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CISL MEDICI – TRENTINO * CORONAVIRUS: PAOLI, « L’APSS INVIA A MEZZOLOMBARDO 20 MEDICI DI BASE PRIVI DI MASCHERINA PER RITIRARE 4 FFP2, MA NELLA STRUTTURA ADIBITA A COVID19 C’È IL RISCHIO CONTAGIO »

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12.59 - domenica 29 marzo 2020

Si è avuto notizia, nei giorni scorsi, della attuazione, da parte dell’APSS, del trasferimento a Mezzolombardo, di ”pazienti Covid-19 a minor impegno clinico assistenziale” al terzo piano del Centro Servizi sanitari di Mezzolombardo.

Tali pazienti post Covid19 “ ma non completamente guariti” sarebbero seguiti, secondo quanto approvato dalla Giunta provinciale il 20 marzo 2020 n. 388, da cinque medici delle Unità speciali di continuità assistenziale, ai sensi dell’art.8 del DL 14/2020.

Tali medici (comma 1), per ricevere il compenso che stanno ricevendo dalla Provincia di Trento, euro 3.456 euro lordi al mese, dovrebbero invece recarsi al domicilio dei pazienti in fase acuta di Covid-19 positivi, di volta in volta, su segnalazione diretta dei medici di base della Rotaliana e dell’Altopiano della Paganella che dovrebbero garantire “solo” l’attività assistenziale ordinaria a tutti gli altri pazienti.

Al contrario, ancora adesso, i medici di base e le guardie mediche, (euro 2800 lordi al mese) in costante pericolo, hanno sempre in carico detti pazienti acuti Covid positivi domiciliari e secondo quanto riferito dall’assessore Segnana in conferenza stampa riceveranno le mascherine, dopo giovedì prossimo ma solo per le visite domiciliari.

Inoltre non sono stati minimamente informati della presenza dell’Unità speciale a Mezzolombardo e dei compiti ad essa assegnati, che prevede una stretta collaborazione con gli stessi medici mediante numero telefonico diretto,mai ricevuto.

Al contrario, nella struttura di Mezzolombardo, i cinque giovani medici non starebbero svolgendo il lavoro previsto nel decreto legge, essendo adibiti da APSS solo all’attività di medici per i pazienti covid19 a minor impegno assistenziale ricoverati in una struttura non adibita a “ospedalizzazione” di tale tipo.

Tutto ciò appare in netto contrasto con quanto ribadito anche nella nota 7865 del 25 marzo 2020 del Ministero della Salute,di diritto primario, avente ad oggetto “Aggiornamento delle linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e territoriali in corso di emergenza COVID19”.

Sfugge pertanto quale possa essere la razionale motivazione che spinge l’APSS di Trento ad intraprendere una strada, erroneamente condivisa anche dalla Giunta provinciale, sulla gestione dei pazienti Covid -19 a domicilio.

E in ottemperanza all’art.8 del DL 14/2020 ci si interroga come sia possibile che gli stessi medici di medicina generale non possano usufruire di questi cinque medici sul territorio, a domicilio, dove invece continuano ad essere inviati, illegittimamente, con enormi pericoli (vedi il collega in rianimazione) le guardie mediche del piano terra del Centro servizi sanitari di Mezzolombardo,che dovevano restare a disposizione per l’attività assistenziale ordinaria (cioè no Covid-19).

La Cisl medici del Trentino, quindi, segnala pubblicamente l’assegnazione all’USCA di Mezzolombardo funzioni apparentemente diverse da quelle previste per legge e la contiguità fra un piano del “fu” Centro Servizi sanitari di Mezzolombardo (trasformato in “presidio sanitario territoriale), con tutte le attività, aperte, dei piani di sotto, con forti rischi di contagio.

Per questo chiede pubblicamente al dott. Bordon di garantire questa sera in Conferenza stampa delle 18 che la realizzazione del reparto “Covid19 non completamente guariti” non andrà a danno della sicurezza e della incolumità fisica dei cittadini, dei medici e degli operatori sanitari che transitano e lavorano nella stessa struttura di Mezzolombardo (in paese continua ad aumentare il numero dei contagiati) e neppure alle decine di medici che domani dovranno ritirare i DPI e i kit a pochi metri da quei “ Covid-19 non del tutto guariti”.

Infine chiede di sapere il motivo per cui i cinque medici dell’USCA che dovrebbero essere remunerati per una attività di emergenza territoriale domiciliare,sostituendo i medici di medicina generale ai domicili dei propri pazienti della Rotaliana e della Paganella, siano adibiti, impropriamente pare, all’attività “ospedaliera”; e quando invece potranno essere a disposizione dei medici ex art. 8 DL14/2020.

 

 

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Dottor Nicola Paoli
Segretario generale Cisl medici del Trentino

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