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CHI SETTIMANALE * MICHELLE HUNZIKER: “CONFERMO CHE DOPO SANREMO VORREI UN ALTRO FIGLIO, MA NON SONO INCINTA! DATE TEMPO AL POVERO TRUSSARDI DI FARE IL SUO LAVORO”

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13.27 - martedì 6 febbraio 2018

«Confermo che dopo il Festival vorrei un altro figlio, ma mi fa ridere il fatto che appena ho detto che avrei “riaperto il cantiere” subito hanno scritto che sono incinta. Ma che diamine, date tempo al povero Trussardi di fare il suo lavoro». Così, con il suo abituale humour, Michelle Hunziker commenta in una intervista esclusiva pubblicata dal settimanale Chi nel numero in edicola da mercoledì 7 febbraio, la notizia di una sua presunta quarta gravidanza che avrebbe dovuto addirittura annunciare dal palco del Festival di Sanremo.

«L’idea c’è», dice la showgirl a Chi, «ma non è che io e mio marito ci siamo visti molto in questo ultimo mese. Anzi, sono piena di malinconia e combattuta da un dualismo interiore perché da un lato sono presa dal Festival e le emozioni sono alle stelle, dall’altro vorrei avere con me mio marito e le mie bambine perché anche loro sentono la mia mancanza. Ma, per come sono intense le giornate qui, farei loro del male e quindi sono rimaste a casa con il papà. Ora abbiamo deciso che, visto che Sole piange tutto il giorno, venerdì verranno tutti da me, così poi torniamo a casa insieme».

Michelle a Sanremo gioca sui toni leggeri di cui è maestra: «Claudio e Pierfrancesco volano alti, perché Claudio è un musicista con 50 anni di carriera e Pierfrancesco è una attore impegnato, anche se è ironico e autoironico, ma in un contesto come quello del Festival l’alto e il pop si mischiano e si bilanciano. E sono fiera di essere la parte pop».

Ma la showgirl non rinuncia al lato serio approfittando della platea del Festival per portare avanti la sua battaglia contro la violenza sulle donne. «Il lavoro che voglio fare a Sanremo», spiega a Chi, «è invitare le donne a fare squadra perché abbiamo un passo in più da fare, perché gli uomini sono più bravi di noi a restare uniti. In Italia c’è un problema culturale perché, essendo un popolo latino, la donna è territoriale e ha paura che la invadano, dobbiamo cambiare questo».

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