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CGIL FIOM – TRENTINO * REFERENDUM SICOR: « NON RINUNCIAMO AL TAVOLO CHE ABBIAMO RICONQUISTATO, EVENTUALI MOBILITAZIONI SI DECIDERANNO CON I LAVORATORI »

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10.37 - sabato 17 ottobre 2020

Comunicato sindacale rivolto ai lavoratori Sicor esposto in bacheca ieri mattina.

CHIARIAMO UN PO’ DI COSE SUL REFERENDUM DI MARTEDÌ PROSSIMO TRA I LAVORATORI SICOR

1) Se oggi esiste un tavolo di confronto è solo per merito delle mobilitazioni dei lavoratori della Sicor e della solidarietà dimostrata dai lavoratori di tutto il Trentino, grazie alle quali la Provincia è finalmente intervenuta. Il tavolo di confronto lo ha conquistato la Fiom, non sarà la Fiom ad abbandonare il tavolo!

2) Il fatto che si apra una trattativa, non significa che sia giusto tagliare gli stipendi in un’azienda che va benissimo. Se il sindacato non si oppone con ogni forza a questa degenerazione, viene meno alla sua funzione principale. Ricordiamo a tutti che, conti alla mano, l’effetto del taglio di PDR, Superminimo e 14ma equivale, per ciascun lavoratore Sicor, tra retribuzione e contributi pensionistici, a regalare all’azienda circa 80 mila euro in 10 anni. Perché?

3) Per la Fiom, se si apre un tavolo contrattuale ci si deve andare dicendo con fermezza che i lavoratori Sicor non sono disponibili né ad abbandonare il CCNL dei Metalmeccanici (ci mancherebbe!), né a sacrificare 14ma e Superminimo, per la banale ragione che non è giusto! Se passa oggi che un’azienda in salute può abbassarti unilateralmente lo stipendio, domani ci tolgono anche il CCNL, semplicemente ci pelano un po’ alla volta anziché tutto in un sol colpo. Vanno fermati subito, anche perché viceversa viene giù tutto il Trentino. Non pensare solo a te stesso oggi, pensa anche al tuo futuro e ai tuoi figli!

4) Noi pensiamo che sia inaccettabile fare una trattativa sotto ricatto. Per noi della Fiom, a quel tavolo bisogna pretendere che, sino a quando non si troverà un nuovo accordo, le disdette devono essere ritirate o quantomeno sospese. Se l’azienda non lo fa, allora anche noi ci sentiamo liberi, in parallelo alla eventuale trattativa, di andare avanti con le cause nei tribunali e, se necessario e col mandato dei lavoratori, con le mobilitazioni. Se non facciamo così, vuol dire accettare una trattativa dove sin dalla partenza si sa che comunque andrà a finire avremo perso, e dovremo solo cercare di “perdere di meno” chiedendo “per favore”. E’ sbagliato, la dignità dei lavoratori va difesa! La ricchezza la produciamo noi col nostro lavoro!

5) Non è serio né coerente tenere i piedi in due scarpe, cioè invitare i lavoratori a votare sì per mandare avanti il sindacato a fare una trattativa che potrebbe sacrificare la 14ma e poi (persino nello stesso comunicato!!!) sostenere che comunque si possono fare le cause per tenerla. La 14ma e in generale il nostro stipendio li vogliamo difendere o no?

6) Per queste ragioni vi invitiamo, martedì, a votare NO al quesito. Se la maggioranza voterà per il no, noi proseguiremo comunque a stare al tavolo di confronto, ma difendendo sia il Superminimo, sia la 14ma, e fino a quando l’azienda non ritirerà le disdette ci sentiremo comunque liberi anche di avviare cause di lavoro e di continuare, se necessario e col mandato dei lavoratori, a proclamare mobilitazioni. Se viceversa vincerà il sì, ci atterremo alla volontà della maggioranza e al tavolo proveremo ugualmente a difendere i salari, ma a nostro giudizio è una posizione debole. Una posizione poco coerente, tra l’altro, ci indebolisce anche nei tribunali.

7) La nostra posizione non vuol dire che non siamo disposti a trattare su nulla. Come abbiamo già fatto, il nostro margine di trattativa si chiama Premio di Risultato, che è per l’appunto lo strumento preposto a questo scopo; l’azienda ci deve però presentare un piano industriale e un programma di investimenti. Ma togliere la 14ma con la promessa di un Premio variabile è una presa in giro. Chiediti perché lo fanno.

8) Se la proprietà vuole guadagnare di più, siamo d’accordo anche noi, ma un’azienda seria che vuole una fetta di torta più grande si adopera per fare una torta più grande, non riduce la fetta di torta dei cuochi che la cucinano! Al contrario, con la direzione aziendale vogliamo e dobbiamo lavorare assieme per far crescere la Sicor, certo per far guadagnare di più la proprietà, ma anche per guadagnare di più anche noi! Così si fa nelle aziende serie.

MARTEDI’ VOTA NO

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