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CIA (AGIRE) * CASE ITEA: « VIA SE VIENE CONDANNATO UN FAMIGLIARE? ATTENZIONE, NECESSARIO DISTINGUERE TRA CONNIVENTI E VITTIME DEGLI STESSI COMPORTAMENTI ILLECITI »

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12.19 - giovedì 21 novembre 2019

Via la casa ITEA se viene condannato un famigliare? Cia (AGIRE): “Attenzione, necessario distinguere tra conniventi e vittime degli stessi comportamenti illeciti”.

Nel corso della Quarta Commissione legislativa ho chiesto la modifica l’articolo 14 della finanziaria provinciale, relativa alle case Itea, laddove prevede che se un componente del nucleo familiare viene condannato, tutta la famiglia viene mandata via dall’appartamento Itea.

Ritengo sia fondamentale distinguere tra famiglia connivente e chi è invece vittima degli stessi comportamenti illeciti di un familiare, altrimenti si rischia di creare nuovi problemi invece che risolverli. Perché una famiglia che si trova di fronte al dramma di un familiare nei guai per la giustizia, diventa così doppiamente disgraziata: con il sistema previsto dall’attuale art. 14, per assurdo, si vedrebbe privato di un tetto il coniuge (sia esso il marito o la moglie) o i figli che subiscono maltrattamenti, mentre il reo sarebbe al coperto sotto il tetto della prigione. Bisogna inoltre tenere presenti tutti quei casi in cui, i famigliari di chi compie un reato non sono a conoscenza delle attività del reo all’esterno dell’appartamento. Pensiamo ai giovani tossicodipendenti che spesso, non disponendo di denaro proprio per comprare la droga, ricorrono ai furti o alla prostituzione.

Il provvedimento, oltre a sollevare dei dubbi dal punto di vista della coscienza, risulta essere in contrasto con l’idea della “patente a punti dell’inquilino” che si era voluta introdurre con l’assestamento di bilancio. Per raggiungere il medesimo risultato dell’art. 14 si potrebbe prevedere che, nell’apposito regolamento, fosse inserita la regola che in caso di condanna per delitti di particolare gravità, quando la famiglia coinvolta risulti connivente o complice, oppure nel caso di utilizzo a fini illeciti dell’alloggio, sia prevista una idonea decurtazione dei punti e la conseguente revoca dell’assegnazione dell’alloggio.

Nell’articolo andrebbe introdotto il principio di connivenza o complicità della famiglia, altrimenti rischiamo di diventare una fabbrica di problemi sociali.

 

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Cons. Claudio Cia

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