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CGIL CISL UIL – TRENTINO * SANITÀ: « IL PRESIDENTE FUGATTI ORMAI SA FARE SOLO COME I GAMBERI, PER LUI CAMBIARE SIGNIFICA TORNARE INDIETRO »

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17.37 - giovedì 12 novembre 2020

Sanità. Sbagliato tornare a politiche per la salute fondate sugli ospedali Cgil Cisl Uil: così si peggiora la qualità dell’assistenza sanitaria ai cittadini in particolare a quelli che abitano nelle valli. Il sistema hub/spoke liberava risorse per prevenzione e medicina territoriale. Manca un progetto su innovazione e teleassistenza Dichiarazioni dei segretari generali di Cgil Cisl Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti “Il presidente Fugatti ormai sa fare solo come i gamberi: per lui cambiare significa solo tornare indietro. Ma sulla politiche per la salute guardare al passato non è solo sbagliato, è proprio impraticabile.

Il paradosso è che il presidente della Provincia lo sa benissimo. Sembra quasi che alla Giunta interessi solo inseguire il consenso elettorale, dimenticando che piegare il merito a slogan privi di ogni praticabilità rischia di trasformarsi in una presa in giro dei cittadini e delle famiglie trentine. Perché puntare ad un modello di assistenza sanitaria fondato sugli ospedali e sulla loro frammentazione penalizzerà tutti noi ed in particolare proprio gli abitanti delle valli. L’ospedale diffuso è infatti il contrario di quello che propone la Giunta. Si fonda invece sul coordinamento e la specializzazione dei diversi presidi ospedalieri per liberare risorse per le vere priorità: la prevenzione e la sanità territoriale, grazie alla riorganizzazione della medicina generale, alla promozione della salute e all’assistenza di prossimità fondata sulle nuove tecnologie.

Proprio il Covid dimostra come solo con la prevenzione e con la medicina territoriale si riesce a garantire la salute dei cittadini, soprattutto quelli che vivono nelle periferie. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo dimostra quanto sia sbagliata la direzione che l’Esecutivo vorrebbe imprimere alla sanità trentina: abbiamo armi spuntate contro il nuovo coronavirus perché la nostra medicina di territorio è ancora troppo debole e sottodimensionata. Avere punti nascita in tutte le valli così come reparti oncologici o neurochirurgie non ha cambiato e non cambierebbe di una virgola questa situazione. In questo modo però si rende un servizio peggiore ai cittadini in termini di qualità. Concentrare l’assistenza sanitaria negli ospedali non ha più senso anche perché replicare le funzioni in ogni distretto non è fattibile. L’organizzazione cui guarda la Giunta si scontra infatti con la dura realtà della difficoltà di reperire professionisti disposti ad andare ad operare nei presidi periferici. Le difficoltà per trovare medici specializzati sono note a tutti. Perseverare in questo disegno che punta solo a cercare qualche consenso nelle valli, è miope.

Anche perché nei prossimi tre anni la Giunta non riuscirà a realizzare in alcun modo questo progetto. Bisogna invece investire da un’altra parte: il modello hub/spoke liberava risorse per portare assistenza e cure vicino al cittadino, in strutture di prossimità oltre l’ospedale, bisogna potenziare la medicina di base e favorire l’integrazione socio-sanitaria anche per dare risposte ad una popolazione con sempre maggiori problemi connessi a invecchiamento e non autosufficienza.

Allo stesso tempo è fondamentale assicurare a tutti l’accesso ai centri specialistici in caso di patologie gravi e puntare su telemedicina e teleassistenza: questa è la vera frontiera di una sanità territoriale che grazie alle nuove tecnologie può garantire livelli di prossimità mai visti prima. Ma di questo il presidente Fugatti non si interessa forse perché queste strategie risolvono i veri problemi di trentini ma non garantiscono neppure un voto. Ci lasciano perplesse anche per questo le scelte che si stanno compiendo a rafforzamento della sanità privata. Vorremmo chiarezza e trasparenza rispetto al coinvolgimento dei soggetti privati non solo in questa fase di emergenza legata al Covid 19. Sarebbe grave infatti se si affermasse un’idea di indebolimento dei presidi pubblici a vantaggio dei privati. Ci auguriamo che la Giunta su questo tema come sull’idea del ritorno ad un sistema ospedaliero polverizzato riveda le proprie scelte. Ne va del futuro del Trentino”. Trento, 12 novembre 2020

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