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CIA * AUMENTO DI INDENNITÀ AI VERTICI DELLA COOPERAZIONE: ” CERTO NON È UNA CIFRA A DARE SOSTANZA AL LAVORO, MA IL SEGNALE È NEGATIVO E IN OSTINATA CONTROTENDENZA “

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14.01 - mercoledì 18 luglio 2018

Aumento di indennità ai vertici della Cooperazione: certo non è una cifra a dare sostanza al lavoro, ma il segnale è negativo e in ostinata controtendenza.

Era stata rilanciata come un’indiscrezione, una voce di corridoio, quella dell’aumento dell’indennità per la neoeletta Marina Mattarei al vertice della Cooperazione, che ora è lei stessa a confermare. Si parla di un’indennità di 135 mila euro lordi.

Viste le polemiche suscitate dalla notizia sulla stampa la presidente ha tentato con uno strano ragionamento di spiegare che i compensi degli ultimi anni erano già diminuiti rispetto ai periodi precedenti, e che di fatto non c’è alcun aumento di stipendio, anzi, semmai il contrario…

Certo non è la cifra in sé a dare sostanza al lavoro svolto, le variabili da considerare sono tante, e non è detto che un numero apparentemente più basso stia a indicare necessariamente una garanzia di sobrietà. In molti ricorderanno ad esempio i 150 mila euro all’anno di Diego Schelfi, poi costretto a ritoccare la cifra al ribasso al quarto mandato, o i 100 mila euro di Mauro Fezzi.

Certo, situazioni non confrontabili, perché bisognerebbe anche ragionare sulle altre cariche eventualmente “cumulate” dai singoli, altra pessima consuetudine che in Trentino si sta conservando.

Certo questa iniziativa, almeno così come al momento, stride con le parole chiave rilanciate solo poche settimane fa da Marina Mattarei, quando nella sua relazione di apertura parlava di “responsabilità, trasparenza e senso di concretezza”, ma anche “reputazione ed autorevolezza” del movimento cooperativo, in parte da difendere e in parte da recuperare visto il progressivo allontanamento dalla base sociale.

Mentre l’indennità dei vertici cooperativi viene ritoccata al rialzo, nel frattempo non vanno dimenticate quelle realtà della cooperazione che hanno lasciato a casa decine di dipendenti. Cosa ne sarà di questo passo di quel “bagaglio di valori” appartenente al mondo cooperativistico e tanto decantato? Purtroppo la sobrietà non è qualcosa che può essere predicata, ma va praticata.

Il Presidente della Provincia Ugo Rossi aveva commentato la notizia dell’elezione di Mattarei parlando del fine delle due istituzioni come «il bene della collettività e la coesione sociale». Per quanto riguarda il “bene della collettività”, si potrebbe dire che in Provincia non sembri certo il primo punto nella lista delle priorità degli ultimi anni; per l’auspicata “coesione sociale” ci pensa ora la Cooperazione, dal quale arriva questo segnale in ostinata controtendenza.

 

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Cons. Claudio Cia

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