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CISL – TRENTINO * DECRETO LEGGE GOVERNATIVO CORONAVIRUS / COVID-19 * « FUORI LUOGO LA FRETTA DI SIGLARE GIOVEDÌ 5/3 A TRENTO UN ACCORDO IN COMITATO PROVINCIALE PER MEDICINA GENERALE »

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16.58 - sabato 7 marzo 2020

In riferimento alla notizia, pubblicata su un giornale nazionale online tre giorni fa, seguita dal Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, n.35 alle 0:30 di questa notte (link AGENZIA OPINIONE), sarebbe in arrivo, obbligatoriamente anche per la Provincia Autonoma Speciale di Trento, un decreto legge denominato “Covid-19,misure per il potenziamento del servizio sanitario nazionale”, approvato appunto questa notte, che introdurrebbe misure straordinarie ed urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da coronavirus.

Appare sicuramente chiaro quanto sia stato fuori luogo la fretta di incontrarsi e siglare un testo di accordo, giovedì 5 marzo in Comitato provinciale per la medicina generale, presso l’Assessorato alla salute di Trento, tra la minoranza della medicina generale ed il dott.Ruscitti, assenti sia Fugatti che Segnana, con tutte le criticità già segnalate.

Mentre qui si studiavano misure per inserire medici in comuni a “minore attrattività”, fra i quali ritroviamo anche rinomate località turistiche come Pinzolo, Moena, Sen Jan ed altre, a Roma nello stesso giorno rendevano pubblico un bozza di decreto legge in cui viene prevista la costituzione di unità speciali di continuità assistenziale, una ogni 50.000 cittadini per gestire i pazienti con sintomatologia ILI E SARI (similinfluenza e complicanze dell’influenza)o con sospetti di COVID. 19, al fine di evitare che tali pazienti si rechino presso gli ambulatori dei medici e garantire a questi ultimi di procedere con l’ordinaria attività assistenziale solo ambulatoriale.

Questo poteva essere il tema di oggetto di un urgente incontro in questo momento delicatissimo per la salute di tutti ma non è stato così. Sul problema coronavirus, al tavolo di trattativa di Trento le parole sono state poche e frettolose per la necessità di passare al testo di una bozza di accordicchio summenzionato.

Se così sarà il testo di prossima pubblicazione, anche la Provincia Autonoma Speciale di Trento verrà costretta, entro dieci giorni dalla pubblicazione del decreto legislativo nazionale,ad aprire dieci nuove sedi di guardia medica, laddove ci sono già le sedi notturne, chiamate “Speciali” pagando i suoi professionisti, 40 euro lordi all’ora. Come si concilia questa nuovo sistema di assistenza con le misure proposte giovedì a Trento, che non hanno alcun riferimento a questa tipologia? Magari lo applicheranno comunque, con tutti i difetti noti e contestati dalla Cisl medici?

O moltiplicheranno i pani e i pesci dal momento che non abbiamo medici a sufficienza in Trentino per fare l’uno e l’altro?

In tutta Italia, tali “squadre speciali”,votate al sacrificio,che saranno partecipate da studenti della Scuola di formazione in medicina generale, singoli laureati di medicina e chirurgia, e guardie precarie o titolari, avranno diritto, fuorchè in Trentino, a stare ferme in una unica sede di guardia territoriale, rischiando il meno possibile l’epidemia e l’isolamento fiduciario (che li rende privi dello stipendio),inviati ai domicili dei contagiati dai medici di famiglia.

In Trentino, invece – grazie a quanto hanno siglato maldestramente l’altro giorno le minoranze sindacali, mentre la maggioranza assoluta della medicina generale, compresa tutta in Intesa sindacale-Cisl medici-FPCGIL medici-Simet-Sumai, non ha approvato alcunchè perchè non tutela minimamente i giovani della Scuola di Trento- tali medici potrebbero essere costretti, se accetteranno il cd. “Progetto” di cui all’art.2 del documento siglato,ad andare ovunque nelle sedi più disparate del Trentino, cioè quelle decise di turno in turno dall’APSS.

Cioè quelle dove magari maggiore è il carico di lavoro attuale per venire incontro alle chiamate sia dei medici di famiglia che di tutti i pazienti coronavirus positivi e con complicanze sovrapponibile, con lo stesso stipendio deciso da Roma(?;o quale altro), e non solo di giorno ma anche di notte. Con rischi decuplicati sia per la poca esperienza di tali medici in erba che per lo stress che essi stessi subiranno.

Noi saremo vigili sulla costituzione di queste “unità speciali”, se inserite nel decreto legge, perchè questa sarebbe una misura seria per poter aiutare i medici di base, i pediatri e i medici di continuità assistenziale attuali a svolgere con tranquillità il lavoro quotidiano per tutti i pazienti,stando ognuno, come ha sempre chiesto Cisl medici, fermi in un unico posto di lavoro,come i dirigenti medici.

 

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Dottor Nicola Paoli
Segretario generale Cisl medici del Trentino

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