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LANCIO D'AGENZIA

CIA * “CAOS 5 STELLE TRENTINI: TRA AUTOSOSPENSIONI, ‘PARACADUTISTI’, POSSIBILI ESPULSIONI E CANDIDATI MAI VISTI”

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11.58 - sabato 3 febbraio 2018

Si sperava che almeno nell’area del Movimento 5 stelle non si dovesse assistere a scene degne della peggior politica partitica, vista l’aura di perfezione e infallibilità che ancora ai big del movimento piace vantare, invece la campagna elettorale in Trentino si sta trasformando in una telenovela sui mal di pancia del partito di Grillo.

L’apice si è raggiunto pochi giorni fa con l’autosospensione di tre consiglieri comunali pentastellati nei comuni di Riva del Garda, Arco e Rovereto. I tre si sono autosospesi per protesta, e ora rischiano l’espulsione: o ingoieranno il rospo facendosi piacere il metodo o saranno processati dal Meetup.

A sollevare i malumori sono soprattutto i criteri con cui sono state predisposte le liste dei candidati, che a detta degli stessi attivisti non avrebbero tenuto conto della competenza, escludendo molti attivisti della prima ora, con nomi di “fortunati” che si ripetono al proporzionale e al maggioritario, o nomi in lista pare per la fedeltà dimostrata al deputato Riccardo Fraccaro, fedelissimo di Luigi di Maio.

E’ il caso ad esempio della candidatura al Senato di Cristiano Zanella sia al proporzionale sia all’uninominale nel collegio di Trento, a detta di molti non certo un “attivista” da gazebo ma più la tipica figura da funzionario di partito, che si è visto spuntare solo quando c’era la possibilità di farsi fotografare vicino a Beppe Grillo.

Zanella perse alle Europee del 2014 e alle ultime provinciali, e perse anche all’uninominale al Senato nel 2013 dove venne dirottato dai candidati alla Camera per motivi di età (al suo posto per Montecitorio venne eletto invece Fraccaro, che secondo alcuni maligni potrebbe aver restituito il “biglietto della lotteria”).

Nello stesso tempo attivisti che si erano proposti per il Senato, come Carmen Martini, si sono ritrovati candidati alla Camera.

Oppure il candidato Matteo Perini, proposto tra le “riserve” e catapultato invece all’uninominale alla Camera nel collegio di Rovereto. Anche questo “invisibile ai radar” degli attivisti da molto tempo, tanto che tra i motivi dell’autosospensione dei tre consiglieri comunali grillini vi è proprio il non conoscere questo candidato, che in compenso avrebbe il merito di essere molto vicino a Riccardo Fraccaro, tra i “big” del movimento che sarà invece tra i pochi a condurre una campagna elettorale blindata: il suo ruolo di capolista al proporzionale gli garantisce infatti un vero e proprio “paracadute” che gli consentirà un agevole ritorno a Roma, comunque vada il confronto nel collegio della Valsugana.

Altri malumori arrivano dalla candidatura di Mario D’Alterio, già candidato alle politiche 2013, candidato sindaco a Pergine Valsugana e alle comunali di Trento nel 2015.

Ora ci riprova nel listino proporzionale per la Camera. C’è chi vocifera possa usufruire del privilegio di poter affrontare la campagna elettorale in aspettativa retribuita, infatti per i dipendenti dell’Esercito che scelgono di candidarsi è prevista questa possibilità, opzione del quale avrebbe peraltro già beneficiato nelle precedenti elezioni, probabilmente unico tra gli altri candidati.

Questioni che stanno creando non pochi mal di pancia alla base del movimento, demotivando gli attivisti che si vedono superare da chi è più funzionale al sistema, facendo meditare sullo slogan “uno vale uno”, che invece vale poco.

Sulla questione si è espresso anche il consigliere provinciale Filippo Degasperi che spera di mantenere il primato di un movimento locale senza espulsioni, cercando di conciliare gli animi e recuperare i tre allontanati: dovrà centellinare le parole, altrimenti potrebbe essere anche lui in un prossimo futuro a trovarsi allontanato in malo modo dal mondo grillino… dopotutto questo è il metodo.

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