Riabilitazione Cardiologica e Ortopedica in Trentino. Beffa per i residenti. Protocolli locali tagliano i giorni ai soli trentini. Protocolli nazionali molto piu’ ampi. Si sono giustamente guadagnate l’attenzione della stampa, le incredule segnalazioni di cittadini trentini che hanno sostanzialmente scoperto – essendone prima, comprensibilmente, all’oscuro – che, per quanto riguarda i protocolli riabilitativi, persone provenienti da fuori provincia hanno diritto a più settimane di permanenza rispetto a quelle assicurati, appunto, ai residenti in provincia di Trento. Uno scenario francamente paradossale, per il quale urge certamente un approfondimento.
In particolare, è da chiarire per quelli che sono tutti i percorsi di riabilitazione (sia essa neurologica, cardiologica, ortopedica o reumatologica) e gli stati di necessità, quali siano i protocolli d’intesa per quanto riguarda i residenti trentini e quali siano, invece, i protocolli riabilitativi assicurati per quanto riguarda tutto il resto degli italiani. Non si tratta, si badi, di una richiesta per nulla polemica, fine a se stesse né, tanto meno, demagogica. Tutt’altro.
Attraverso questo atto ispettivo si vorrebbe infatti comprendere come mai – dato che, lo si ripete, tale disparità non è frutto dell’immaginazione ma è stata sperimentata e pubblicamente denunciata da alcuni cittadini, anche tramite la stampa – vi siano protocolli per cui viene riconosciuto, ai trentini, un percorso riabilitativo inferiore o comunque sottodimensionato, rispetto a quello invece previsto e garantito al resto degli italiani.
Un paradosso, lo si ripete, che merita certamente di essere esplorato, compreso e risolto, anche perché emerge in modo chiaro la contraddizione che quando serve, ci si barrica con le direttive nazionali e quando si vuole fare cassa invece, si taglia, creando scompensi evidenti come quelli pubblicamente denunciati.
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Tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere interroga il Presidente della Giunta provinciale e l’Assessore provinciale competente per sapere:
• Se corrisponda al vero quanto riferito in premessa circa il fatto che, per quanto riguarda i protocolli riabilitativi offerti in Trentino, persone provenienti da fuori provincia, per ogni patologia affrontata, hanno diritto a tempi completamente diversi con più settimane di permanenza e ricovero rispetto a quelle assicurati, appunto, ai residenti in provincia di Trento;
• Come si spiega, in caso affermativo rispetto al quesito precedente, una simile e paradossale situazione e si conferma o si smentisce che i tempi di recupero riabilitativo degli invii da fuori provincia sono stabiliti da protocolli nazionali riconosciuti da tutte le Regioni e/o Provincie;
• Quali siano – per quelli che sono tutti i percorsi di riabilitazione (sia essa neurologica, cardiologica, ortopedica o reumatologica) – i protocolli d’intesa per quanto riguarda i residenti trentini e quali siano, invece, i protocolli riabilitativi assicurati per quanto riguarda tutto il resto degli italiani;
• Quale sia la data dell’intesa sull’applicazione dei protocolli oggi in essere per i residenti in Provincia di Trento e quali le motivazioni dei tagli rispetto a quanto sancito per gli stessi interventi in sede nazionale;
• Se si convenga sulla necessità di attivarsi affinché sia compiutamente garantita parità di trattamento, per la riabilitazione offerta dalle strutture della nostra provincia, ai residenti in Trentino rispetto al resto degli italiani;
• Se vi sia una statistica in cui, per ogni anno dall’entrata in vigore dei protocolli con i tagli, si possano rilevare le ricadute e la necessità di nuovi interventi riabilitativi;
• Quanto era – e sia oggi previsto – nelle convenzioni per i pazienti provenienti da fuori provincia, l’indennizzo giornaliero riconosciuto all’Azienda Sanitaria, diviso per ogni tipo di patologia e per gli anni che vanno dal 2008 ad oggi.
A norma di regolamento si richiede risposta scritta.
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Cons. Claudio Civettini
Civica Trentina