Le esportazioni Made in Italy in Russia sono state di poco inferiori a 8 miliardi nel 2017, circa 3 miliardi in meno del 2013, l’anno precedente all’introduzione delle sanzioni.
È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la guerra fredda con la Russia costa cara all’economia italiana, in occasione della decisione degli Stati Uniti e dell’Europa di espellere oltre cento diplomatici russi.
A seguito delle sanzioni decise dall’Occidente nei confronti della Russia per la guerra in Ucraina, Putin ha deciso – sottolinea la Coldiretti – l’embargo totale per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, piu’ volte rinnovato.
Il risultato – precisa la Coldiretti – è stato che per questi prodotti agroalimentari le spedizioni italiane in Russia sono state completamente azzerate.
Un blocco dannoso per l’Italia anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti – si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente, dalla moda alle automobili fino all’arredamento.
Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia – continua la Coldiretti – si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.
Ora le nuove tensioni politiche – conclude la Coldiretti – rischiano di fermare la ripresa del dialogo commerciale che ha portato nel primo bimestre del 2018 ad un aumento del 6,6% delle esportazioni italiane nel Paese di Putin.