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CHICO FORTI * OFFICIAL GROUP FACEBOOK: « DI MAIO, È STATO INCARICATO A WASHINGTON L’AMBASCIATORE VARRICCHIO DI OTTENERE L’APPROVAZIONE AL TRASFERIMENTO IN ITALIA DEL DETENUTO »

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13.58 - giovedì 27 febbraio 2020

OGGETTO: Chico Forti – Accoglimento della domanda di trasferimento in Italia, presentata dal diretto interessato – Incontro al Ministero degli Esteri di Gianni Forti con il Ministro Di Maio del 26 febbraio 2020.

Ieri, 26 febbraio, lo “zio” Gianni è stato ricevuto al Ministero degli Esteri dal Ministro Luigi Di Maio e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro per fare un punto della situazione per un intervento del Governo per riportare Chico in Italia il più presto possibile.

Il Ministro Di Maio ha esordito annunciando che i primi giorni di dicembre 2019 ha ricevuto al Ministero l’avvocato americano di Chico, Joe Tacopina, il quale gli ha presentato ufficialmente la domanda di trasferimento in Italia presentata da Chico. La domanda si basa sulla Convenzione di Strasburgo del 21 marzo 1983 “Convenzione sul trasferimento di persone condannate” sottoscritta dall’Italia e dagli Stati Uniti.

La domanda di trasferimento ha come finalità prevalentemente un carattere umanitario, nel senso che mira a favorire Chico Forti, detenuto da oltre venti anni in uno stato straniero, avvicinandolo al suo paese d’origine, e ai suoi familiari.

Con questo obiettivo, il Ministro ha riferito di aver incaricato ufficialmente S.E. l’Ambasciatore Armando Varricchio, a Washington DC, di occuparsi dei contatti con il Governatore della Florida Ron De Santis, per ottenere l’approvazione al trasferimento e avviare immediatamente le pratiche che l’iter burocratico prevede.
Il Ministro Luigi Di Maio pur non precisando i tempi necessari per il completamento della pratica ha confermato il massimo impegno del Governo.

Il ministro Di Maio ha preso atto della posizione di Chico che si dichiara innocente e ha ribadito che il trasferimento rappresenta la migliore soluzione per riportare a casa Chico Forti in tempi relativamente brevi, e nel rispetto degli ottimi rapporti con gli Stati Uniti, sulla cooperazione in materia giudiziaria e nel rispetto della Convenzione di Strasburgo.

“Questa è la richiesta che Chico ci ha fatto pervenire a mezzo dell’avvocato americano Joe Tacopina – ha detto il Ministro – e quindi sosteniamo il suo desiderio e la sua volontà di rientrare in Italia, e faremo di tutto per esaudirli velocemente”.

Lo “zio” Gianni ha ribadito al Ministero che Chico Forti è stato processato e condannato ingiustamente e che avrebbe avuto diritto alla revisione del processo che lo avrebbe riabilitato. Non deve essere portato in Italia come colpevole, anzi siamo assolutamente convinti che non abbia mai commesso alcun delitto. Ma il tempo non ci è favorevole per dimostrarlo. Cerchiamo di dargli la possibilità di riabbracciare sua madre e i suoi figli subito e da uomo libero il più presto possibile.

L’importante è che venga a casa!!!
Noi tutti sappiamo che è innocente e potrà venire a testa alta!!!

Non c’è dubbio che bisogna tenere presente anche l’aspetto umanitario della vicenda.
Vent’anni di angosce, disperazione, dolore, speranze disilluse, una vita bruciata e soprattutto la rabbia per l’impotenza di reagire a un tremendo sopruso subito, accompagneranno Chico per tutta la vita e non si potranno cancellare.
Ma la vicinanza con la famiglia, l’affetto, l’amicizia e la solidarietà di innumerevoli persone, leniranno in parte queste dolorose ferite.

Il ministro Luigi di Maio e il sottosegretario Riccardo Fraccaro hanno confermato che il Governo considera la questione come prioritaria e di massima attenzione nell’interesse del cittadino italiano e della famiglia

Lo “zio” Gianni confida ora che le autorità italiane riescano ad abbreviare al massimo i tempi burocratici per riportare Chico in Italia.
Quest’anno il 2020 rappresenta una speranza perché” Venti+ venti = Quaranta”: tradotto in inglese: FORTY = Chico Forti.

Questa è la formula magica che dovrà segnare l’anno del rientro di Chicco in Italia!

Comunque non abbassiamo la guardia fino a quando questo obiettivo non verrà raggiunto.

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