Non ci sono parole per descrivere il nostro disappunto in merito ai fatti avvenuti poche settimane fa: tre nigeriani, richiedenti asilo e giovanissimi, hanno stuprato, rapinato e minacciato una loro connazionale in visita nella nostra Provincia (e non è la prima volta che in Italia accadono indecenze di questo tipo); successivamente il Governatore Ugo Rossi e l’Assessore alle politiche sociali Luca Zeni hanno fatto sapere che è stata revocata loro l’accoglienza… ci mancherebbe!
Questo a pochi giorni dall’intervento di Agire per il Trentino in merito al caso dei profughi minorenni scomparsi, altra tegola la quale va ad aggiungersi al proliferare dei reati commessi da queste persone e che rendono quella che viene chiamata “accoglienza”, sempre più fallimentare e a tratti ridicola.
Sono invece molte le domande che i cittadini si pongono: che fine faranno questi profughi dal momento che proprio secondo Zeni “non hanno alcuna prospettiva” per chi non viene considerato più come tale?
Per quanto riguarda i tre arrestati, una volta tornati in libertà ce li ritroveremo a popolare Piazza Dante? Quali saranno gli interventi della Provincia autonoma di Trento per garantire la sicurezza ad ogni persona? Vogliamo per caso togliere anche noi i fondi ai Comuni che non accolgono i profughi sotto forma di ricatto?
La maggioranza prenda atto che questa modalità di “accoglienza” dei profughi è fallita e che fatti del genere gettano ombre e discredito su tutte le nostre istituzioni; altro che castrazione chimica, per fatti del genere si dovrebbe pensare a quella chirurgica. Uomini che evidentemente si ritengono tanto virili nel violare delle donne indifese, senza rendersi conto invece che la vera virilità consiste nel proteggerle.
Ovviamente è necessaria anche l’espulsione immediata di fronte a tali indecenze, e se non siamo in grado di sostenere economicamente questo tipo di misure urgenti allora abbiamo un’altra ragione clamorosa per chiudere definitivamente simili progetti di accoglienza, questi si “senza prospettive”, senza continuare ad obbedire agli ordini di Roma.