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CGIL CISL UIL – TRENTINO * FORMAZIONE PROFESSIONALE PAT: « NESSUN COINVOLGIMENTO NELLA STESURA DEL PIANO NÉ NELL’INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ, CI ASTENIAMO »

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10.31 - mercoledì 22 luglio 2020

Programma Formazione professionale, i sindacati si astengono. Cgil Cisl Uil: nessun coinvolgimento nella stesura del piano né nell’individuazione delle priorità

E intanto la metà degli studenti che partecipano al test Ocse-Pisa non raggiunge il requisito minimo di lettura. “Si investa di più sulle competenze di base”.

È stato approvato ieri il Programma della formazione professionale per il biennio 2020-2022. Il documento è passato senza i voti di Cgil Cisl Uil che hanno scelto di astenersi. “Pur apprezzando il lavoro fatto dal Dipartimento della conoscenza per la definizione e stesura del piano non possiamo limitarci a ratificare un documento che ha visto l’esclusione dei sindacati – chiariscono Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Annalisa Santin -. La Giunta provinciale ha scelto di escludere, come non era mai avvenuto, i sindacati dai gruppi di lavoro per la definizione del programma e del repertorio delle figure professionali, limitandosi a coinvolgere solo i rappresentanti del mondo delle imprese. Una scelta che stamattina l’assessore Bisesti ha ribadito senza alcun imbarazzo. A questo punto non abbiamo potuto che astenerci”.

Cgil Cisl Uil hanno anche sollevato alcune osservazioni al Programma. In particolare hanno sottolineano l’eccessiva enfasi che il documento mette sui singoli territori. “La formazione professionale non può essere piegata all’esigenza di ogni singola valle, ma deve avere un respiro più ampio che guarda all’intero Trentino – proseguono -. In tal senso è più importante investire sulla qualità dell’offerta formativa delle singole scuole e sulla loro capacità di attrarre gli studenti dall’intero territorio provinciale, oltre a favorire la mobilità dei ragazzi e delle ragazze con servizi di trasporto adeguati”.

Altro tema che preoccupa il sindacato è l’accento posto sulle competenze specifiche più che su quelle di base. “I risultati dei test Ocse-Pisa rivelano che la metà degli studenti delle nostre scuole professionali non raggiunge i requisiti minimi di lettura. E’ un campanello d’allarme estremamente preoccupante, a cui bisogna porre rimedio rafforzando l’insegnamento delle competenze di base di questi ragazzi e colmando questo gap”.

Infine il tema del rapporto scuola/mercato del lavoro. “E’ tempo di abbattere il muro che divide il mondo della formazione da quello del lavoro realizzando finalmente la certificazione delle competenze acquisite anche sul campo e che ad oggi non sono titoli riconosciuti. Il sistema attuale non permette di valorizzare quanto acquisito anche attraverso le esperienze professionali. E’ un limite che va superato”.

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