News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA

CGIL CISL UIL FENALT – TRENTINO * ORARI LAVORO DIPENDENTI: « LA PAT INGRANA LA RETROMARCIA, INIZIA A CAPIRE IL PASTICCIO CHE HA FATTO MA IL CORRETTIVO NON BASTA »

Scritto da
19.02 - giovedì 16 luglio 2020

La Provincia ingrana la retromarcia. «Iniziano a capire il pasticcio che hanno fatto, ma il correttivo non basta».

La Provincia ha convocato i sindacati per far luce sulla nuova circolare che regola gli orari di lavoro dei dipendenti. Il messaggio è chiaro: una clamorosa retromarcia rispetto ai provvedimenti delle ultime settimane. «Evidentemente – sottolineano i segretari sindacali – l’iniziativa di piazza e quella giudiziaria hanno sortito un primo effetto. Questo ovviamente non basta, visto che comunque non siamo soddisfatti. Martedì 21 saremo davanti al giudice del lavoro ma, intanto, questa marcia indietro è buona per dimostrare la velleità e l’approssimazione delle azioni di Fugatti e compagnia: senza ponderazione, senza confronto e per puro spirito di contrapposizione ai lavoratori». Spiegano ancora: «Abbiamo subito notato il paradosso della partenza della sperimentazione, che coprirà un’arco temporale dei 2 mesi agosto e settembre, perché riteniamo che i trentini avranno di meglio da fare in agosto che accedere agli uffici pubblici provinciali».

La circolare è la numero 7. La premessa fatta dai dirigenti generali presenti è la solita: il cittadino deve trovare sempre qualcuno che “risponda”. Per fare questo, chiarito che il precedente provvedimeno evidentemente non giovava a nessuno, la nuova direttiva prevede di fatto una reperibilità 8–18: ben diverso dallo spezzatino creato prima, con giornate svolte in parte in presenza e in parte da remoto.

La Provincia promette di attuare un intervento tecnologico per strutturare il contatto con l’utenza e sono state individuate alcune strutture che, per prime, dovranno adeguarsi: Apiae, Motorizzazione, Uffici informative sul territorio, Agenzia del lavoro – Centri per l’impiego, Catasto e Tavolare. Punta a iniziare dal 27 luglio e i dirigenti dovranno organizzare il servizio garantendo la copertura 8–18, stabilendo se in presenza o in smart working e individuando chi coprirà le varie fasce.

La proposta è quella di passare dalle 4,5 alle 5 giornate lavorative; cambia dunque l’orario teorico giornaliero: da 7 ore e 45 a 7 ore e 12. Quindi si torna a prima del 2006: un salto indietro di 14 anni. Per le giornate in smart working rimane l’obbligo della prestazione nelle fasce 10-12 e 14-15; per il buono pasto si torna alle regole ordinarie previste dal contratto, inserendo forme di flessibilità nelle strutture dove sarà necessario.

Sullo smart working la Provincia ha annunciato che in autunno sarà in grado di fare una valutazione di implementazione, a regime, con regole nuove. Per dirigenti e direttori invece si introduce l’obbligo della prestazione in presenza, mentre lo smart working potrà essere utilizzato solo per il completamento dell’orario.

I sindacati hanno evitato di esprimere opinioni, attendendo di conoscere l’imminente parere del giudice del lavoro. Hanno ribadito che si poteva e si doveva operare in altro modo: col confronto, che è stato sistematicamente rifiutato. «I dipendenti – spiegano – non temono una maggiore presenza, temono il caos che si è generato e le enormi difficoltà di conciliazione. Ci è stato provocatoriamente risposto che i supermercati sono aperti anche la domenica: questo è il livello raggiunto dai nostri interlocutori».

 

*

CGIL-FP CISL-FPS UIL-FPL FENALT

Luigi Diaspro Beppe Pallanch Marcella Tomasi Maurizio Valentinotti

Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.