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CGIL CISL UIL – TRENTINO * APERTURE DOMENICALI: « CHI RECLAMA LO STATUS DI CITTÀ TURISTICHE PER TRENTO E ROVERETO NON FA UN’OPERAZIONE LUNGIMIRANTE »

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08.04 - sabato 1 agosto 2020

Trento e Rovereto citta d’arte. Sandro Schmid interviene sulle aperture domenicali per difendere le grandi catene del commercio che lanciano attraverso l’ex sindacalista la necessità, ora e subito, di aprire i negozi 365 giorni l’anno. Un appello quello di Sandro Schmid che nemmeno Marco Fontanari presidente dei commercianti trentini aveva fatto in maniera così netta, riconoscendo anzi che i negozianti dei centri storici (spesso a gestione familiare), sfiancati dalla concorrenza delle grandi catene, faticano a tenere il ritmo di aperture così eccessive.

Spiace leggere il consiglio non richiesto che Schmid invia ai sindacati, “si occupino di cose più importanti delle domeniche”, ma spiace soprattutto non trovare nemmeno una riga sulle problematiche di chi lavora sabati, domeniche e festivi in un settore che non è servizio essenziale. L’Agenzia del Lavoro di Trento pochi giorni fa ha diffuso dati allarmanti sulle dimissioni (non licenziamenti) di lavoratrici e lavoratori, la stragrande maggioranza del settore commercio, che non riescono a conciliare famiglia e lavoro (tradotto: come faccio a gestire i figli se i miei turni cambiano ogni settimana e devo lavorare domenica e festività?).

Sulle aperture domenicali possono essere utili alcune precisazioni storiche: Trento e Rovereto non sono mai state riconosciute come turistiche, nemmeno dalle giunte provinciali precedenti e nemmeno dall’accordo provinciale del 2018 stipulato tra Confcommercio e le organizzazioni sindacali. Perché? Per le stesse motivazioni che tutti sanno e tutti scrivono. Trento e Rovereto sono città d’arte (Muse, Mart, Castello del Buonconsiglio, piazze tra le più belle d’Italia), non lo dice il sindacato ma lo dicono le APT di Trento e di Rovereto ed il turista che viene a Trento e Rovereto non viene certamente per i negozi aperti la domenica (ricordiamo che gli altri giorni sono comunque aperti). Viene per il Festival dell’economia, per il Festival dello sport, per il Film Festival della Montagna, per il Festival Oriente ed Occidente, per visitare i musei.

Al coro di critiche mosse alle chiusure domenicali si è aggiunto anche il Ministro Boccia che ci ha ricordato che Amazon non chiude la domenica. A dire il vero non chiude nemmeno di notte, per cui per stare al passo con le vendite online dovremmo tenere i negozi aperti anche la notte?

La stessa Confcommercio ha lanciato la piattaforma e-commerce in salsa trentina in contraddizione con quanto affermato; come se chi acquista nei negozi trentini nelle festività non acquistasse poi anche sulle piattaforme online. Al contrario i consumatori utilizzano spesso i negozi aperti nelle festività come camerini di prova per poi acquistare online.

Perchè prima Dellai (fino all’entrata in vigore della legge Monti) e ora Fugatti hanno limitato le aperture a Trento e Rovereto, Pergine, Borgo Valsugana e nei comuni dell’asta dell’Adige? Per la salvaguardia dei negozi delle valli, evitando in questo modo che i turisti una volta arrivati si riversino a fare acquisti nei grandi centri commerciali del fondo valle.

E i lavoratori e le lavoratrici dei comuni turistici sono forse di serie b? No, è una mediazione anche per il sindacato, lo sappiamo bene, infatti chiediamo che fuori stagione, in ottobre, novembre, maggio, si vada verso una limitazione concordata. E’ necessario trovare un equilibrio tra aperture domenicali (la nuova norma ne prevede comunque 18 all’anno) ed il benessere di chi vive e lavora in questo territorio.

L’Alto Adige non ha mai rincorso le aperture domenicali nemmeno quando il Trentino attirava i clienti altoatesini nei propri centri commerciali; ha fatto scelte lungimiranti sia nel commercio che nel turismo e purtroppo si vedono le conseguenze per il Trentino. Chi reclama lo status di città turistiche per Trento e Rovereto non fa un’operazione lungimirante, al contrario fa un’operazione meramente commerciale mentre sul piano lavorativo e sociale sceglie di far lavorare 64 tra domeniche e festività le lavoratrici e ai lavoratori del settore e le piccole imprese familiari.

Noi pensiamo che il benessere stia anche nel riposo collettivo della domenica (che non è uguale al martedì o al giovedì) e faremo in modo che questo diventi possibile per il maggior numero di lavoratrici e lavoratori, coscienti che non potrà essere per tutti (ospedali, case di riposo, mense ospedaliere, ecc) ma che nemmeno possa restare privilegio di una minoranza sempre più esigua.

 

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Paola Bassetti
Lamberto Avanzo
Walter Largher

Segretari Provinciali di Filcams, Fisascat, Uiltucs

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