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CGIL FP -TRENTINO * CONTRATTO SANITÀ: ” MANCANO LE RISPOSTE, MA È ASSURDO DIVIDERSI ORA “

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15.39 - lunedì 10 settembre 2018

Mentre sul contratto della sanità sono ancora molti i punti da affinare, si cominciano a registrare manifestazioni e iniziative portate avanti da singole sigle sindacali. «Un comportamento sbagliato e pericoloso – spiegano la referente del settore sanità Gianna Colle e il segretario generale della Funzione pubblica Giampaolo Mastrogiuseppe – Dopo una lunga fase dialettica, da diversi mesi abbiamo intrapreso una lotta che è unitaria e che solo rimanendo tale potrà fare davvero l’interesse dei lavoratori.

È chiaro che, con una così lunga negoziazione, gli animi dei dipendenti e delle dipendenti si scaldino e, dunque, può essere forte la tentazione di “capitalizzare”, in termini di tesseramento sindacale, il malcontento crescente. Questa però è una strategia destinata a non produrre reali effetti per i lavoratori e il ragionamento è semplicissimo: divisi otterremo meno, o forse nulla».

Ricordiamo i nodi da sciogliere. I sindacati attendono ancora una bozza organica di contratto, che comprenda tutta la parte normativa, giuridica ed economica del comparto. Nodo centrale, su cui Fp Cgil non intende cedere e su cui Apran sembra per ora aver posto una pregiudiziale, sono i 5 milioni di euro “fermi” in Azienda.

Apran vorrebbe utilizzarli per finanziare la produttività del 2018, 2019 e 2020 mentre per Cgil: «Sono soldi che sono già dei lavoratori, fanno riferimento a un periodo passato e non possono finanziare una produttività futura. Vanno liquidati subito, con un’una tantum, in continuità con la tempistica del contratto già sottoscritto, ovvero per il periodo 2016, 2017 e 2018. Tempistiche e soluzioni per quei fondi furono formulate in prima istanza dalla Fp Cgil e, oggi, anche le altre sigle sindacali hanno condiviso il nostro intento».

Se alcune risposte erano arrivate, come i 15 euro per tutti i lavoratori dalla “A” alla “C” e i 50 per chi è inquadrato nelle categorie “D” e “Ds” (infermieri e non) restano sul tavolo altri fattori come la territorialità: l’Azienda si sta impegnando in una riorganizzazione per migliorare e ampliare i servizi sul territorio, ma non sta tenendo in considerazione la necessità di riconoscere il maggiore sforzo dei lavoratori, con istituti quali la reperibilità, le indennità che spettano – tra gli altri – ai micologi, al personale Uopsal, agli infermieri a domicilio, alle ostetriche e altri ancora.

Altro punto da chiarire è il fatto che, sebbene si registri qualche apertura sul fronte dell’omogeneizzazione coi contratti delle autonomie locali, con particolare riferimento agli amministrativi, ai tecnici, agli operai e agli Oss, non si parla ancora di stanziamenti sufficienti per coprire questo intento né quello, altrettanto importante, delle riqualificazioni.

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