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CODIPRA: CIVETTINI, CHIEDE “AIUTO AI SOCI” PER 55 MLN / LA PAT INTERVENGA

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17.31 - mercoledì 4 ottobre 2017

(Fonte: Claudio Civettini) – Interrogazione. Se pensiamo e consideriamo che il ricorso alla copertura di un ente assicurativo non è qualcosa di gratuito, ma implica il versamento di una quota a fronte della quale, poi, il cittadino dovrebbe sentirsi assicurato – e quindi tutelato – ha semplicemente del paradossale la situazione, rimbalzata anche sulla stampa locale, nella quale viene a trovarsi oggi Codipra, il Consorzio difesa produttori agricoli, che al momento si trova con un debito di 55 milioni di euro e che quindi chiede «aiuto» ai propri 11.000 soci.

Motivo di questa immensa esposizione, che riguarda le annate 2015 e 2016, pare siano dei ritardi dovuti all’introduzione di nuove normative.

I soldi, infatti, partono dalla Comunità europea e poi vengono liquidati in Italia da Agea; un meccanismo che però si è inceppato dato che a Codipra – a quanto pare – avevano promesso i saldi entro giugno, poi entro luglio, invece non si è visto ancora nulla. Di qui la richiesta di cui si diceva poc’anzi, con Codipra che chiede «aiuto» a coloro che, in realtà, dovrebbe aiutare.

Una situazione che, oltre ad essere paradossale, si configura come del tutto inaccettabile dal momento che il versamento del 15% del debito entro il 30 ottobre – richiesto dal Consorzio ai soci – si traduce, in molte situazioni, in svariate migliaia di euro.

Il che, per ragioni lapalissiane, non può essere in alcun modo tollerato.

Di qui la necessità, per quanto la questione non abbia origini direttamente locali – ma ricadute sì! -, di investire della questione l’Amministrazione provinciale affinché tuteli adeguatamente i soci di Codipra, che ora si trovano in una situazione grave e che, soprattutto, ha dell’incredibile.

Questo, anche e soprattutto perché, da quanto sappiamo, le problematicità non sono emerse a caso o per caso, ma – e qui è coinvolta la gestione locale – con avvisaglie ben chiare, frutto di un sistema che non ha saputo operare in tempo nelle sedi deputate, affinché l’impegno di copertura, fosse tempestivamente onorato dagli organi deputati.

Atteggiamento che oggi porta Codipra a scaricare colpe su altri soggetti, senza chiedersi minimamente il perché, la filiera non sia stata messa adeguatamente in moto da chi, a livello locale, aveva ed ha l’obbligo di attivare le procedure, legandole strettamente agli indennizzi stessi.

* Tutto ciò premesso il sottoscritto consigliere interroga il Presidente della Giunta provinciale e l’Assessore provinciale competente per sapere:

• Se corrisponda al vero quanto riferito in premessa circa il fatto che, a causa di una esposizione economicamente notevolissima (un debito di 55 milioni di euro), Codipra, il Consorzio difesa produttori agricoli, oggi chiede «aiuto» a coloro che, in realtà, dovrebbe aiutare, ossia gli 11.000 soci;

• Quali, nel dettaglio e nello specifico, i meccanismi che hanno portato all’originari di questo immenso debito, quali le ragioni che lo hanno composto e quali gli eventuali soggetti responsabili di tanta esposizione;

• Quali siano le ragioni che hanno dettato la scelta di addossare ai Soci l’onere del rientro bancario richiesto immediatamente e se non sia paradossale, alla luce di quanto detto, che dei soci di trovino “costretti” ad aiutare – a suon di migliaia di euro, e in tempi stretti – un ente dal quale, in teoria, dovrebbero ottenere loro stessi sostengo;

• Quali margini di copertura dovrebbe avere cotanta esposizione e, nel caso fosse accertato che si dovesse trattare di semplici ritardi operativi tra enti, la Provincia può intervenire senza chiedere ai Soci, una “tassa” di rientro su una esposizione che non è stata generata dagli stessi, ma da chi ha l’onere e l’onore di gestire la situazione;

• Entro quali termini e secondo quali modalità, in caso affermativo rispetto al quesito precedente, intenda attivarsi per tutelare adeguatamente i soci di Codipra, che ora – come si è visto – si trovano in una inaccettabile situazione di costrizione, che, oltre a creare una palese sfiducia al sistema, genera danni senza che, nel concreto, siano evidenziate eventuali responsabilità circa la situazione in essere;

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

Claudio Civettini

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