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LANCIO D'AGENZIA

CIA * “ZAPPINI INDAGATA: LA PROVINCIA SOSPENDA IN AUTOTUTELA LA DIRIGENTE DALLE SUE FUNZIONI.”

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16.23 - domenica 28 gennaio 2018

Quando si pensa di aver raggiunto il limite della normale tollerabilità non si finisce mai di imparare. Con grande sorpresa, si fa per dire, Luisa Zappini, dirigente della Centrale Unica dell’Emergenza (Cue), risulta essere indagata per truffa ai danni della Provincia autonoma di Trento.

La motivazione è piuttosto imbarazzante: nei giorni di permesso richiesti per assistere un famigliare la dirigente Zappini pare sia stata dappertutto fuorché al capezzale della madre per cui aveva ottenuto i permessi in applicazione della legge ex 104.

A seguito di questo ennesimo scandalo che coinvolge un personaggio di primo piano dell’amministrazione pubblica è opportuno che la Provincia autonoma di Trento faccia valere il principio della sospensione in autotutela della persona indagata che tra l’altro risulta soggetta ad altra indagine per il presunto taroccamento del concorso pubblico, poi annullato, che investiva il Cue e ripreso anche dai media nazionali.

È importante rilevare come un’inerzia da parte della Provincia equivarrebbe ad un implicito riconoscimento di come una misura di civiltà giuridica quale il permesso ex 104 possa essere tranquillamente abusato nel suo spirito più nobile.

Deve essere assolutamente tolto ogni minimo dubbio circa la bontà di un simile istituto. Averne macchiato la sua identità costituisce un’aggravante interna all’ipotesi di reato contestata, tanto più grave quanto in capo a figura amministrativa apicale.

Questo lo si deve ai tanti dipendenti provinciali che per i loro famigliari hanno ottenuto i permessi ex legge 104 e con grande responsabilità ne fanno un uso oculato, trasparente e veritiero. Proprio in questi giorni a livello nazionale si sta discutendo di rimodulare tale agevolazione (che costa allo Stato oltre 3 miliardi di € all’anno), in quanto tante sono le domande per poter assistere a domicilio i propri congiunti in stato di bisogno e che risultano difficili da soddisfare.

La sospensione in autotutela ha anche lo scopo di salvaguardare, se ancora fosse possibile, l’immagine dell’amministrazione pubblica fortemente compromessa da questo ed altri scandali. Non possiamo sottovalutare l’aspetto simbolico degli eventi, che in in una fase politica quale quella che stiamo attraversando trasuda di naturale diffidenza verso tutto e verso tutti.

Tutelare l’onestà dei più, in attesa di esiti giuridici ancora da definire, significa affermare la ragione del rigore morale della maggioranza dei lavoratori. La politica ha nei confronti della gente l’obbligo di valutare anche il piano della inopportunità di comportamenti quando questi creano un pregiudizio di credibilità ed autorevolezza di un intero sistema.

Restare invece con le mani in mano farebbe passare il messaggio che l’amministrazione provinciale è ostaggio di una fazione politica egemonica priva di etica. Viene da sé poi che se la Procura confermerà le accuse la Provincia non potrà che costituirsi parte civile: lo deve ai suoi dipendenti e a tutti i cittadini che rappresenta, offesi e schifati da questi abusi.

 

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Claudio Cia
Consigliere provinciale di Agire per il Trentino

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