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LANCIO D'AGENZIA

CENTRO STUDI E RICERCHE IDOS * DOSSIER IMMIGRAZIONE: « IN TRENTINO A FINE 2018 47.393 STRANIERI, PARI ALL’8,8% DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE, I RUMENI GRUPPO PIÙ NUMEROSO »

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19.51 - giovedì 24 ottobre 2019

Dossier Statistico Immigrazione 2019 – Provincia Autonoma di Trento – Rapporto immigrazione 2019.

 

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Il profilo socio-demografico degli stranieri
In provincia a fine 2018 risiedevano 47.393 stranieri, pari all’8,8% della popolazione residente complessiva. L’incidenza percentuale sul totale dei residenti è in linea con la media nazionale (8,7%), tuttavia rimane sensibilmente inferiore alla media del Nord-Est (10,8%). Anche nel 2018 la crescita della popolazione straniera è risultata modesta: si tratta di un incremento di 464 residenti rispetto al 2017 (+1,0%), con un contribuito equamente distribuito tra la componente maschile (+252 unità; +1,2%) e quella femminile (+212 unità; +0,8%). Relativamente alla composizione di genere, va osservato che la componente femminile resta maggioritaria (53,3% sul totale), ma permangono proporzioni sbilanciate all’interno delle diverse cittadinanze: se tra chi proviene da Ucraina, Polonia e Moldova risultano nettamente prevalenti le donne, le collettività pakistana, tunisina, indiana e nigeriana sono ancora caratterizzate da un netto squilibrio a favore dei maschi.

I dati del bilancio demografico evidenziano che per gli stranieri il saldo migratorio con l’estero rimane ampiamente positivo (+1.913 unità), seppur in misura più contenuta rispetto al 2017. Se le iscrizioni dall’estero subiscono un deciso calo (-19,4%, ovvero quasi 600 in meno nel confronto con l’anno precedente), le cancellazioni per l’estero – numericamente esigue – diminuiscono in misura meno accentuata (-8,3%, -50 unità).

Pur mantenendosi preponderante, la quota di residenti stranieri riconducibile alla macroarea europea continua a contrarsi, passando dal 63,6% al 62,7%; questa è sostanzialmente ripartita in pari misura tra cittadini dell’Unione europea e non comunitari. Raggiunge invece il 17,9% la componente dei paesi africani, mentre i cittadini di paesi asiatici e americani seguono con una consistenza sensibilmente inferiore (rispettivamente il 13,7% e il 5,6%).

I cittadini rumeni restano il gruppo nazionale più numeroso, avvicinandosi ai 10.500 residenti (22,1% del totale, +1,6% rispetto al 2017). Seguono le persone di cittadinanza albanese (5.571), marocchina (3.780) e pakistana (2.935). Come nel 2017, anche nel 2018 è proprio quest’ultima nazionalità che registra l’incremento più consistente (+5,8%), spinto dai recenti flussi legati alla richiesta di protezione internazionale, ai quali si combina l’effetto di migrazioni preesistenti per lavoro e ricongiungimento familiare.

La popolazione straniera residente in provincia è composta da minorenni in più di un caso su cinque (21,4%), mentre solo il 5,2% ha superato i 65 anni di età.

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[ I contesti regionali ]

I processi di stabilizzazione e radicamento
Per la popolazione straniera, un indicatore eloquente dei processi di stabilizzazione in corso è costituito dalle acquisizioni di cittadinanza italiana. L’archivio Istat ha contabilizzato in provincia 1.552 nuove acquisizioni di cittadinanza nel corso del 2018, con un decremento del 19,0% rispetto all’anno precedente (-22,7% tra i maschi, -15,7% tra le donne). In Trentino, le donne continuano a rappresentare la maggioranza dei beneficiari (55,2%), più che nel contesto del Nord-Est (53,1%).
Il dato sugli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti in Trentino a fine 2018 tocca il valore più basso da una decina di anni a questa parte: si tratta di 31.800 presenze circa, diminuite dell’1,2% rispetto all’anno precedente, con un calo ben più accentuato tra gli uomini che tra le donne. A fronte di un deciso aumento dei titoli di soggiorno a termine (+22,3%), si registra una contrazione non trascurabile (-8,3%) dei permessi di soggiorno di lungo periodo, che scendono sotto le 23mila unità.

Nell’insieme, comunque, la quota rappresentata dai titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo sul totale dei permessi di soggiorno in corso di validità rimane elevata: il 71,3% (5,5 punti percentuali in meno rispetto al 2017), ad indicare la rilevanza dei processi di stabilizzazione e radicamento in provincia, anche alla luce del fatto che nella media del Nord-Est il valore si ferma al 66,6%, e che il corrispettivo dato medio nazionale supera di poco il 60%. Tra i titolari di un permesso a termine, tre su cinque possiedono un titolo di soggiorno legato a motivi familiari (60,8%); da un anno all’altro si riduce ulteriormente il peso dei motivi di lavoro (19,4%), ma anche quello dei permessi per motivi di asilo/umanitari, che passano dal 21,5% al 12,1%. Circoscrivendo poi l’analisi ai titoli di soggiorno rilasciati per la prima volta nel 2018, emergono chiaramente le repentine trasformazioni che hanno interessato i flussi migratori più recenti: su 2.118 titoli di soggiorno rilasciati (nel 2017 erano stati 2.175), la quota dei motivi umanitari e asilo cala dal 49,0% al 25,5%, quella dei motivi di famiglia si porta dal 36,4% al 44,2%, e aumentano i permessi rilasciati per motivi di lavoro (dal 4,5% al 13,9%).

