei genitori di Alba Chiara Baroni e di Eleonora Perraro, vittime di femminicidio rispettivamente nel 2017 a Tenno e nel 2019 a Nago.

La novità è stata presentata nella mattina di sabato 21 novembre alla fontana del Mosè, presenti per l’amministrazione comunale il sindaco Alessandro Betta, l’assessora Francesca Modena e il consigliere comunale Tommaso Ulivieri (delegato a inclusione, diritti civili, beni comuni, laicità e pace); presenti anche la consigliera comunale Barbara Chemotti, che ha portato una testimonianza personale, e per l’associazione Andromeda (che collabora con il Comune di Arco nell’organizzazione dell’iniziativa) la presidente Ginetta Santoni e Filippo Menolli.

«Vista la contingenza che ci troviamo a vivere, non è stato possibile organizzare eventi pubblici -ha detto il consigliere Tommaso livieri- cosa che contiamo di poter fare la prossima primavera, in occasione della Festa della donna. Nel settembre 2019, pochi giorni dopo il femminicidio di Eleonora Perraro, ci fu una mobilitazione delle istituzioni locali e i sindaci dell’Alto Garda e Ledro e quello di Rovereto portarono questo striscione fino al luogo di quel delitto. Martedì 17 novembre il sindaco di Arco Alessandro Betta assieme agli assessori Guido Trebo e Francesca Modena e al sottoscritto ha incontrato i genitori di Eleonora e quelli di Alba Chiara. Roberto Perraro e la figlia Erica, sorella della vittima, Mariangela Boscaini, Massimo Baroni con Loredana Magnoni e l’avvocata Elena Biaggioni del Centro antiviolenza di Trento, che ci hanno lasciato in video le loro riflessioni, che saranno caricate sui social tra oggi e il 25 novembre.

L’anno scorso, proprio in questi giorni, il Consiglio comunale di Arco approvava per primo una mozione redatta da un gruppo di lavoro intercomunale nato dopo il fatto di Nago, spingendo anche gli altri sei Comuni dell’Alto Garda e Ledro e la Comunità di Valle a deliberare la necessità di intensificare l’attenzione sul grave problema culturale della violenza maschile sulle donne attraverso progetti, interventi nelle scuole, informazione diffusa e sportelli di ascolto, compresa la fondamentale presa di coscienza degli uomini violenti. Il difficile periodo che stiamo affrontando ha accentuato il problema e rischia di mettere in pericolo le donne. Il numero verde 1522 ha permesso il rilevamento Istat di oltre cinquemila telefonate valide tra l’inizio di marzo e la metà di aprile 2020, ma anche un drastico calo delle denunce rispetto allo stesso periodo del 2019. Per questo invitiamo, partendo da noi istituzioni, a usare il logo “Mai più violenza sulle donne – Arco 2020” con il 1522 sui social e ovunque possibile. Vogliamo che queste sere colorate di rosso diventino un momento di riflessione collettiva, perché si intraprenda un processo di smantellamento di quella atavica cultura maschilista attecchita nei secoli e che solo in questi decenni cominciamo a riconoscere».

«Arco dimostra ancora una volta sensibilità e attenzione per questo tema -ha detto l’assessora Francesca Modena- e quest’anno lo fa colorando la città di rosso, il colore della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ho visto che i negozi del centro hanno esposto dei fiocchi rossi, di loro iniziativa, a conferma che c’è sempre maggiore sensibilità; ma resta molto da fare, è importante sensibilizzare l’opinione pubblica e spiegare che uscire dalla violenza si può, esistono dei percorsi efficaci anche in Trentino».

«La famiglia è spesso il luogo in cui si consuma la violenza -ha detto la consigliera comunale Barbara Chemotti nel portare una testimonianza personale- e il lockdown ha aggravato la situazione. Io provengo dalla classica famiglia che insegna alle donne a sopportare, a comprendere, a non ribellarsi, a non denunciare. In molti contesti sociali la violenza sulla donna è ancora accettata e anzi la donna che la subisce è vittima di denigrazione, per cui è molti difficile trovare il coraggio di raccontare, nasce un senso di colpa. Ma solo quando si ha il coraggio di raccontare si capisce che non è normale, che la violenza non la si deve accettare, che non deve succedere. E oltre alla famiglia, il problema riguarda anche i luoghi di lavoro. Per questo è importante portare all’attenzione della collettività questo tema. Le installazioni sono realizzate con scarpe rosse di diversa fattura, da donna e da ragazza, perché la violenza non conosce età, è trasversale a tutto, e ognuno deve fare quello che può per combatterla».

Quindi Filippo Menotti ha descritto l’evento del 25 novembre al parco Mandela, dove l’associazione Andromeda, che ha donato al Comune la panchina rossa installata al parco, terrà un evento basato sulla lettura di poesie sul tema della violenza.

Il sindaco Alessandro Betta ha sottolineato come sia doveroso e necessario parlare della violenza sulle donne: «È culturalmente importante sollevare il problema -ha detto- e non lasciare che la violenza sulle donne sia qualcosa che si nasconde sotto il tappeto. Della violenza e della mentalità maschilista dobbiamo parlare apertamente, per farla uscire allo scoperto, per affrontarla. Anche per questo motivo ho affidato al consigliere Ulivieri la delega all’inclusione, ai diritti civili e ai temi della pace: per fare di più, per fare tutto quello che è possibile».

Il consigliere comunale Giacomo Bernardi, già candidato sindaco alle recente elezioni amministrative ad Arco, si è aggiunto alla conferenza stampa, su invito del sindaco, trovandosi casualmente a passare: «Sono cresciuto in una famiglia in cui il detto era che una donna non la si deve toccare nemmeno con un fiore -ha detto- e oggi dico con forza che la violenza sulle donne non può essere tollerata, neanche quella strisciante che si nasconde dentro le mura domestiche. La nostra amministrazione deve tenere alta la guardia».

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