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CGIL FP – CISL – UIL TRENTINO * RINNOVO CONTRATTI PUBBLICI: « NON LA SI BUTTI IN POLITICA »

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15.30 - venerdì 15 novembre 2019

Rinnovo contratti pubblici: non la si butti in politica! Al Presidente Fugattii, che parla di corsa allo sciopero da parte di categorie che hanno avuto un rinnovo da poco, evidentemente non è ancora chiara la portata e il significcato della sua scelta di non finanziare i contrattiipubblici. Oppure la butti in politica cercando di sfuggire al merito delle critiche e alle contraddizioni – queste sì, politiche – che la scelta produce.

Le lavoratrici e i lavoratori invece hanno ampiamente colto e compreso molto bene, tanto che dobbiamo aumentare il numero dei pullman dalle valli per consentire la partecipazione di tuttii quelli che ci chiedono di essere presenti alla protesta del 22 novembre alla Sala della Cooperazione.

Se il Presidente giudica strana questa mobilitazione, alludendo ad un movente politico nei confronti della sua giunta, possiamo tranquillizzarlo perché le centinaia di adesioni preannunciate per la manifestazione del 22 provengono da tuttii i settiori della P.A. Trentina. Quaanto al fattio che non si sia mai scioperato nelle precedenti legislature a livello locale, vorremmo intanto ricordare che il blocco contrattiuale di ottio anni è stata una misura di livello nazionale – con relative e numerose manifestazioni e scioperi a tale livello del sindacato confederale – cui il Trentino si è adeguato.

Alla ripresa dei tavoli locali poi, giudicate insufficcienti le risorse sul tavolo, il 18 novembre 2016 c’è stata una grande iniziativa analoga nei confronti della giunta Rossi. E l’opposizione di allora – compresa la Lega – sostenne quella mobilitazione. Ma almeno in quell’occasione risorse ce n’erano!

Oggi il quadro è completamente opposto, poiché il governo nazionale mettie risorse sui pubblici dipendenti malgrado la note scarsità di risorse in gran parte assorbite dalla clausola di salvaguarda per l’IVA, in Alto Adige ci sono risorse al 4,8% e il buono pasto generalizzato a 7 euro, ed è quindi il solo Trentino a fare una scelta precisa ed opposta: come si fa dunque a insinuare un pregiudizio politico– che naturalmente non c’è – invocando situazioni del passato completamente diverse?

Il tema vero è che il Presidente Fugattii ritiene che i dipendenti pubblici della provincia di Trento, poiché hanno appena rinnovato il contrattio, possano attiendere. Il fattio che si sia rinnovato un contrattio già scaduto (31/12/2018), che da lì sia trascorso quasi un anno, che quel rinnovo non abbia in alcun modo ristorato gli anni di retribuzione perduta, anche ai ficni pensionistici, né affrrontato il tema fondamentale dell’ordinamento professionale, che i pubblici dipendenti siano stufic di fare da bancomat insieme ai pensionati per tuttie le esigenze di cassa e di consenso politico direttio altrove, evidentemente non gli è chiaro!

E vorremmo anche chiarire che in Trentino, in questa prima manifestazione unitaria dei nostri settiori, ci sono tuttii i Comparti Pubblici, dalle Autonomie Locali alla Ricerca, compresa la Sanità. La quale Sanità non è affrattio silente o rassegnata all’assenza di risorse per il rinnovo del proprio contrattio, anzi: è il caso di ribadire che non solo scenderanno in piazza il 22 novembre tuttii i comparti della sanità pubblica trentina, per chiedere il rinnovo del contrattio e l’avvio della revisione dell’ordinamento professionale che riconosca professioni e competenze non più riconducibili a declaratorie di vent’anni fa, ma che chiederanno a gran voce la riapertura del tavolo negoziale presso l’Apran per chiudere la coda contrattiuale 16/18.

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