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CIA – AMBROSI – ROSSATO (FDI) * SANITÀ: « MEDICI DI MEDICINA GENERALE, SONO PREOCCUPANTI LE PROSPETTIVE NELLE VALLI TRENTINE» (INTERROGAZIONE + RISPOSTA SEGNANA)

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13.10 - martedì 28 giugno 2022

Medici di medicina generale – Cia (FdI): «Prospettive preoccupanti nelle valli trentine». La generalizzata carenza di medici di base, su scala nazionale, è un problema che tocca particolarmente i cittadini delle nostre valli, zone che per conformazione orografica rendono spostamenti di 10, 20, 30 km più complessi rispetto ad altre regioni italiane. Riconosco l’attività da parte dell’Apss e dell’Assessorato nel monitorare i pensionamenti ed emanare bandi per le posizioni scoperte, nonostante a volte sembrerebbe mancare adeguato tempismo. Per i 2 medici di base che andranno in pensione dal primo luglio in Val di Sole si adotteranno infatti soluzioni tampone, inserendo un medico con incarico provvisorio e aumentando il carico di pazienti sui professionisti che operano nell’Ambito Unico della Val di Sole. La pubblicazione del bando relativo alla zona carente avverrà però solamente nei prossimi mesi, a conferma di tempistiche non proprio celeri.

Sul piano generale, la china che sta prendendo la situazione dei medici di base in Trentino è preoccupante. Il 77% dei medici di base trentini ha più di 55 anni e poco più della metà ha più di 60 anni. L’Apss, in un documento del 2018, aveva previsto il congedo per pensionamento di un centinaio di medici dal 2020 al 2025 al ritmo di una ventina all’anno. Dal 2019 al 2021 sono però andati in pensione 99 medici, con una media di 33/anno. Le prospettive sono dunque allarmanti, anche alla luce delle affermazioni del Direttore dell’Apss Antonio Ferro, che il 30 aprile scorso ha definito la situazione “un disastro”, con il 30% dei medici di medicina generale che potrebbe andare in pensione nei prossimi 3 anni.

Allarmante è inoltre il rapido incremento delle zone scoperte sul territorio provinciale, passate dalle 22 del 2020 alle 43 di fine 2021, di cui solo 7 sono state assegnate. A pagare le conseguenze di questo preoccupante incremento delle zone scoperte sono soprattutto le valli del Trentino, dove la sanità risulta fortemente depotenziata ed in grave sofferenza. Ci sono cittadini, in particolare anziani, che non sanno a chi rivolgersi per una ricetta medica che consenta loro la continuità terapeutica, o che per ottenerla devono macinare decine di chilometri. Come detto, la situazione è complessa su scala nazionale, ma non possiamo certo assistere passivi e inermi a questa condizione nelle nostre valli. Serve una risposta importante a livello locale, con forti investimenti sulla costituzione di reti di professionisti e sulle figure infermieristiche, potenziandone capillarmente il ruolo nelle valli per compensare alla carenza cronica di medici. Bisogna inoltre mettere a disposizione risorse per smaltire la mole di burocrazia che va a oberare i medici di base, distraendo tempo ed energie dalla loro attività fondamentale, ovvero la cura della salute del paziente. Con i pronto soccorso allo stremo, ed il personale sottoposto a stress e turnazioni massacranti, è necessario potenziare da subito la sanità territoriale per decongestionare i presidi ospedalieri centrali e dare certezze ai pazienti. Non c’è tempo da perdere.

 

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Claudio Cia

Alessia Ambrosi

Katia Rossato

 

Provincia autonoma Trento – Gruppo consiliare Fratelli d’Italia

 

 

 

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Consiglio della Provincia Autonoma di Trento
Gruppo consiliare Fratelli d’Italia

Trento, 14 giugno 2022
Ill.mo
Walter Kaswalder
Presidente del Consiglio Provinciale
Palazzo Trentini

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA
(Articolo 155 del Regolamento interno)

Situazione medici di medicina generale: quali prospettive?
Negli ultimi mesi si sta diffondendo una crescente preoccupazione tra i cittadini rispetto al servizio di assistenza del medico di medicina generale; in primis per la scarsità di professionisti disponibili, poi per il fatto che un servizio territoriale per definizione venga oggi organizzato senza una programmazione capace di garantire al cittadino la vicinanza auspicata e senza tenere minimamente conto della struttura orografica e morfologica delle nostre valli, costringendo i pazienti a spostarsi anche di 10, 20, 30 km pur di raggiungere l’ambulatorio più vicino. L’esempio della Val di Sole, dove in breve tempo almeno due medici smetteranno il loro servizio, evidenzia tale problema. Considerato che già la popolazione anziana sta vivendo un’esclusione tremenda a causa della trasformazione digitale dei servizi, ora anche i servizi sanitari di base, non essendo più legati ad ambiti territoriali di dimensioni capaci di evitare spostamenti più o meno lunghi che sono costosi sia in termini finanziari che in termini di fatica (non tutti purtroppo dispongono di un mezzo proprio o magari proprio le loro patologie non consentono di guidare), rappresentano un motivo di grave preoccupazione. Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere quale sia la programmazione per la sostituzione dei medici di base che andranno in pensione nei prossimi 2/3 anni, e nel breve periodo per quanto riguarda la Val di Sole, e se si ritiene d’intervenire per la gestione del servizio del medico di base con un’organizzazione territoriale capace di garantire un servizio essenziale almeno in ogni Comune nei territori più disagiati e con contenuti servizi di trasporto pubblico.
Cons. Claudio Cia

 

 

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