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COMITATO DIFESA ACQUE TRENTINO * DELIBERA GIUNTA PAT – 1219 / 8 LUGLIO 2022: “ AVANTI TUTTA VERSO LA DISTRUZIONE, IL DESTINO DEI CORSI D’ACQUA È SEGNATO “

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12.10 - sabato 16 luglio 2022

Avanti tutta verso la distruzione! Osservazioni sulla delibera di Giunta n. 1219 dell’8 luglio 2022
Ci siamo! Il destino dei corsi d’acqua trentini è ormai segnato. Il requiem è la recente deliberazione della Giunta provinciale di Trento, n. 1219 dell’8 luglio 2022, relativa all’Entrata in vigore ed applicazione delle norme di attuazione del “Piano di tutela delle acque 2022-2027” sui procedimenti amministrativi e domande pendenti relative a nuove concessioni di piccole derivazioni di acqua a scopo idroelettrico.

Il documento, unitamente alle dichiarazioni entusiaste del vicepresidente e assessore provinciale all’ambiente Mario Tonina, mette in chiaro che perfino le domande di concessione precedentemente rifiutate e vincitrici di un ricorso presso il Tribunale Superiore delle Acque saranno riammesse alla valutazione dei tecnici. È la campana a morto per molti fiumi e torrenti trentini.
In una indecente dinamica di asservimento del pubblico nei confronti di iniziative private, i servizi tecnici della Provincia autonoma di Trento vengono messi, per legge, a disposizione dei proponenti in nome di un fantomatico “carattere costruttivo” dei procedimenti. Saranno dunque gli uffici competenti a “rinvenire ove possibile le indicazioni che possano permettere al proponente di sviluppare le modifiche progettuali necessarie ad ottenere l’assenso […]”. Con questa delibera, si incentiva dunque la costruzione di nuovi impianti. Follia pura, per un territorio, quello trentino, che, ricordiamo, produce già molta più energia di quella che consuma.
La ridotta protezione normativa che la Provincia, attraverso i suoi servizi, prevedeva per la salvaguardia di fiumi e torrenti viene così ulteriormente indebolita e al suo posto si istituisce un quadro legale di infinite deroghe a regolamenti, leggi provinciali, norme italiane, europee o di semplice buonsenso.

Le argomentazioni dell’assessore, semplicistiche e scientificamente discutibili sono due:

Il valore “green” dell’idroelettrico, che è energia rinnovabile e che – ce lo chiede l’Europa! – è importante per la transizione verso la decarbonizzazione. Peccato che l’Europa non abbia mai chiesto di distruggere corsi d’acqua e demolire ecosistemi, si vedano ad esempio le recenti deliberazioni in materia di salvaguardia della biodiversità e rinaturalizzazione dei fiumi.

La crisi energetica attuale, con la guerra in corso in Ucraina, la carenza di gas e l’aumento delle bollette. Come se l’emergenza europea di oggi possa essere risolta da centraline mini-idroelettriche sui fiumi trentini, realizzabili certamente in tempi non rapidi e clamorosamente poco produttive da un punto di vista energetico, ma estremamente distruttive da un punto di vista ambientale.
A questo violento attacco contro quello che resta delle nostre preziose risorse naturali noi opponiamo alcuni argomenti:

Il valore economico del nostro territorio e dei corsi d’acqua nella loro condizione di naturalità è inferiore a quello che si può realizzare sfruttandoli indiscriminatamente? Ancora una volta non rientra nella valutazione della Giunta provinciale il valore intrinseco dei corpi d’acqua che si esprime attraverso quella complessa rete di servizi ecosistemici che i fiumi ci donano gratuitamente. Stiamo parlando di funzioni estremamente complesse, raffinate e non riproducibili con mezzi umani il cui valore monetario è quantificabile in milioni di euro.

Si è mai calcolato quale sia il valore economico di un fiume o di un torrente intatto che scorre nella sua valle, in termini di salute, autodepurazione, microclima, ricreazione, turismo, ecc.? Perché questo non è avvenuto se tutto ormai è economia?

Quanti ecosistemi possiamo ancora permetterci di sacrificare? Se è vero che l’acqua è classificabile come risorsa rinnovabile, è anche vero che gli ecosistemi che dipendono da essa non hanno la capacità di rigenerarsi facilmente. Ogni volta che perdiamo una porzione di habitat distruggiamo biodiversità e compromettiamo la resilienza degli ambienti naturali.

L’autore della delibera non si degna nemmeno di fare una distinzione tra centraline ad utilità pubblica e centraline per lucro privato. È accettabile?

La produzione di energia idroelettrica in Trentino supera di molto le necessità del territorio. Se si verifica un aumento della domanda di energia, il Trentino può facilmente utilizzare quote di quella già prodotta. È follia compromettere a lungo termine la stabilità degli ambienti naturali a fronte di un’eccedenza di produzione energetica che il nostro territorio è già in grado di esprimere.

Nella Costituzione Italiana nel febbraio 2022 è stata inserita all’articolo 9 la “tutela dell’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Questi principi si pongono, de facto, al di sopra di considerazioni economiche di breve respiro. Possiamo derogare anche alla Costituzione?

Quale è il senso di citare in continuazione l’importanza del rispetto per l’ambiente e l’urgenza di iniziare un cambiamento profondo nelle nostre economie quando poi, in tutto e per tutto, queste dichiarazioni vengono disattese?

L’ambiente fluviale una volta manomesso e distrutto non sarà recuperabile. Esso non è un prodotto in garanzia che si può sostituire se guasto. Eppure il pensiero che ispira l’azione normativa di Tonina è quello, ancora una volta, di un ambiente ‘usa e getta’. Come si giustificheranno questi politici di corte vedute di fronte ai loro figli e nipoti? Non sentono nessuna responsabilità per il loro futuro?
Vogliamo concludere questo comunicato con un appello a tutti i cittadini. Non possiamo più esitare o stare a guardare! Un futuro più equo e rispettoso dell’ambiente ci viene sottratto giorno dopo giorno. Vi invitiamo a prendere posizione ed esporvi.

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Tommaso Bonazza

Portavoce Comitato Permanente di Difesa delle Acque del Trentino

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