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CGIL CISL UIL – TRENTINO * ITAS MUTUA – REPLICA A MOLINARI: « IL TEMA INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE NON VA AFFRONTATO CON INTERVENTI SPOT, SERVE UNA STRATEGIA REGIONALE »

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16.00 - lunedì 30 novembre 2020

Non autosufficienza. CGIL CISL UIL: “No ad interventi spot, serve una strategia regionale”. I sindacati replicano all’ad di Itas: una soluzione nel doppio pilastro come per la previdenza attraverso strumenti collettivi con Laborfonds e Sanifonds. Pensplan già al lavoro per studiare nuovi meccanismi, anche di tipo assicurativo.

“L’amministratore delegato di Itas, Alessandro Molinari, sbaglia. Sulla questione non autosufficienza la nostra visione è tutt’altro che miope. Il tema invecchiamento della popolazione infatti non va affrontato con interventi spot, ma con una strategia complessiva come quella che sta provando a costruire la Regione attraverso Pensplan. Una soluzione possibile è il doppio pilastro come per la previdenza, oltre che prevenzione e servizi innovativi alla persona”.

I segretari generali di CGIL CISL UIL del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti replicano così all’amministratore delegato di ITAS Mutua, Alessandro Molinari, secondo il quale l’intervento previsto nella legge di bilancio della Provincia – 500.000 euro di stanziamento per sostenere l’acquisto di polizze private per la copertura del rischio di eventi di non autosufficienza – sarebbe la soluzione ai rischi connessi all’invecchiamento della popolazione.

“Bisogna puntare – avvertono i tre sindacalisti – su un mix compiuto di strumenti che non lascino le famiglie da sole di fronte ad una problematica tanto complessa. Come per la previdenza, serve il pilastro pubblico che comunque va rafforzato e innovato, e quello integrativo di natura collettiva e contrattuale. Dentro quest’ultimo ambito, come succede per la previdenza complementare, c’è spazio anche per l’iniziativa privata che però deve restare coerente con un disegno e obiettivi di politica pubblica, anche grazie a regimi convenzionali o di accreditamento. L’intervento della Giunta provinciale nella legge di stabilità è purtroppo slegato da una strategia complessiva che, a nostro avviso, passa necessariamente attraverso la valorizzazione dei fondi come Laborfonds e Sanifonds”.

Proprio all’interno del fondo di sanità integrativa provinciale i sindacati puntano infatti ad allargare e potenziare le coperture per la non autosufficienza, mentre il fondo previdenziale regionale Laborfonds da anni propone rendite differenziate una volta raggiunta la pensione, per far fronte anche al rischio non autosufficienza.

“La Regione – ricordano poi Grosselli, Bezzi e Alotti – fin dalla fine della scorsa legislatura ha assunto il tema della non autosufficienza come prioritario. E nei mesi scorsi la Giunta regionale ha affidato a Pensplan il compito di disegnare il futuro assetto degli interventi a sostegno di nuclei familiari colpiti da casi di non autosufficienza. La Giunta provinciale avrebbe fatto bene a partire da lì, attendendo la definizione di una strategia su base regionale prima di avviare iniziative spot che non possono in alcun modo risolvere il problema. La dimensione regionale, con un milione di abitanti, è quella che con più facilità può garantire la massa critica utile ad individuare soluzioni, anche di tipo assicurativo, finanziariamente sostenibili in stretto raccordo con le politiche pubbliche di tipo sanitario e assistenziale”.

C’è poi la necessità che tutti gli attori remino nella stessa direzione facendo sì che ogni iniziativa punti in primo luogo a prevenire l’insorgenza di patologie invalidanti, scommettendo su buoni stili di vita, invecchiamento attivo e a qualificare l’offerta di servizi di assistenza domiciliare alle famiglie. “Quest’ultimo aspetto ci sta particolarmente a cuore – spiegano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino -. Bisogna passare dalla logica dei sostegni monetari alla copertura dei costi dei servizi di assistenza, a partire dall’assegno di cura provinciale. Solo così le risorse investite dal sistema pubblico, nonché dai cittadini, garantiranno il consolidamento e la diffusione di servizi di qualità su tutto il territorio indispensabili anche in chiave di conciliazione vita e lavoro”.

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