La Casa di cura Eremo di Arco non può mantenere in servizio tutte le figure tecniche e specifiche ambulatoriali e della riabilitazione: il problema è dovuto al perdurare della pandemia e alla conseguente riduzione delle attività ambulatoriali, dei ricoveri di cura e riabilitazione in convenzione. L’accoglimento dei 24 posti letto destinati a pazienti Covid, guariti e dimessi dalle altre strutture, non è infatti sufficiente a garantire i normali volumi di impegno.
Eremo ha dunque convocato i sindacati per concertare una proroga dell’assegno ordinario Fit (Fondo di solidarietà del Trentino) per un massimo di 80 dipendenti.
Gianna Colle e Marco Cont, di Fp Cgil, presenti all’incontro, spiegano: «I lavoratori effettivamente coinvolti potrebbero essere circa una quindicina contemporaneamente.
Le richieste che abbiamo ribadito e sono state accettate sono: in primo luogo l’anticipo ai lavoratori dell’assegno ordinario. Secondo, la garanzia della rotazione del personale coinvolto, prendendo in considerazione anche il criterio della volontarietà. Terzo la possibilità di usufruire delle ferie residue del 2020 in alternativa alle giornate di cassa integrazione. Quarto, mantenere sempre attiva la possibilità di rivedere in modo migliorativo la riduzione e la sospensione dei lavoratori coinvolti, in valutazione alla ripresa delle attività».