Mentre in Italia continua il trend di riduzione dei parti cesarei passando secondo le stime Agenas dal 24,5% del 2016 al 23,3% odierno, in Val di Fiemme assistiamo al contrario, alla difesa ad oltranza del servizio non consono alle direttive nazionali, con un picco di parti cesarei, a gennaio 2019, addirittura del 46% sui parti totali.
E mentre a sentire gli esperti, la riduzione dei cesarei in Italia dal 29% del 2010 e da ben il 37% del 2004 è addirittura insuffiiciente rispetto allo standard internazionale che si attesta al 15%, come dalle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, in Val di Fiemme si cerca, contro ogni logica, di dare positività ad una media del 26,9% in cui manca completamente l’intervento sui processi culturali, clinici e organizzativi.
Con un trend, a Cavalese, di chiaro segnale di erogazione di prestazioni inefficaci o potenzialmente dannose che costa ai cittadini trentini cinque volte tanto che a Trento.
Non ci vengano quindi a dire poi che dobbiamo risparmiare sulla sanità trentina 120 milioni di Euro o che nel prossimo bilancio provinciale non ci sono soldi per i contratti dei medici!
*
Dott. Nicola Paoli
Segretario generale Cisl medici del Trentino