Con la firma del contratto degli statali, arrivano aumenti medi in linea con l’accordo del 30 novembre 2015: riguardano anche un migliaio di dipendenti della pubblica amministrazione trentina, ai quali si applicano i contratti nazionali quali agenzie fiscali, ministri ed enti pubblici non economici.
«La previsione dell’aumento medio degli 85 € mensili – spiega il segretario trentino della Funzione pubblica Cgil Giampaolo Mastrogiuseppe – è stata mantenuta e a questo si aggiungono importantissimi passi avanti come il superamento della legge Brunetta che bloccava la contrattazione e soprattutto la semplificazione della costituzione dei fondi per la contrattazione decentrata, la semplificazione del loro utilizzo, la gestione di permessi e l’implementazione dei diritti in generale. E finalmente, una rivisitazione del capitolo relativo alla partecipazione sindacale.
Da subito inizierà anche la rivisitazione dell’ordinamento professionale. Dopo 9 anni di attesa, quindi, un ottimo risultato».
Con la chiusura di questo contratto, al quale seguiranno quelli nazionali delle funzioni locali e sanità, tutto il personale dipendente in Trentino, sia pubblico che privato, ha visto un rinnovo contrattuale (almeno uno stralcio economico visto che per autonomie locali e sanità si sta ancora contrattando per chiudere definitivamente i contratti) negli ultimi anni tranne, purtroppo, il personale delle fondazioni Fem ed Fbk.
«Questi lavoratori, che operano in un settore di eccellenza, hanno il contratto fermo al 2009 come i pubblici, pur non essendo dipendenti pubblici.
Lunedì 18 dicembre sembrava quasi fatta, avevamo raggiunto una mediazione che ci avrebbe portato alla sigla di un accordo stralcio ma, a causa di un’inspiegabile presa di posizione della Fondazione Mach, questo non è stato possibile. Q
uindi, questo resta l’unico personale dipendente in Trentino a non vedersi riconosciuto il sacrosanto diritto al rinnovo, almeno economico, di un contratto di lavoro a distanza di 9 anni».