Nell’analisi del radicamento della popolazione straniera in provincia, un tassello fondamentale riguarda la dinamica delle nascite. Nel 2018 sono stati conteggiati 694 nati stranieri, un valore che risulta leggermente inferiore a quello del 2017 (-0,6%). Continua, dunque, il trend negativo della natalità, che porta a ridimensionare ulteriormente l’incidenza dei nati stranieri sul totale delle nascite, scesa al 15,9%.

È rimasta invariata, invece, l’incidenza degli studenti stranieri sul totale della popolazione scolastica, pari all’11,8% anche nell’a.s. 2017/2018. La presenza di alunni stranieri nelle scuole risulta sostanzialmente stabile: sono circa 9.500 iscritti, con una modestissima variazione negativa dello 0,6% rispetto l’a.s. precedente, che non consente più di arginare il perdurante calo degli studenti di origine italiana. Tuttavia si consolida il numero di alunni con cittadinanza straniera nati in Italia (anche se il trend di crescita per il terzo anno consecutivo non coinvolge la scuola dell’infanzia), che costituiscono il 68,6% del totale degli studenti stranieri.

 

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I tratti salienti dell’inserimento lavorativo
Nell’economia trentina viene confermato anche per il 2018 l’andamento positivo dell’occupazione, anche se questo è andato associandosi all’espansione della quota di lavoratori con contratti a tempo determinato e della domanda di lavoro soprattutto in ambiti caratterizzati da impieghi a bassa qualifica, quali l’agricoltura e i servizi turistici.
I dati Istat più recenti disponibili a livello provinciale hanno attestato che l’economia trentina nel corso del 2017 ha impiegato oltre 20.000 persone immigrate, ovvero circa il 10% dell’occupazione complessiva, senza contare il lavoro stagionale2. La lettura di molti indicatori consegna però un quadro della situazione occupazionale degli immigrati ancora sfavorevole rispetto a quello degli italiani, in riferimento sia al tasso di attività e di occupazione delle donne, sia ai tassi di disoccupazione di uomini e donne (che rimangono superiori, rispettivamente, di otto e dieci punti percentuali rispetto a quelli calcolati per maschi e femmine italiani).

Se è vero che si confermano sia la contrazione del numero di stranieri nei servizi domestico- assistenziali (-4,1% rispetto al 2017), sia la tendenza al rientro degli italiani in questo settore (+8,9%), i dati Inps non mettono in discussione la strutturalità dell’apporto degli immigrati nel mercato del lavoro domestico in Trentino: questi rappresentano il 75% del totale degli occupati, e ben l’82% degli addetti nel comparto assistenziale.
Segnali positivi arrivano dal lavoro autonomo, con i titolari di impresa nati all’estero che continuano ad aumentare, raggiungendo le 2.478 unità nel 2018 (+2,4%), a fronte di una contrazione del numero di imprese italiane3. I due principali settori di attività degli imprenditori immigrati rimangono le costruzioni (29,9% del totale) e il commercio (23,9%). Tra le collettività, invece, si conferma il primato degli albanesi (che rappresentano il 12,6% di tutti i titolari nati all’estero), seguiti dai romeni (10,3%).

 

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L’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale
Parlare di immigrazione in Trentino significa anche dare conto del sottogruppo costituito dai richiedenti protezione internazionale: la loro consistenza numerica negli ultimi anni si è sempre mantenuta al di sotto delle 1.600 unità, ma questo non ha evitato che mantenessero piena centralità nel dibattito pubblico, con discussioni che si stanno orientando sempre più sull’impatto dei recenti cambiamenti normativi introdotti nella filiera dell’accoglienza (in Trentino gestita secondo quanto previsto dal Protocollo d’intesa stipulato dalla Provincia autonoma di Trento con il Commissariato del Governo per la provincia di Trento).
I dati più recenti, aggiornati al 18 luglio 20194, attestano una presenza di 979 persone inserite nel progetto di accoglienza straordinaria provinciale (in netto calo rispetto al numero registrato nello stesso periodo dell’anno precedente), a cui vanno aggiunte circa 150 persone nel progetto Sprar/Siproimi. La nazionalità nigeriana si conferma la più rappresentata (29% del totale), seguita dalla pakistana (19%).

 

 

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dati estratti il 5 luglio 2019.

**tutti gli indicatori sono calcolati su un campione di popolazione di 15 anni e oltre, tranne i tassi di attività e di occupazione che fanno rifermento a soggetti tra i 15 e i 64 anni sono riferiti all’intera regione.

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inclusi i territori d’oltremare. ****i dati si riferiscono alla regione trentino alto adige.

FONTE: Centro Studi e Ricerche IDOS. Elaborazioni proprie su dati Istat, Ministero dell’Interno, Miur, Aire, Banca d’Italia, Unioncamere/SiCamera

 

 

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