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CNA TRENTINO ALTO ADIGE * PAGAMENTI IN RITARDO: LA COMMISSIONE EUROPEA HA DECISO DI DEFERIRE L’ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UE

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16.53 - mercoledì 13 dicembre 2017

Pagamenti in ritardo, adesso l’Ue bacchetta l’Italia. Cna Trentino: tempi medi di 100 giorni anziché 30, Italia deferita alla Corte di Giustizia. Corrarati: le nostre aziende vanno in crisi di liquidità, occorre saldare in tempi brevi.

“Anche l’Ue si è accorta di quanto il tema dei mancati o ritardati pagamenti incida sul nostro operato”. È il commento di Claudio Corrarati, presidente della Cna del Trentino Alto Adige, alla notizia che la Commissione Europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue a causa del sistematico ritardo con cui le amministrazioni pubbliche italiane effettuano i pagamenti nelle transazioni commerciali, in violazione delle norme europee in materia di pagamenti (direttiva sui ritardi di pagamento, direttiva 2011/7/Ue).

Secondo la direttiva sui ritardi di pagamento le amministrazioni pubbliche sono tenute a pagare le merci e i servizi acquistati entro 30 giorni o, in circostanze eccezionali, entro 60 giorni dal ricevimento della fattura. La puntualità dei pagamenti è particolarmente importante per le piccole e medie imprese (Pmi).

L’Italia è stata deferita alla Corte di Giustizia Europea, nonostante i ritardi siano mediamente diminuiti di 10 giorni rispetto alla situazione esistente prima dell’entrata in vigore della direttiva, mentre alcuni altri Stati membri Ue si stanno impegnando a fare di più per promuovere una cultura dei “pagamenti rapidi”. La relazione della Commissione europea sui ritardi di pagamento del 26 agosto 2016 ha tuttavia evidenziato la necessità di compiere ulteriori progressi nell’attuazione della direttiva.

La Commissione Europea ha riconosciuto gli sforzi compiuti dal Governo Italiano per migliorare la situazione in seguito all’avvio della procedura di infrazione con lettera di costituzione in mora nel giugno 2014 e il successivo invio del parere motivato nel febbraio 2017.

A più di tre anni dall’avvio della procedura di infrazione, tuttavia, le amministrazioni pubbliche italiane necessitano ancora in media di 100 giorni per saldare le loro fatture, con punte che possono essere nettamente superiori. Per tali motivazioni la Commissione ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue.

“Se a questo aggiungiamo che anche i privati seguono spesso il malcostume degli enti pubblici – prosegue Corrarati – riusciamo subito a capire come mai le nostre aziende soffrano una mancanza di liquidità data dal mancato pagamento, associato alla contrazione sulla concessione del credito”.

“Insomma – conclude il presidente della Cna regionale – bene che si facciano lavorare le nostre aziende, ma ancor meglio se le ditte vengono pagate con puntualità”.

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