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CGIL CISL UIL – TRENTINO * FAMIGLIA: « SERVE GARANTIRE STRUMENTI DI CONCILIAZIONE A TUTTI I GENITORI LAVORATORI, SERVIZIO BABYSITTING E VOUCHER UN PRIMO PASSO »

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19.49 - mercoledì 6 maggio 2020

Famiglia, serve garantire strumenti di conciliazione a tutti i genitori lavoratori. Sindacati: servizio babysitting e voucher sono primo passo. Sperimentare anche servizi innovativi. Ingiusto escludere chi è impegnato nello smart working. Preoccupazione per i Bes.

Sono due mesi che le scuole e i nidi di infanzia sono chiusi. E le aule rimarranno inaccessibili ancora per un bel po’, mentre molti genitori hanno cominciato a rientrare al lavoro o lo faranno nelle prossime settimane e moltissimi, invece, continuano ad essere impegnati nel lavoro agile, che non vuole dire meno lavoro. “In questo quadro – fanno notare i segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti – la proposta dell’assessora Segnana di attivare un migliaio di babysitter previo indicatore Icef e l’integrazione ai voucher nazionali è un primo passo, ma non è ancora sufficiente per dare risposte alle famiglie messe a dura prova da questa situazione. A nostro modo di vedere vanno messe in campo sperimentazioni valorizzando il contributo anche delle cooperative sociali e del personale educativo”.

Cgil Cisl Uil chiedono in particolare di non limitarsi alla logica del voucher, ma di pensare con più coraggio all’attivazione di servizi innovativi per anticipare quanto potrà succedere a settembre in asili nido e scuole per l’infanzia. “Bisogna utilizzare questi mesi – ribadiscono i sindacati – per programmare, anche con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, le attività autunnali e costruire servizi che diano la massima sicurezza al personale educativo, ai bambini e alle loro famiglie. La stessa sicurezza che deve essere garantita anche nell’accesso al servizio di babysitting e a servizi simili”.

Le tre confederazioni puntano, poi, il dito contro la scelta di escludere chi è in smart working. “Ci auguriamo si sia trattato solo di una svista – incalzano -. Le lavoratrici e i lavoratori in smart working hanno gli stessi problemi di conciliazione di chi opera fuori casa. Non vederlo tradisce l’idea che lavorare da casa equivale a non lavorare o a lavorare meno. Non è così, anzi spesso è esattamente il contrario”.

Infine resta totalmente irrisolta la questione dei bambini e dei ragazzi che hanno bisogni educativi speciali. “Per loro e le loro famiglie vanno riattivate da subito delle proposte educative in presenza. Rischiamo che i passi avanti compiuti fino ad oggi da questi bambini e ragazzi vengano vanificati e l’emarginazione di questi soggetti e delle loro famiglie diventi enorme”, concludono.

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