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CISL MEDICI – TRENTINO * TAMPONI FARINGEI: PAOLI, « BASTAVA METTERCI A DISPOSIZIONE IL REAGENTE, COME LIBERI PROFESSIONISTI CE LI SAREMMO ANCHE ACQUISTATI PRIMA CHE RAGGIUNGESSERO COSTI PROIBITIVI »

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11.06 - martedì 5 maggio 2020

In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dalla dottoressa Maria Grazia Zuccali, del dipartimento di prevenzione dell’Apss, oggi sulla stampa, Cisl medici del Trentino stigmatizza i suoi pensieri che ci auguriamo siano solo personali, riguardanti la” medicina di base”.

Come medici di Assistenza primaria della medicina generale non riteniamo di aver dovuto perdere cosi tanto tempo per “mettere a punto la capacità di individuare le situazioni meritevoli di attenzione”. Ci pare anzi che dal 30 gennaio 2020 Cisl medici del Trentino, in Provincia, alla presenza del Direttore generale APSS Bordon, abbia chiesto da subito mascherine per tutelare i propri medici di “base” e fare diagnosi sul campo, a domicilio dei nostri pazienti, con tamponi naso orofaringei.

Non lo avevamo chiesto improvidamente, ma perchè nel nostro contratto è previsto da sempre la specificità e la capacità operativa dei nostri professionisti a fare tamponi faringei. Pertanto bastava autorizzarci a fare i tamponi specifici per covid, mettendoci a disposizione il reagente, e come liberi professionisti ce li saremmo anche acquistati individualmente, prima che raggiungessero costi proibitivi,anche a causa della necessità dell’Apss di” mettere a punto la capacità di individuare le situazioni meritevoli di attenzione”. Avremmo potuto estendenderle via via, prima dei primi casi ospedalieri, continuativamente e periodicamente, a tutta la popolazione, come dice il nostro Presidente Ioppi, a cominciare dalle categorie a rischio per isolare i portatori sani e tracciare la diffusione del virus.

Invece si è preferito acquistare da subito ventilatori per i Reparti di cure intensive, anche con l’aiuto dello Stato, come riportato ieri dal Ministro Boccia.

Non credo che abbiamo dovuto aver tempo per organizzarci. L’abbattimento dei numeri di cittadini nei Pronto soccorsi sta a dimostrare il grandissimo sforzo organizzativo e lavorativo che i medici di medicina generale e le guardie mediche hanno saputo fare nei nostri territori.

Piuttosto sarà il caso di preoccuparsi se uno dei 21 indici richiesti dallo Stato Italiano anche alla provincia di Trento,quello dei nostri invii di sospetti Covid19 al Pronto soccorso nelle prossime settimane, dovesse rialzarsi, improvvisamente.

È vero piuttosto che come categoria siamo stati inondati telematicamente, mentre l’invio dei certificati on line continua ad interrompersi periodicamente, da circolari a profusione sui piu disparati argomenti; che siamo stati affiancati dai medici USCA che però a tutt’oggi non ci vengono messi a disposizione velocemente ed in numero previsto dallo Stato italiano; abbiamo ricevuto in donazione recentemente FFP2 salvavita per il nostro lavoro da Enti parastatali o privati, in numero maggiore di quanto ci ha messo a disposizione l’Azienda con i suoi kit come medici di “base” per i nostri ambulatori. Non abbiamo mai potuto avere videoconferenze come il comparto e la dirigenza medica riguardante le molteplici criticità che i nostri assistiti e iscritti ci trasmettono ogni giorno.

In quanto alle “principali antenne di una eventule ripresa dell’epidemia”, rassicuriamo la dott.ssa Zuccali che le nostre “frequenze” sono da sempre rivolte sui nostri ammalati,i nostri pazienti fiduciari,nonostante la Provincia e l’APSS non abbiano erogato, a questa categoria di liberi professionisti convenzionati, un solo euro di indennità per i propri eroi. Gli unici euro che lo Stato ha ordinato alla provincia di darci immediatamente sono quelli legati alla nostra professione,in riferimento all’art.38 del DL 8 aprile 2020,n.23.

 

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Dottor Nicola Paoli

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